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domenica 14 novembre 2021

Centrali a gas: le contraddizioni del nuovo Rapporto Terna sulle necessità del sistema elettrico nazionale

Il nuovo rapporto di adeguatezza del sistema elettrico nazionale presentato da Terna pochi giorni fa, da una lettura apparente e non analitica, sembra affermare la necessità delle nuove centrali a gas (compresa quella proposta a Spezia) per la transizione alle fonti rinnovabili.

Il Rapporto va ad integrare quanto uscito nei giorni scorsi sulla decisione del Ministero della Transizione Ecologica di permettere l’accesso ai milioni di euro del meccanismo capacity market anche ai progetti che non hanno avuto l’autorizzazione come è il caso del progetto di centrale a gas proposto a Spezia.

Il tutto condito dalle solite dichiarazioni (QUI) arroganti del tecnocrate Ministro della Transizione Ecologica secondo il quale criticare il proliferare di centrali a gas nel futuro energetico italiano è “fare voli pindarici” sic!  

Considerata la autorevolezza sia tecnica che istituzionale di questo Rapporto e di queste dichiarazioni è necessario entrare nel merito delle stesse sottolineandone le contraddizioni e i limiti anche normativi.

È quello che cercherò di fare in questo post perché qualsiasi cosa succederà sul progetto di centrale a gas spezzino, e ovviamente mi auguro che non venga realizzata, è giusto che le rimozioni, le contraddizioni, la mancanza di trasparenza e i ritardi clamorosi di chi ci ha governato negli anni passati ed ora siano portate alla discussione pubblica. Dopo oltre 60 anni di centrale a carbone e servitù varie gli spezzini lo meritano!

 

Il futuro dell’area Enel riguarda prima di tutto gli spezzini oltre che il resto del Paese, non è demagogia localistica ma rispetto dei principi stessi affermati dal nuovo Green Deal europeo.

L’articolo 9 del Regolamento UE 2021/1119 (quadro per conseguire la neutralità climatica) recita: “La Commissione coinvolge tutte le componenti sociali per offrire loro la possibilità, e investirle della responsabilità, di impegnarsi a favore di una transizione giusta ed equa sul piano sociale verso una società climaticamente neutra e resiliente al clima. La Commissione facilita processi inclusivi e accessibili a tutti i livelli, incluso nazionale, regionale e locale, che coinvolgono le parti sociali, il mondo accademico, la comunità imprenditoriale, i cittadini e la società civile, al fine di scambiare le migliori pratiche e individuare le azioni che contribuiscono a conseguire gli obiettivi del presente regolamento. La Commissione può avvalersi delle consultazioni pubbliche e dei dialoghi multilivello sul clima e sull’energia istituiti dagli Stati membri”.

 

 

RAPPORTO DI ADEGUATEZZA TERNA 2021 (QUI)

L’adeguatezza consiste nell’assicurare che la capacità produttiva disponibile, comprese le importazioni e gli accumuli, sia sufficiente a soddisfare la domanda di energia richiesta in ogni ora e in ogni zona del paese.

La sicurezza, invece, rappresenta la capacità del sistema elettrico di resistere a modifiche dello stato di funzionamento a seguito di disturbi improvvisi, senza che si verifichino violazioni dei limiti di funzionamento del sistema stesso.

Per un approfondimento su queste de definizioni vedi QUI.

A pagina 26 del Rapporto di Terna si legge: “…, ad oggi il sistema elettrico italiano presenta ancora circa 6 GW di capacità di generazione (circa il 10% della capacità termoelettrica totale in Italia) da carbone distribuiti su 7 centrali come rappresentate in Figura 11. Tale capacità pur contribuendo in modo marginale alla copertura del fabbisogno in energia, fornisce altresì un contributo determinante alla copertura dei picchi di carico e quindi a garantire l’adeguatezza del sistema elettrico italiano.”

Questa affermazione purtroppo conferma il rischio del permanere del carbone anche a Spezia, almeno a breve termine, ma come ho dimostrato QUI questo non è scontato dipende molto anche dalla politica.  


Ma soprattutto per chiudere con il carbone occorre rimuovere il potenziale “ricatto” della nuova servitù energetica legata al progetto di centrale a gas proposto da Enel a Spezia. Ricatto legato agli incentivi del Capacity Market.

A pagina 27 del Rapporto Terna si legge: “ll Capacity Market è stato costruito in un’ottica di neutralità tecnologica, considerando quindi tutte le tecnologie che possono contribuire all’adeguatezza del sistema elettrico

Davvero è così? non direi proprio.

