SEZIONI DI APPROFONDIMENTO E DOCUMENTAZIONE

lunedì 19 agosto 2013

Diffida a continuare gli scavi in Piazza Verdi

Di seguito il testo della Diffida inviata alla ditta che che gestisce il cantiere di Piazza Verdi  affinché non proseguano i lavori di scavo a ridosso dei filari di pini oggetto della procedura di verifica dell'interesse culturale (ai sensi del Codice dei Beni Culturali) avviata di ufficio dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici. 








La Spezia 15/8/2013

Oggetto: Diffida ad intervenire sulle parti centrale della Piazza Verdi



Al Rappresentante Legale della   N.E.C. srl -Nuova Edilizia e Cave- con sede in loc. Greti di San Martino -Follo (SP)-
Al Direttore del Cantiere per il progetto di riqualificazione della Piazza Verdi

e p.c. 
Al Sindaco del Comune della Spezia dott. Massimo Federici
Al Responsabile del Procedimento Ing. Claudio Cannetti
Al  Direttore Regionale per i Beni Culturali Architetto Maurizio Galletti
Al responsabile della Soprintendenza per i Beni Architettonici Arch. Luisa Papotti
Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale della Spezia

  

Considerato che in data 17/6/2013 con atto della Direzione Regionale per i beni culturali e successivamente della Soprintendenza per i Beni Architettonici è stata sospesa la attività del cantiere di Piazza Verdi in particolare per la parte centrale interessata dal filare dei pini.

Considerato che in data 17/7/2013 con atto della Soprintendenza per i Beni Architettonici veniva avviata di ufficio la procedura di verifica dell’interesse culturale della piazza Verdi: “….che per quanto ad oggi risultante, rappresenta l’esito di un importante intervento di disegno urbano conseguente al piano regolatore del 1904-1908, realizzato tra gli anni Venti e gli anni Quaranta del Novecento grazie alla demolizione del Politeama, alla progressiva definizione di quinte architettoniche di pregio – tra cui emerge il Palazzo delle Poste – ed al completamento con alberature, quest’ultimo eseguito tra il 1937-39

Considerato che in data 19/7/2013 con atto della Soprintendenza per i Beni Architettonici avviava la procedura di riesame e eventuale annullamento di ufficio della autorizzazione del 6/11/2012. Rilevato che in tale atto si sottolineava l’errore sulla datazione della collocazione dei pini sulla base del quale sarebbe stata rilasciata la autorizzazione del 6/11/2012 ora da riesaminare. Che detto riesame secondo l’atto del 19/7/2013 è finalizzato ad effettuare: “un approfondimento ed una verifica della autorizzazione rilasciata, limitatamente a quanto accertato a proposito della alberata centrale della piazza, tal da valutarla, a differenza di quanto avvenuto nel corso del primo esame, come elemento soggetto ai disposti di tutela di cui alla parte II del D.lgs 42/2004 e pertanto meritevole di essere considerata quale elemento da ricomprendere nel progetto di riqualificazione di Piazza Verdi

Considerato che l’atto della Direzione Regionale per i Beni Culturali del 17/6/2013, di sospensione della attività di cantiere nella parte centrale della Piazza Verdi, concludeva affermando che nel caso si accertasse l’interesse culturale di elementi prima non valutati occorrerà una nuova autorizzazione ai sensi dell’articolo 21 del D.lgs 42/2004

Considerato che l’allegato alla Relazione del luglio 2013, commissionata dal Comune della Spezia, sulla stabilità dei pini componenti il filare della parte centrale della Piazza, affermava la necessità di precise e puntuali prescrizioni di cantiere in relazione ai lavori della parti esterne della piazza al fine di tutelare detti pini 

Rilevato che a tutt’oggi non è dato sapere quali siano le prescrizioni adottate al fine del precedente capoverso, ne risulta che tali prescrizioni siano state validate dalla Soprintendenza e della Direzione Regionale trattandosi di prescrizioni relative alla tutela preventiva di beni potenzialmente sottoponibili a vincolo culturale ai sensi del D.lgs 42/2004

Considerato infine che con nota del 9/8/2013  la Direzione Regionale per i Beni Culturali, prendendo atto della ricezione di detta Relazione Peritale, impegnava la Soprintendenza per i Beni Architettonici a “individuare eventuale altro Istituto Universitario che possa fornire qualificata consulenza in materia fitologica…nonché verificare, attingendo alla pubblicistica in materia, le specifiche tecniche di sostentamento degli esemplari arborei di interesse culturale ammalorati. Tanto si richiede al fine di acquisire ogni informazione utile in ordine alla possibilità di mantenere in situ o meno i pini ritenuti non idonei a durare nel breve periodo o quelli considerati pericolanti.”


Considerato tutto quanto sopra, e nelle more delle istruttorie e verifiche sopra riportate

i sottoscritti cittadini

DIFFIDANO

La ditta e il Direttore del Cantiere in oggetto  ad effettuare qualsiasi ulteriore scavo che possa danneggiare anche solo indirettamente la alberatura centrale della piazza realizzando potenzialmente il reato ex articolo 733 del Codice di Penale di Danneggiamento al patrimonio archeologico, storico , artistico nazionale, nonché il reato ex articolo 169 del D.lgs 42/2004 di opere illecite su beni di interesse culturale.




1 commento:

  1. E' un massacro continuo: "potature" quasi mai necessarie eseguite in spregio a qualsiasi tecnica agronomica, estranee al buon senso ed al buon gusto; amputazione continua di grosse radici per ogni genere di scavo, costipazione del terreno e conseguente asfissia radicale: poi uno dice che l' albero è malato, quindi pericoloso, quindi da abbattere, (magari con folkloristico corredo di disinfezioni del sito e distruzione in sicurezza del materiale di risulta...). Con questo accanimento contro la vegetazione urbana arborea nessun agronomo-forestale potrà mai assumersi la piena responsabilità, se non relativamente ad alberi dimostrati più che sani anche con l' utilizzo dei più sofisticati strumenti, di garantire che un grosso albero non farà danni. Questo costante massacro e disprezzo degli alberi li trasforma tutti in oggetti di decoro (!) accettabili solo fintanto che le loro dimensioni siano tali da non fare danni cadendo. Poi si abbattono, perchè "oggettivamente" pericolosi; se ne impiantano altri destinati allo stesso trattamento che li renderà fragili e malsani e ne giustificherà l' abbattimento nel pieno vigore, per piantarne degli altri,...ammalarli... abbatterli dopo pochi decenni..... Forse è solo superficialità ed ignoranza ma sembra quasi un disegno perverso.

    RispondiElimina