Da un punto di vista normativo ho dimostrato qui come sia possibile chiudere il gruppo a carbone, da un punto di vista ambientale e sanitario rinvio all’ottimo lavoro del Comitato Spezia via dal carbone.
Ma le tesi dell’Assocarboni sono più insidiose perché fondate su argomentazioni energetiche ed economiche che stanno alla base delle giustificazioni che i nostri amministratori locali usano per mantenere il gruppo a carbone nella centrale di Spezia.
È quindi fondamentale per dimostrare anche da un punto di vista energetico ed economico la non strategicità del gruppo a carbone alla Spezia e la non strategicità dell’uso di questo combustibile nelle centrali italiane.
Di seguito riporto una serie di tabelle di sintesi nelle quali metto a confronto le tesi di Assocarboni a favore dello sviluppo dell’uso del carbone nella generazione termoelettrica e i documenti delle Istituzioni nazionali e internazionali che dimostrano esattamente il contrario…….
TESI ASSOCARBONI
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RISPOSTE DALLA DOCUMENTAZIONE DELLE ISTITUZIONI INTERNAZIONALI,
EUROPEE E NAZIONALI
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Decisione della Commissione UE (1) Con la quale sono stati tagliati gli aiuti alle miniere di carbone non più competitive. Come si legge nelle premesse la definizione di non competitività non dipende tanto dalla diversità del costo del lavoro ma, cito dalla Decisione, dalla affermazione che : “La politica dell’Unione volta a promuovere le fonti energetiche rinnovabili e un’economia a basse emissioni di carbonio sostenibile e sicura non giustificano un sostegno temporalmente illimitato alle miniere di carbone non competitive”. D’altronde sempre la Commissione UE ha stimato in circa 3 miliardi di euro all’anno i sussidi pubblici che hanno sostenuto la filiera europea del carbone tra il 2007 e il 2009 (2 dei quali nella sola Germania).
“ Se entro il
2017 non verrà implementata una nuova
e decisa azione, le infrastrutture connesse al settore energetico
esistenti in quel momento produrranno
l’intero volume di emissioni di CO2 consentito nello Scenario 450 al
2035. In questa ipotesi, non rimarrebbe
alcuno spazio di inserimento per centrali elettriche stabilimenti industriali
ed altre infrastrutture di nuova costruzione a meno che non siano a zero emissioni di anidride carbonica, il
che sarebbe estremamente costoso. Ritardare
l’azione è un finto risparmio: per ogni dollaro di investimento
evitato nel settore elettrico prima del 2020, sarà necessario investire 4,3
dollari in più negli anni successivi al fine di controbilanciare l’aumento
delle emissioni.”
(2) per il testo vedi qui |
TESI ASSOCARBONI
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RISPOSTE DALLA DOCUMENTAZIONE DELLE ISTITUZIONI INTERNAZIONALI,
EUROPEE E NAZIONALI
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Rapporto Agenzia Internazionale Energia (1)
"Le emissioni di CO2 legate all'energia
sono ai massimi storici, nel quadro delle politiche attuali, si stima che il
consumo energetico e le emissioni di CO2 aumenterebbero di un terzo entro il
2020 e di quasi il doppio entro il 2050. Questo probabilmente porterà le
temperature globali di almeno 6° C in più. Tale risultato potrebbe essere
affrontato dalle future generazioni con notevoli difficoltà economiche, di
sicurezza ambientale ed energetica, un'eredità che, a quanto so, nessuno di
noi vuole lasciare».
(1) "Tracking Clean Energy
Progress - Energy Technology Perspectives 2012 excerpt as IEA input to the
Clean Energy Ministerial" vedi qui
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TESI ASSOCARBONI
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RISPOSTE DALLA DOCUMENTAZIONE DELLE ISTITUZIONI INTERNAZIONALI,
EUROPEE E NAZIONALI
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Non è vero che l’effetto serra è incrementato dal carbone nella generazione termoelettrica in Italia, la responsabilità maggiore è del metano e dell’olio combustibile |
Rapporto Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (1) 1. a parità di energia prodotta il carbone produce oltre il doppio di gas serra rispetto alle centrali a gas” (pagine 27 e 28 del Rapporto ISPRA). Infatti nel 2009 la produzione di grammi di CO2 per Kwh è stata di 892 per il carbone e di 376 per il gas naturale: vedi tabella 1.15 pagina 30 del Rapporto 2. le centrali a carbone sono nettamente meno efficienti di quelle a gas: vedi pagina 15 del Rapporto, 3. le centrali a ciclo combinato (gas) hanno minori consumi proporzionali di elettricità per servizi ausiliari e perdite nei trasformatori, cioè sono più efficienti energeticamente anche nel loro funzionamento interno: vedi pagina 17 del Rapporto; 4. “Complessivamente l’intero parco termoelettrico nazionale presenta, a partire dal 1990, un incremento della produzione elettrica cui non è corrisposto un proporzionale incremento delle emissioni di CO2…….La diminuzione del fattore di emissione è dovuta principalmente al costante incremento della quota di gas naturale nella produzione elettrica ed alla continua diminuzione del fattore di emissione specifico per il gas naturale, diminuzione dovuta a sua volta all’incremento dell’efficienza di conversione elettrica degli impianti alimentati da gas naturale.”: vedi pagine 30 e 31 del Rapporto.
