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lunedì 6 maggio 2019

Sul biodigestore spezzino: alcuni chiarimenti contro le inesattezze che girano in questi giorni.


Credo sia necessario fornire ai cittadini alcune ulteriori informazione sullo stato della procedura per autorizzare il biodigestore (trattamento rifiuti organici) previsto in Provincia della Spezia.

Ho già spiegato in altri post  (QUI) che attualmente è in vigore un Piano Provinciale recepito dal Piano di Ambito Regionale che prevede la realizzazione di un biodigestore in località Boscalino.
A prescindere dalla bontà di questa scelta (che ho già avuto modo di contestare, QUI, quanto meno nel  metodo) attualmente il Piano con il sito di Boscalino sono pienamente in vigore.

Ricordato quanto sopra, in questi giorni mi capita di leggere inesattezze piuttosto gravi sui contenuti dei Piani attualmente in vigore. Inesattezze che , al di la della buona fede di chi le ha formulate, rischiano di sfalsare il dibattito sulle scelte relative alla chiusura del ciclo dei rifiuti.
Vediamole queste inesattezze con relative spiegazione correttive tratte dagli atti ufficiali.




LA PRIMA INESATTEZZA riguarda la tesi per cui il Piano di Ambito Regionale prevederebbe altri siti rispetto a quello di Boscalino. Le cose non stanno assolutamente così basta leggere il Piano.


A fianco trovate lo stralcio della parte di Piano che riguarda il sito del Biodigestore spezzino con le relative quantità potenziale di rifiuto organico da trattare. Risulta con chiarezza che non si faccia  riferimento a nessun altro sito. Peraltro in coerenza con le precisazioni apportate, dalla delibera del Consiglio Provinciale che approvò lo scorso 6 agosto 2018, al Parere Motivato n° 100 del 18/12/2017 che ha concluso la procedura regionale di VAS del Piano di Area per la gestione dei rifiuti della Provincia spezzina. In particolare in quella delibera del 6 agosto. In particolare alle pagine 5 e 6 la delibera provinciale afferma: “Recos. SpA ha proposto il sito di Boscalino per realizzare un impianto adeguato alle produzioni attese dai Comuni della provincia della Spezia e del flusso previsto dall’area del Tigullio… Recos Spa ha presentato un progetto preliminare dal quale si evince la adeguatezza del sito di Boscalino per la realizzazione dell’impianto proposto… la verifica suggerita da Arpal risulta positivamente risolta dall’esame dei documenti di progetto, documenti che non erano nella disponibilità dell’Arpal in quanto non inclusi tra quelle trasmessi per la VAS” . Il 9 agosto 2018 l’Assessore Regionale Giampedrone precisava ulteriormente (QUI):” il parere Vas (Valutazione ambientale strategica) n.100, assunto con Dgr n.1168 del 2017 sul Piano d’Area di La Spezia, non ha affatto “bocciato” la localizzazione di Boscalino per il biodigestore, ma si è limitato a manifestare alcuni dubbi in merito alla coesistenza del sito di Boscalino per gli anni 2018/2020 con una stazione di trasferimento in concomitanza con i lavori di realizzazione dell’impianto di digestione anaerobica, considerate le dimensioni limitate dell’area in questione. La Provincia della Spezia, con la revisione del proprio Piano ai fini di conformarsi al parere Vas, ha specificato le motivazioni che hanno condotto all’indicazione di tale sito


LA SECONDA INESATTEZZA verte su una interpretazione della norma nazionale che prevede, in poche parole, di realizzare impianti come quello di cui stiamo trattando, fuori della Pianificazione Pubblica.
Anche qui facciamo parlare il Piano di Ambito Regionale (nella parte a stralcio riprodotta a fianco). Risulta con chiarezza che uno dei tre biodigestori di cui si scrive nel passaggio qui riprodotto è quello della Provincia spezzina. Non a caso il testo qui riportato afferma di "3+1" biodigestori. Vale a dire che in linea meramente teorica si possono prevedere ulteriori impianti di iniziativa privata ma che possono riguardare la intercettazione di quella parte di organico ulteriore che nel Piano Regionale di Gestione Rifiuti era collocabile in impianti aerobici.
Inoltre occorre dire che sulla possibilità di realizzare biodigestori di iniziativa privata fuori della pianificazione pubblica, per intercettare rifiuti organici fuori dell’ambito regionale unico o comunque non rientranti nelle quantità indicate dal Piano, è intervenuto recentemente il TAR Liguria (sentenza N° 877 del 12/11/2018) sul caso del Progetto di Biodigestore nel Comune di Isola del Cantone (GE).  La questione affrontata nella sentenza riguarda proprio la possibilità di realizzare un biodigestore ad iniziativa privata e non previsto dal Piano Regionale per il sito specifico.  La Regione Liguria nel difendere la scelta del sito e del progetto aveva affermato che i Piani pubblici sui rifiuti non hanno contenuto precettivo, per cui la loro violazione non potrebbe riverberarsi nella illegittimità della VIA positiva dell’impianto in questione. Il TAR contestando le motivazioni della Regione e annullando quindi la VIA positiva ha affermato: “ L’art. 181 comma 5 citato ammette infatti la libera circolazione sul territorio nazionale di quanto proviene dalla frazione dei rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata, ma privilegia  <<…il principio di prossimità agli impianti di recupero…>>; … sarebbe contraddittorio restringere la valutazione alla sola possibile incidenza dell’impianto sulla qualità delle acque, così come sembra indicare il carteggio relativo alla decisione di dar corso alla VIA, quando la regione Liguria e la provincia di Genova hanno approvato da tempo i piani ricordati che mirano appunto a disciplinare l’attività delle amministrazioni pubbliche nel settore di che si tratta; il principio dell’autovincolo induce a considerare incoerente la pretesa che le norme degli strumenti citati siano disattese nell’esame in corso. Su tali presupposti può osservarsi la complessiva correttezza della tesi sostenuta dal ricorrente comune nella parte in cui lamenta la violazione del comma quinto del ricordato art. 181 del codice ambiente, sì che il profilo dell’illegittimità più generale va individuato nella violazione del criterio di legge che postula la preferenza per lo 
smaltimento dei beni in prossimità al luogo della loro creazione quali rifiuti.”


