Il Patto europeo
per gli oceani riunisce le politiche e le azioni dell'Unione europea relative
agli oceani e crea un piano unificato e coordinato per la gestione degli oceani
anche in relazione ai mari di interesse europeo con il Mediterraneo
Il Patto è stato
descritto nella Comunicazione della Commissione UE del 5 giugno 2025 (COM (2025) 281 finale: QUI). Vedi anche la posizione (QUI)
della Commissione UE nella Conferenza (QUI)
ONU sugli Oceani
Dalla Comunicazione
emergono, come leggeremo nel post che segue queste brevi premesse, criticità e
lacune sia nelle vigenti politiche e normative comunitarie sul mare che nella
attuazione delle stesse.
In particolare, si
confermano le criticità e i ritardi del trasporto marittimo relativamente ad
emissioni delle navi e il rischio incidentale (rimosso in parte anche dalla
stessa Comunicazione qui esaminata), nella gestione sostenibile degli spazi
costieri, nella penalizzazione delle comunità che vivono lungo le coste.
Soprattutto emerge un principio per cui la competitività e lo sviluppo della
c.d. Blu Economy non potrà che avere la centro la tutela degli ecosistemi
marittimi e costieri nonché una visione integrata della pianificazione degli
spazi marittimi comprese le aree portuali. All’interno della mia
analisi troverete anche riferimenti ad altri documenti ufficiali della UE da me
descritti in vari post che confermano la situazione critica dell’impatto del
trasporto marittimo, in particolare, sul mare e le nostre coste europee e
italiane.
IL PATTO SUGLI OCEANI SI BASA SU SEI PRIORITÀ
1. Ripristinare la salute e la produttività degli oceani
2. Promuovere la competitività sostenibile dell'economia
blu
3. Sostegno alle comunità costiere e insulari
4. Far progredire la ricerca, la conoscenza e
l'innovazione oceanica
5. Migliorare la sicurezza e la resilienza marittima
6. Rafforzare la diplomazia oceanica dell'UE e la
governance internazionale degli oceani
NUOVA GOVERNANCE DELLA PIANIFICAZIONE DELLO SPAZIO MARITTIMO
Prima di tutto per
rispettare dette priorità occorrerà un
quadro di governance rafforzato.
È necessario un
solido quadro di governance per allineare le azioni a livello dell'Unione,
regionale, nazionale e locale attraverso i vari bacini marittimi, coinvolgendo
sia i paesi dell'UE che quelli dei paesi terzi.
Sulla base di una consultazione dei portatori di interessi, la
Commissione proporrà entro il 2027 una "legge sugli oceani" che si
baserà su una revisione della direttiva sulla pianificazione dello spazio
marittimo. L'obiettivo sarà quello di rafforzare e modernizzare la
pianificazione dello spazio marittimo quale strumento strategico al servizio
delle priorità del patto per gli oceani e della loro attuazione, in particolare
attraverso un maggiore coordinamento intersettoriale a livello nazionale e un
approccio meglio organizzato ai bacini marittimi.
Il numero crescente di attività marittime (energia offshore, pesca e
acquacoltura, navigazione, turismo ricreativo e costiero e altro ancora) sta
creando una pressione sullo spazio oceanico limitato. Sebbene alcune attività
richiedano aree dedicate, parte della strada da seguire risiede in una
pianificazione più coordinata che bilanci l'uso individuale e condiviso del
mare entro i suoi confini ecologici e la conservazione, promuovendo la
coesistenza di varie attività marittime, dando priorità all'inclusione,
all'equità e alla solidarietà.
Già qui se vediamo
come hanno pianificato le aree portuali in Italia la governance si dimostra che
la fanno le lobby del settore marittimo (QUI-QUI-QUI).
INVESTIRE NELL'ECONOMIA BLU E NELL'INNOVAZIONE
Secondo le stime, le PMI dell'economia blu nell'UE devono far fronte a
un deficit di finanziamento compreso tra 60 e 70 miliardi di EUR (QUI) .
Le risorse dell'UE da sole sarebbero insufficienti a colmare il divario di
investimenti. Pertanto, l'unione di fonti pubbliche e private è fondamentale.
Però aggiunge la Comunicazione della Commissione che gli investimenti
pubblici e privati devono rafforzare la resilienza delle comunità
costiere e apportare benefici ecologici, climatici, economici e sociali,
attraverso il finanziamento dell'UE dei fondi strutturali e di coesione, nonché
di Horizon, compresi i programmi Mission Ocean e i prestiti della
BEI.
APPROCCIO INTEGRATO PER LA SALUTE E LA
SOSTENIBILITÀ DEGLI OCEANI.
Al di là delle aree marine protette, un approccio ecosistemico alla
gestione delle attività in mare, nonché di quelle a terra che incidono sul
mare, è fondamentale, come indicato nella Direttiva quadro sulla strategia
quadro, al fine di ottenere mari puliti, sani e produttivi e, in ultima
analisi, un "buono stato ecologico" (Articolo 3,
paragrafo 5, Direttiva 2008/56/CE QUI) e
ulteriormente specificato nella Decisione (UE) 2017/848 (QUI).) per tutte
le acque marine dell'UE.
Le particolari criticità dell’impatto delle attività marittime su oceani e bacini marini
Si veda la situazione critica dell’impatto delle attività marittime dimostrata dalla Corte dei Conti UE (QUI), nello stesso senso vedi Relazione della Commissione UE del febbraio 2025 (QUI) sullo stato dei programmi attuativi della Direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino (QUI) che nelle sue raccomandazioni finali ha indicato quanto segue :
1. affrontare i rischi per gli
ecosistemi marini connessi alla prevista espansione della
produzione di energia rinnovabile offshore, insieme agli impatti
cumulativi delle attività esistenti in mare, attraverso una
pianificazione dello spazio marittimo basata sugli ecosistemi.