(1) per
il testo vedi qui
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TESI ASSOCARBONI |
RISPOSTE DALLA
DOCUMENTAZIONE DELLE ISTITUZIONI INTERNAZIONALI, EUROPEE E NAZIONALI |
Le emissioni da CO2 non sono inquinanti |
La CO2 non è un inquinante diretto (come ad esempio le
polveri fini) ma ha un impatto sulla salute indiscutibile. |
TESI ASSOCARBONI
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RISPOSTE DALLA DOCUMENTAZIONE DELLE ISTITUZIONI INTERNAZIONALI,
EUROPEE E NAZIONALI
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Il carbone in Italia è usato pochissimo |
Studio ISPRA (1) “ il carbone nella generazione termoelettrica in Italia è passato dalla produzione di 26.000 GWH (nel 2000) a quasi 40.000 GWH (2009)” (vedi pagina 12 del Rapporto).
(1) Istituto Superiore per la protezione e la
ricerca ambientale – per il testo vedi qui
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2. la Relazione annuale del Gestore dei Mercati energetici per il 2010. Relativamente alla evoluzione del mercato del carbone la Relazione afferma (pagina 55 e 56): “A partire dalla seconda metà del 2009, il flusso tipico del carbone nelle principali macro-aree geografiche è stato stravolto dalle differenti velocità di crescita economica, fino al punto che quote consistenti di prodotto sudafricano (prodotto di riferimento storico per il mercato europeo) vengono esportate in India e altri paesi orientali, per far fronte alla crescente richiesta del continente asiatico rispetto al calo di domanda europea (-6% nel 2009). Una trasformazione epocale se si considera che il prodotto sudafricano, dall’avvio della sua commercializzazione, è stato rivolto per circa il 98% al solo mercato atlantico e in particolare all’Europa. In effetti la Cina nel 2009 haregistrato un boom di importazioni che hanno raggiunto i 92 milioni di tonnellate (M/t) di steam coal (+173% rispetto al 2008) contro un crollo del 47% delle esportazioni (18 M/t). Similmente in India l’import nel 2010 è cresciuto del 49% (da 38 M/t a 56 M/t)……..L’andamento degli indici di prezzo medio nel 2010 ha registrato un incremento pesante attestandosi a 92,5 $/t al porto di sbarco di Rotterdam (CIM CIF ARA: +31,1%), a 91,7 $/t al porto di imbarco di Richards Bay-Sud Africa (FOB RB: +43,0%) e a 115,4 $/t per l’indice di prezzo cinese (Qinhdao STM FOB: +32,4%).”
Il Gestore dei Mercati Energetici è la società costituita dal Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale SpA (GSE SpA) a cui è affidata la organizzazione e la gestione economica del mercato elettrico (Borsa elettrica italiana), secondo criteri di neutralità, trasparenza, obiettività e concorrenza tra produttori. Essa assicura, inoltre, la gestione economica di una adeguata disponibilità della riserva di potenza.
3. Secondo il Rapporto "Coal occupying the London Stock Exchange" (per il testo vedi qui) siamo di fronte ad un possibile rischio finanziario visto il collegamento tra la forte presenza nei mercati finanziari di imprese minerarie e politiche contro l’effetto serra ormai sempre più avviate dai vari stati e organizzazioni internazionali.
E LA CENTRALE ENEL DI SPEZIA? INEFFICIENTE E PRO EFFETTO SERRA
La centrale Enel di Spezia conferma i dati negativi generali riportati nelle schede precedenti in relazione alla sua inefficienza e forte capacità di emissione di CO2. Anche qui mi limito a citare i dati ufficiali:
Dal Rapporto dei consulenti del Comune per il nuovo Piano Energetico Comunale (PEC)
1. “A fronte di una riduzione della produzione elettrica, nel corso degli anni descritti nel grafico, del 35% circa, la CO2 risulta ridursi solo del 13%. Ciò è principalmente dovuto allo specifico utilizzo della centrale. Come già descritto in bilancio, infatti, la stessa nonostante sia costituita da 2 unità a turbo gas ed una a carbone, viene fatta funzionare prevalentemente a carbone, con una riduzione costante della quota di gas naturale nel corso degli anni.” E’ evidente che a livello nazionale, si registri, per kWh prodotto dal parco termoelettrico, una lenta decrescita della quota di CO2 emessa. All’opposto, alla Spezia, la Centrale, nel corso degli ultimi anni tende ad emettere una quota specifica sempre maggiore. Percentualmente il fattore di emissione medio nazionale (escludendo la quota di rinnovabili parte del mix elettrico nazionale) decresce fra 2002 e 2007 del 13% circa; presso la Centrale spezzina, tale fattore, all’opposto, si incrementa del 36% circa, negli stessi anni.”
