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domenica 8 giugno 2025

Patto per gli oceani della UE analisi critica per il trasporto marittimo

Il Patto europeo per gli oceani riunisce le politiche e le azioni dell'Unione europea relative agli oceani e crea un piano unificato e coordinato per la gestione degli oceani anche in relazione ai mari di interesse europeo con il Mediterraneo

Il Patto è stato descritto nella Comunicazione della Commissione UE del 5 giugno 2025 (COM (2025) 281 finale: QUI). Vedi anche la posizione (QUI) della Commissione UE  nella Conferenza (QUI) ONU sugli Oceani

Dalla Comunicazione emergono, come leggeremo nel post che segue queste brevi premesse, criticità e lacune sia nelle vigenti politiche e normative comunitarie sul mare che nella attuazione delle stesse.

In particolare, si confermano le criticità e i ritardi del trasporto marittimo relativamente ad emissioni delle navi e il rischio incidentale (rimosso in parte anche dalla stessa Comunicazione qui esaminata), nella gestione sostenibile degli spazi costieri, nella penalizzazione delle comunità che vivono lungo le coste. Soprattutto emerge un principio per cui la competitività e lo sviluppo della c.d. Blu Economy non potrà che avere la centro la tutela degli ecosistemi marittimi e costieri nonché una visione integrata della pianificazione degli spazi marittimi comprese le aree portuali. All’interno della mia analisi troverete anche riferimenti ad altri documenti ufficiali della UE da me descritti in vari post che confermano la situazione critica dell’impatto del trasporto marittimo, in particolare, sul mare e le nostre coste europee e italiane.

 

 

IL PATTO SUGLI OCEANI SI BASA SU SEI PRIORITÀ

1. Ripristinare la salute e la produttività degli oceani

2. Promuovere la competitività sostenibile dell'economia blu

3. Sostegno alle comunità costiere e insulari

4. Far progredire la ricerca, la conoscenza e l'innovazione oceanica

5. Migliorare la sicurezza e la resilienza marittima

6. Rafforzare la diplomazia oceanica dell'UE e la governance internazionale degli oceani

 

 
 

NUOVA GOVERNANCE DELLA PIANIFICAZIONE DELLO SPAZIO MARITTIMO

Prima di tutto per rispettare dette priorità occorrerà un quadro di governance rafforzato.

È necessario un solido quadro di governance per allineare le azioni a livello dell'Unione, regionale, nazionale e locale attraverso i vari bacini marittimi, coinvolgendo sia i paesi dell'UE che quelli dei paesi terzi.

Sulla base di una consultazione dei portatori di interessi, la Commissione proporrà entro il 2027 una "legge sugli oceani" che si baserà su una revisione della direttiva sulla pianificazione dello spazio marittimo. L'obiettivo sarà quello di rafforzare e modernizzare la pianificazione dello spazio marittimo quale strumento strategico al servizio delle priorità del patto per gli oceani e della loro attuazione, in particolare attraverso un maggiore coordinamento intersettoriale a livello nazionale e un approccio meglio organizzato ai bacini marittimi.

Il numero crescente di attività marittime (energia offshore, pesca e acquacoltura, navigazione, turismo ricreativo e costiero e altro ancora) sta creando una pressione sullo spazio oceanico limitato. Sebbene alcune attività richiedano aree dedicate, parte della strada da seguire risiede in una pianificazione più coordinata che bilanci l'uso individuale e condiviso del mare entro i suoi confini ecologici e la conservazione, promuovendo la coesistenza di varie attività marittime, dando priorità all'inclusione, all'equità e alla solidarietà.

Già qui se vediamo come hanno pianificato le aree portuali in Italia la governance si dimostra che la fanno le lobby del settore marittimo (QUI-QUI-QUI).

 


 

INVESTIRE NELL'ECONOMIA BLU E NELL'INNOVAZIONE

Secondo le stime, le PMI dell'economia blu nell'UE devono far fronte a un deficit di finanziamento compreso tra 60 e 70 miliardi di EUR (QUI) . Le risorse dell'UE da sole sarebbero insufficienti a colmare il divario di investimenti. Pertanto, l'unione di fonti pubbliche e private è fondamentale.

Però aggiunge la Comunicazione della Commissione che gli investimenti pubblici e privati devono rafforzare la resilienza delle comunità costiere e apportare benefici ecologici, climatici, economici e sociali, attraverso il finanziamento dell'UE dei fondi strutturali e di coesione, nonché di Horizon, compresi i programmi Mission Ocean e i prestiti della BEI.

 

 


APPROCCIO INTEGRATO PER LA SALUTE E LA SOSTENIBILITÀ DEGLI OCEANI.

Al di là delle aree marine protette, un approccio ecosistemico alla gestione delle attività in mare, nonché di quelle a terra che incidono sul mare, è fondamentale, come indicato nella Direttiva quadro sulla strategia quadro, al fine di ottenere mari puliti, sani e produttivi e, in ultima analisi, un "buono stato ecologico" (Articolo 3, paragrafo 5, Direttiva 2008/56/CE QUI) e ulteriormente specificato nella Decisione (UE) 2017/848 (QUI).) per tutte le acque marine dell'UE.