I dati ufficiali su quanto assegnato nelle due aste affermano ben altro:

 

 

COSA È STATO ASSEGNATO CON LE DUE ASTE DEL CAPACITY MAKET ASSEGNATE AD OGGI

Nelle aste del 2019 (QUI) sono risultati aggiudicatari di contratti circa 6,5 GW di nuova capacità termica nominale, a cui si aggiungono oltre 310 MW di capacità solare e di accumulo

Sulla base degli esiti forniti da Terna relativi alla prima asta, risultano aggiudicati circa 36,5 GW di capacità sul territorio nazionale e circa 4,4 GW su territorio estero. Della capacità aggiudicata, 1 GW è generato da fonti rinnovabili non programmabili (eolico, fotovoltaico e idroelettrico).


Nelle aste per anno di consegna 2023 (QUI) sono stati assegnati 43,4 GW, di cui 39 GW di Capacità Nazionale e 4,4 GW di Capacità Estera, 1,3 GW di fonti rinnovabili. Tutta la capacità offerta a livello nazionale è stata assegnata. I partecipanti con maggiore capacità assegnata nazionale sono Enel Produzione (11,8 GW), A2A (5 GW), Eni (3,8 GW)

Tutto questo in palese contraddizione con la vigente normativa UE che ha istituito il meccanismo di capacità. Il Regolamento UE 2019/943 (QUI), che ha previsto detto meccanismo, non vincola la istituzione dei meccanismi di capacità all’uso delle fonti fossili delle generazione termoelettrica e quindi neppure a tetti obbligatori da garantire come si evince dagli articoli 21 (Principi generali per i meccanismi di capacità) e 22  (principi di concezione per i meccanismi di capacità).

 

 

QUALE DISCIPLINA NAZIONALE DEL CAPACITY MARKET CONTRADDIZIONI CON IL PROGETTO DI CENTRALE A GAS SPEZZINO E TENDENZE INVOLUTIVE

Intanto un elemento giuridico completamente rimosso dal rapporto.

Il Decreto 28 giugno 2019 (QUI) che ha disciplinato fino ad oggi il meccanismo del capacity market all’articolo 6 e all’allegato 1 a cui fa rinvio prevede esplicitamente che senza autorizzazione rilasciata non si possa accedere agli incentivi del capacity market. La scadenza è stata recentemente prorogata a novembre ma ad esempio il progetto di centrale a gas di Spezia non ha ancora avuto neppure la VIA figuriamoci la autorizzazione finale vista la decisione della Regione di negare l’Intesa avviando quindi un complesso contenzioso con il Governo Nazionale. Quindi allo stato attuale il progetto di centrale a gas spezzino non avrebbe diritto a partecipare alla festa del capacity market! 

 

Ma c’è una novità significativa…  

Notizia di pochi giorni fa, il Ministero della Transizione Ecologica avrebbe emanato il nuovo decreto di disciplina del capacity market per le aste 2024 -2025 che escluderebbe la necessità della autorizzazione preventiva in palese contraddizione con quanto affermato del Decreto 2019.  

 

Questa modifica è coerente con il Regolamento UE che istituisce i meccanismi di capacità negli stati membri?

L’articolo 22 del Regolamento UE 2019/943 (QUI) stabilisce i principi dei meccanismi di capacità che gli stati membri devono rispettare, tra questi abbiamo di significativi:

1. non creano indebite distorsioni del mercato

2. non vanno oltre quanto necessario per affrontare le preoccupazioni in materia di adeguatezza

3. stabiliscono le condizioni tecniche per la partecipazione dei fornitori di capacità prima della procedura di selezione.

 

Rispetto a questi principi rilevo che in Italia:

1. rispetto al principio 1 avere prorogato ex post la scadenza per ottenere le condizioni di accesso non ha certo favorito quei produttori che si sono ritirati perché avevano valutato di non riuscire ad ottenere in tempo le autorizzazioni  (vedi caso progetto centrale a gas di Tirreno Power a Vado Ligure);

2. rispetto al principio 2 giudicando gli oltre 15.000 MWe di centrali a gas in autorizzazione non contestati dall’attuale meccanismo italiano del capacity market siamo oltre le esigenze di adeguatezza del sistema, non a caso recentemente si è dovuto far marcia indietro da parte di Terna e del MITE sul reale deficit di potenza installata nell’area nord Italia (QUI);

3. rispetto al principio 3 rilevo come tra le condizioni tecniche non possano non esserci anche le autorizzazioni soprattutto l’AIA che entra nel merito del modello gestionale dell’impianto.