2. “il Monossido di carbonio (CO), presente nelle emissioni al camino della centrale, è sintomo di una probabile incompleta combustione. Infatti, in generale, il carbonio, durante la combustione, in presenza di ossigeno, si combina per formare l’anidride carbonica. Per ragioni difficili da definirsi, in camera di combustione si possono creare zone ristrette dove la reazione risulta incompleta, per cui nei fumi emessi risulta presente una certa quantità di monossido. La presenza di monossido si traduce sia in perdita in termini di calore che di efficienza della centrale ed economica complessiva.”
A questi dati elaborati direttamente sulla centrale di Spezia occorre aggiungere che:
1. La centrale di Spezia nel solo 2007 (vedi qui) ha emesso 3 milioni e seicentomila circa tonnellate di CO2! Il Comune prevede nel suo piano una riduzione massima (nello scenario a breve termine o comunque più fattibile perché legato a scelte nazionali/regionali o politiche in atto della UE) di sole 28.246 tonnellate di CO2, di contro ad una centrale che ne produce oltre 3 milioni/anno
2. Secondo lo studio ISPRA più volte citato in pr3cedenza, relativamente alla produzione di emissione di gas serra evitati tra il 1990 al 2009 (grazie al mix di combustibili o interventi tecnologici) si afferma che ”per gli impianti alimentati da combustibili solidi e da prodotti petroliferi occorre considerare il contributo dei processi di desolforazione e denitrificazione la cui richiesta energetica spesso compensa o supera i progressi tecnologici in efficienza.” Quindi la desolforazione dei fumi delle centrali termoelettriche riduce l’efficienza energetica degli impianti e quindi contribuisce a produrre più gas serra a parità di energia prodotta. Come è noto la sezione a carbone della centrale di Spezia ha la desolforazione dei fumi!
NONOSTANTE QUANTO SOPRA LA CENTRALE ENEL RISCHIA DI VENIRE NUOVAMENTE AUTORIZZATA PER ALTRI 10-15 ANNI CON L'ATTUALE GRUPPO A CARBONE!!!
Gentile Dott. Grondacci,
RispondiEliminascopro dal suo ultimo commenti su Città della Spezia questo suo Blog e non mancherò di esaminare le cose da lei scritte.
Ora devo uscire e non ho immediatamente il tempo di replicare, ma dalla veloce scorsa che ho fatto degli orgomenti, come proposti, noto che le è abituale stravolgere il senso delle cose per forse far apparire logiche le sue considerazione ed analisi.
Nulla di più fuorviante e sbagliato, perchè prima di tutto dimostra che lei sarà certamente un giurista (non volevo certo ridicolizzare questa sua professionalità - mi stupiva solo il fatto di legare aspetti pseudo ambientali con quelli giuridici), ma dimostra di non avere molta conoascenza dei fondamentali che riguardano la produzione elettrica nel mondo e soprattutto nei grandi Paesi avanzati. Suggerirei che esaminasse meglio questo aspetto (G8 e G20) per poi magari rivedere il perchè i combustibili fossili sono stati fondamentali per questo sviluppo e continueranno ad esserlo ancora per i prossimi 30-40 anni (IEA Parigi).
Coerdialità.
Rinaldo Sorgenti
ma che cordialità lei mi accusa di stravolgere i dati che cito a mio uso consumo, mi accusa di non capire un tubo di quello di cui tratto. Quindi lasciamo perdere i convenevoli. Tanto è chiaro il suo disprezzo intellettuale verso di me. Io invece non disprezzo nessuno al massimo contesto. Detto questo a me pare che sia lei a stravolgere quello che scrivo: so bene che le fonti fossili sono state fondamentali per lo sviluppo avuto fino ad oggi soprattutto nell'occidente. Il problema è che questo modello di sviluppo sta andando in crisi per vari motivi e non solo ambientali. Gli studi che io cito nel mio post che lei ora contesta sono tutti ufficiali e tutti, in modo più o meno accelerato pongono una questione di fondo: bisogna andare verso il superamento del modello energetico fondato sulle fonti fossili a cominciare proprio dal carbone come pure dalle altre fonti. Si tratta di costruire un modello di transizione ma la tendenza deve essere questa. Di questo dovremmo discutere seriamente l'importante è che non cerchi di dimostrare cose non dimostrabili: tipo l'effetto serra ha origini naturali e altre sue affermazioni che ripeto ho contestato sempre citando studi ufficiali. Saluti senza finte cordialità.
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