2. Per
quanto riguarda i cambiamenti climatici, tutti gli Stati membri dovrebbero cercare di tenere conto dei
cambiamenti climatici nell'elaborazione e nella selezione delle loro misure, in
particolare:
2.1. priorizzare le
misure che contribuiscono a limitare/ridurre le emissioni
di gas a effetto serra, anche ripristinando gli ecosistemi del
carbonio blu;
2.2. garantire che altre misure o gruppi di misure non aumentino le emissioni di gas a effetto serra;
2.3. rafforzare la capacità di
adattamento delle comunità costiere ai cambiamenti climatici, ad esempio
ripristinando gli ecosistemi costieri.
Si veda inoltre la
seconda edizione di European
Maritime Transport Environmental Report (EMTER), una Relazione
(QUI)
dello scorso febbraio 2025 congiunta
dell'Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA-QUI) e dell'Agenzia europea per l’ambiente (AEA-QUI). Una relazione
che fornisce un quadro chiaro delle criticità dello stato delle emissioni da
trasporto marittimo.
A rafforzare quanto
espresso nei documenti meno recenti sopra citati la Comunicazione della
Commissione sul Patto per gli oceani afferma che per quanto riguarda l'inquinamento marino, il trasporto marittimo rimane
una delle principali fonti che contribuiscono alle emissioni, agli scarichi, ai
rifiuti e al rumore sottomarino. Un cambiamento trasformativo nel trasporto
marittimo verso la neutralità climatica e l'azzeramento dell'inquinamento
possono limitare l'impatto sulla vita marina e contribuire a mantenere e far
crescere la competitività dell'UE. Sebbene le leggi esistenti abbiano ridotto
l'inquinamento causato dalle navi, sono necessarie ulteriori azioni per frenare
gli scarichi di aria e acqua e prevenire le fuoriuscite di pellet di plastica: l'8
aprile 2025 i colegislatori della UE hanno concordato in via provvisoria la proposta di
regolamento per prevenire l'inquinamento da microplastiche dovuto al rilascio
involontario di pellet di plastica (COM(2023)645: QUI)
La Comunicazione chiede di migliorare
CleanSeaNet (QUI)
in modo che possa allertare gli Stati membri su un maggior numero di tipi di
inquinanti provenienti dalle navi. Peraltro, di migliorare il monitoraggio
delle emissioni delle navi è contenuto anche nella sopra citata relazione
EMTER.
COMPETITIVITÀ DELLA ECONOMIA BLU IN CHIAVE
DI SOSTENIBILITÀ.
Secondo la Comunicazione Patto per gli oceani la UE deve
rafforzare la propria competitività e accelerare le transizioni strategiche nei
settori tradizionali ed emergenti dell'economia blu, concentrandosi in
particolare sulla decarbonizzazione e sull'aumento dell'innovazione.
In questo senso, rimanendo al settore del trasporto marittimo, occorre
accelerare la decarbonizzazione dello stesso per conseguire i nostri
obiettivi climatici richiede la rigorosa attuazione della recente estensione
dell'ETS al settore marittimo, il nostro meccanismo di determinazione del
prezzo dei gas a effetto serra. Richiede inoltre l'attuazione di FuelEU
Maritime, una misura chiave per ridurre l'intensità dei gas serra dei
combustibili, stimolare gli investimenti, sviluppare infrastrutture per i combustibili
alternativi nei porti e innescare sforzi di coordinamento in tutta la catena di
approvvigionamento per realizzare economie di scala. Il quadro per lo zero
netto dell'IMO (nonostante le sue luci e ombra-QUI),
recentemente concordato, è un passo importante per decarbonizzare l'intero
settore industriale.
TURISMO COSTIERO
La Commissione presenterà una strategia dell'UE per il turismo sostenibile nella primavera del 2026. La nuova strategia promuoverà pratiche a vantaggio sia delle comunità costiere e insulari che delle regioni ultraperiferiche.
PROTEGGERE E RESPONSABILIZZARE LE COMUNITÀ COSTIERE
Per rafforzare il suo sostegno alle comunità costiere e in linea con la
strategia dell'Unione per la preparazione, la Commissione proporrà una nuova
strategia dell'UE per lo sviluppo e la resilienza delle comunità costiere
nel 2026.
SICUREZZA MARITTIMA
La crescente complessità delle minacce, compresi gli attacchi alle
infrastrutture sottomarine, le minacce informatiche, i rischi posti
dalle navi non conformi alle norme e dalla flotta ombra e la
contestazione strategica sugli spazi marittimi, richiede una risposta
coordinata, basata sulla tecnologia e adeguata alle esigenze future che copra
la dimensione esterna e interna, nonché la dimensione militare e civile.
Su questo aspetto la Comunicazione Patto per gli oceani dovrebbe tenere
nella dovuta considerazione le criticità che emergono da studi internazionali
autorevoli sia sulle questioni della vetustà del navigio marittimo nonché
dell’aumento degli incidenti in aree portuali o limitrofe a queste nonché della
panoramica annuale degli incidenti marittimi recentemente prodotta dal Comitato
per la sicurezza marittima (MSC) e il Comitato per la protezione dell'ambiente
marino (MEPC) dell'IMO (QUI).
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