Peraltro è pur vero che nel Piano di Ambito Regionale si  faccia riferimento anche ad impianti privati per la gestione dei rifiuti organici ma in relazione alla fase transitoria attuale, non certo alla fase a regime dove gli impianti previsti sono 3, uno per provincia, a parte quello di Savona già esistente.  Anche qui si veda quanto riportato a fianco a stralcio da detto Piano di Ambito Regionale.



LA TERZA INESATTEZZA riguarda le modalità con cui il Piano di Ambito Regionale deve esser rivisto.
Anche qui è il Piano stesso a definire le modalità di una sua eventuale revisione,  come emerge dallo stralcio al Piano  riprodotto a fianco. Da quanto qui riportato risulta con chiarezza che solo con un report specifico (traguardato al 2020) si potrà parlare di una revisione del Piano ma solo in caso di mancato rispetto delle tempistiche previste dal Piano stesso. Invece nel  quadro programmatico dello Studio di Impatto Ambientale presentato per il progetto di Biodigestore a Saliceti (in pieno contrasto con quanto previsto dal Piano di Ambito come dimostrato sopra)  si legge che la giustificazione dello spostamento del sito da Boscalino a Saliceti si fonda sulla delibera del Comitato di Ambito n°10 del 13/12/2018 che si riferisce al piano di emergenza fino al 2020 (problematiche di gestione flussi rifiuti urbani e assimilati dopo il crollo del Ponte Morandi) ma che non tratta minimamente del sito del biodigestore spezzino. Come dire che nel Comitato di Ambito hanno una sfera di cristallo e sono riusciti ad anticipare ora quello che succederà dopo il 2020 e oltretutto citando a giustificazione dati su quantità dei rifiuti organici da smaltire nell’ipotizzato biodigestore spezzino che sono gli stessi previsti dal Piano di Ambito Regionale approvato nell’agosto del 2018: 60.000 tonnellate/anno comprensive di quelle prodotte nel Tigullio genovese,alla faccia della presunta emergenza futura!



CONCLUSIONI
È indiscutibile che questo modo di procedere della Regione sia illegittimo. Come ho già avuto modo di spiegare se il Piano non va più bene deve essere modificato. Ci vuole un nuovo Piano , una nuova VAS  mettendo a confronto non solo ipotesi di sito ma anche di tecnologie per chiudere il ciclo dei rifiuti compresi gli organici.
Fuori da questo percorso amministrativo non sono accettabili Inchieste Pubbliche di nessun genere perché trasformerebbero il tutto in una insensata “guerra” tra siti.
Per quanto mi riguarda se la Regione, con l’avvallo per ora silente della Provincia spezzina, continuerà su questa linea ritengo che i cittadini e i Comuni interessati debbano boicottare la prospettata Inchiesta Pubblica e prepararsi a ricorrere alla giustizia amministrativa per il momento…


P.S.
a proposito poi di siti adeguati guardate cosa diceva il vecchio Piano Rifiuti Provinciale per il sito di Saliceti sotto il profilo delle criticità sulla collocazione di impianti in quell'area: 
1. interferenza con l'autostrada
2. area inondabile ai sensi delle norme di salvaguardia della Autorità di Bacino Fiume Magra
3. vicinanza del Parco Fluviale Magra Vara.
Son passati quasi 18 anni da quanto venne elaborato quel Piano e non mi pare che in quel sito il fiume o il Parco  si siano estinti! 

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