Come si legge sul Secolo XIX di ieri: “Gli armatori
greci della Thenamaris, proprietari della “Seajewel”, la portapetroli battente
bandiera maltese attaccata nella notte tra venerdì e sabato con due ordigni esplosivi
mentre era in rada davanti al porto di Savona, erano stati inseriti nel 2023
nella “black list” dell’Ucraina ed etichettati dalle autorità di Kiev
come “sostenitori di Putin".
Nella cartina pubblicata sopra, fonte Corriere della sera, è illustrata la mappa del rischio attentati terroristici nel mondo.
Visto che anche le stesse Procure
di Savona e Genova, che seguono l’inchiesta "sull'incidente", ammettono di essere di fronte ad un vero e proprio attentato la
cui matrice originaria è da definire per il momento. Comunque sempre attentato resta ad una infrastruttura
definibile critica anche se non di nazionalità italiana ma colpita nelle acque territoriali italiane.
La Liguria nei suoi porti vede la presenza di varie
attività che utilizzano infrastrutture mobili o fisse definibili critiche, su
tutti il rigassificatore di Panigaglia. Mi ha colpito la dichiarazione,
riportata dal Secolo XIX del 19 febbraio, del Sindaco nonché Presidente della
Provincia di Spezia che dopo la notizia dell’attentato suddetto si è affrettato
a rassicurare che: “I piani di sicurezza sono stilati dai vari enti
competenti nei quali abbiamo piena fiducia – osserva il sindaco della Spezia –
comunque serve sempre la massima attenzione ai fenomeni terroristici, perché la
storia ci insegna che la follia di certi uomini non ha limiti”.
Certamente un margine di imprevedibilità quando si parla
di terrorismo ci sta, ma la domanda che dovrebbe porsi anche il Presidente della Provincia spezzina è: davvero i piani di sicurezza sulle infrastrutture critiche
spezzine, ma aggiungerei italiane, sono così “affidabili”
Per rispondere alla domanda nel post che segue cercherò
prima di tutto di analizzare, sulla base di documenti ufficiali provenienti da
fonti attendibili alcune anche istituzionali, quale livello di rischio sussiste
per le infrastrutture critiche, come viene disciplinata la prevenzione di
questo rischio ma anche le lacune nella applicazione di questa disciplina.
Nell'ultima parte del post analizzerò la normativa sulla
prevenzione del rischio di incidenti (da attentati ma anche eventi naturali)
delle infrastrutture critiche in relazione al rigassificatore di Panigaglia a
cominciare dalla mancanza di trasparenza sullo stato della prevenzione del
rischio di attentati e incidenti. Mancanza di trasparenza che traspare, come
dimostrerò dai documenti ufficiali citati nella prima parte del post, riguarda
tutte le infrastrutture critiche italiane e non solo.
Intanto cosa sono le infrastrutture critiche e come sono disciplinate
sotto il profilo della prevenzione del rischio di attentati terroristici e
gravi incidenti da eventi naturali.