Le particolari criticità dell’impatto delle attività marittime su oceani e bacini marini

Si veda la situazione critica dell’impatto delle attività marittime dimostrata dalla Corte dei Conti UE (QUI), nello stesso senso vedi Relazione della Commissione UE del febbraio 2025 (QUIsullo stato dei programmi attuativi della Direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino (QUI) che nelle sue raccomandazioni finali ha indicato quanto segue :

1. affrontare i rischi per gli ecosistemi marini connessi alla prevista espansione della produzione di energia rinnovabile offshore, insieme agli impatti cumulativi delle attività esistenti in mare, attraverso una pianificazione dello spazio marittimo basata sugli ecosistemi.

2. Per quanto riguarda i cambiamenti climatici, tutti gli Stati membri dovrebbero cercare di tenere conto dei cambiamenti climatici nell'elaborazione e nella selezione delle loro misure, in particolare:

2.1. priorizzare le misure che contribuiscono a limitare/ridurre le emissioni di gas a effetto serra, anche ripristinando gli ecosistemi del carbonio blu;

2.2. garantire che altre misure o gruppi di misure non aumentino le emissioni di gas a effetto serra;

2.3.  rafforzare la capacità di adattamento delle comunità costiere ai cambiamenti climatici, ad esempio ripristinando gli ecosistemi costieri.

 

Si veda inoltre la seconda edizione di European Maritime Transport Environmental Report (EMTER), una Relazione (QUI) dello scorso febbraio 2025  congiunta dell'Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA-QUI) e dell'Agenzia europea per l’ambiente (AEA-QUI). Una relazione che fornisce un quadro chiaro delle criticità dello stato delle emissioni da trasporto marittimo.

 

A rafforzare quanto espresso nei documenti meno recenti sopra citati la Comunicazione della Commissione sul Patto per gli oceani afferma che per quanto riguarda l'inquinamento marino, il trasporto marittimo rimane una delle principali fonti che contribuiscono alle emissioni, agli scarichi, ai rifiuti e al rumore sottomarino. Un cambiamento trasformativo nel trasporto marittimo verso la neutralità climatica e l'azzeramento dell'inquinamento possono limitare l'impatto sulla vita marina e contribuire a mantenere e far crescere la competitività dell'UE. Sebbene le leggi esistenti abbiano ridotto l'inquinamento causato dalle navi, sono necessarie ulteriori azioni per frenare gli scarichi di aria e acqua e prevenire le fuoriuscite di pellet di plastica: l'8 aprile 2025 i colegislatori della UE hanno concordato in via provvisoria la proposta di regolamento per prevenire l'inquinamento da microplastiche dovuto al rilascio involontario di pellet di plastica (COM(2023)645: QUI)

La Comunicazione chiede di migliorare CleanSeaNet (QUI) in modo che possa allertare gli Stati membri su un maggior numero di tipi di inquinanti provenienti dalle navi. Peraltro, di migliorare il monitoraggio delle emissioni delle navi è contenuto anche nella sopra citata relazione EMTER.

 



COMPETITIVITÀ DELLA ECONOMIA BLU IN CHIAVE DI SOSTENIBILITÀ.

Secondo la Comunicazione Patto per gli oceani la UE deve rafforzare la propria competitività e accelerare le transizioni strategiche nei settori tradizionali ed emergenti dell'economia blu, concentrandosi in particolare sulla decarbonizzazione e sull'aumento dell'innovazione.

In questo senso, rimanendo al settore del trasporto marittimo, occorre accelerare la decarbonizzazione dello stesso per conseguire i nostri obiettivi climatici richiede la rigorosa attuazione della recente estensione dell'ETS al settore marittimo, il nostro meccanismo di determinazione del prezzo dei gas a effetto serra. Richiede inoltre l'attuazione di FuelEU Maritime, una misura chiave per ridurre l'intensità dei gas serra dei combustibili, stimolare gli investimenti, sviluppare infrastrutture per i combustibili alternativi nei porti e innescare sforzi di coordinamento in tutta la catena di approvvigionamento per realizzare economie di scala. Il quadro per lo zero netto dell'IMO (nonostante le sue luci e ombra-QUI), recentemente concordato, è un passo importante per decarbonizzare l'intero settore industriale.

 

 

TURISMO COSTIERO

La Commissione presenterà una strategia dell'UE per il turismo sostenibile nella primavera del 2026. La nuova strategia promuoverà pratiche a vantaggio sia delle comunità costiere e insulari che delle regioni ultraperiferiche.

 


 

PROTEGGERE E RESPONSABILIZZARE LE COMUNITÀ COSTIERE

Per rafforzare il suo sostegno alle comunità costiere e in linea con la strategia dell'Unione per la preparazione, la Commissione proporrà una nuova strategia dell'UE per lo sviluppo e la resilienza delle comunità costiere nel 2026.

 

 


SICUREZZA MARITTIMA

La crescente complessità delle minacce, compresi gli attacchi alle infrastrutture sottomarine, le minacce informatiche, i rischi posti dalle navi non conformi alle norme e dalla flotta ombra e la contestazione strategica sugli spazi marittimi, richiede una risposta coordinata, basata sulla tecnologia e adeguata alle esigenze future che copra la dimensione esterna e interna, nonché la dimensione militare e civile.

Su questo aspetto la Comunicazione Patto per gli oceani dovrebbe tenere nella dovuta considerazione le criticità che emergono da studi internazionali autorevoli sia sulle questioni della vetustà del navigio marittimo nonché dell’aumento degli incidenti in aree portuali o limitrofe a queste nonché della panoramica annuale degli incidenti marittimi recentemente prodotta dal Comitato per la sicurezza marittima (MSC) e il Comitato per la protezione dell'ambiente marino (MEPC) dell'IMO (QUI).

 

 


 

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