 

Infine le assegnazioni sono state effettuata rimuovendo quanto meno, ma secondo me in palese contrasto, con quanto affermato dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC). A PAGINA 111 del PNIEC, si afferma: “Le valutazioni delle modifiche infrastrutturali eventualmente necessarie ai fini della concreta attuazione del phase out del carbone dalla produzione elettrica si baseranno sul confronto in appositi tavoli settoriali (per zone di mercato elettrico, per singolo sito e specifico per la Sardegna), con gli operatori, le autonomie locali, Terna, le parti sociali e le associazioni ambientaliste e di categoria. I tavoli hanno lo scopo di valutare le condizioni tecniche e normative, le infrastrutture necessarie, nonché le modalità di salvaguardia dell’occupazione (per la quale sono state stanziate apposite risorse)”.

Sempre a pagina 111 del PNIEC si legge che la nuova capacità a gas di 3GW dovrà essere coerente con: “con la pianificazione e la regolamentazione (paesaggistica e ambientale) regionale,…”. Qui sta il grimaldello a favore dela Regione Liguria per ben motivare il proprio no alla Intesa (QUI). In particolare la Dichiarazione di sintesi (22 gennaio 2020) relativa alla procedura di VAS del PNIEC, a pagina 10, afferma: “Il Piano è un documento di natura strategica e non scende nel dettaglio degli interventi, né li localizza sul territorio” per poi aggiungere: “Nelle fasi attuative del Piano è previsto che i Ministeri competenti insieme alle Regioni individuino le aree idonee e quelle non idonee”.

 

COSA NON TORNA DAL RAPPORTO DI TERNA

A pagina 27 la figura 12 del Rapporto Terna afferma che mancherebbero 2,2 GW di potenza da installare non ancora autorizzata ma assegnata con l’ultima asta.

In questo dato non si comprende intanto cosa è stato autorizzato e cosa ancora non lo è, in secondo luogo quanto non autorizzato di termico (vedi fonti fossili) poteva e può essere compensato dai sistemi di stoccaggio di energia per garantire la programmabilità di quanto prodotto dalle fonti rinnovabili. Il disegno del sistema autorizzativo per decarbonizzare e rilanciare gli investimenti (QUI), presentato da Elettricità futura – la principale associazione delle imprese elettriche italiane – realizzato in collaborazione con Althesys, mostra infatti che ancora oggi un processo autorizzativo per questi impianti “ha una durata media di 7 anni di cui quasi 6 anni oltre i limiti di legge”.

Intanto un primo aspetto riguarda quanto approvato nel solo 2021 su impianti a gas. Solo nell’area Nord del sistema Italia sono stati autorizzati 2910 MWe (quindi quasi 3 GW) come ho spiegato QUI. A questi ora si vanno ad aggiungere quelli di Fusina (840 MWe con efficienza di produzione quasi doppia dei 1136 MWe dismessi a carbone).

Secondo il grafico a pagina 27 citato sopra (dal Rapporto Terna) risulta che sono stati autorizzati oltre 4GW dei necessari ma a livello nazionale,  così come a livello nazionale fanno riferimento i 2,2 GW ancora da autorizzare.

Prima domanda: sommando quanto autorizzato ad oggi (nel solo 2021) siamo già oltre i 4GW solo nell’area Nord del sistema Italia: quanto di questo incide sul fabbisogno nazionale? Quanti GWe per la sola area Nord sono ancora in realtà necessari?

Seconda domanda: perché i dati forniti da Terna riprendono il dato di potenza installata complessiva del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) ma rimuovono completamente un altro passaggio del PNIEC che a pagina 111 afferma che occorrono al massimo 3000 MWe di cui solo 1500 per l’uscita dal carbone nello scenario temporale 2020-2025?

Terza domanda: perché il PNIEC non si è ancora adeguato ai nuovi indirizzi UE sulla neutralità climatica, si veda da ultimo la Comunicazione della Commissione UE del 29 luglio 2021 (QUI)? Si ricorda che la Raccomandazione 18 GIUGNO 2019 (2019/C 297/12 - QUI) su attuazione meccanismo del capacity market, relativamente alla parte che riguarda l’Italia, afferma che la proposta di Piano nazionale integrato energia e clima presentata dal Governo italiano dovrà: “… precisare la misura in cui il previsto sviluppo nel settore del gas è compatibile con gli obiettivi di decarbonizzazione dichiarati e con il programmato abbandono graduale degli impianti termoelettrici a carbone”. Questa precisazione il Governo nazionale non l’ha mai fatta si è limitato a scegliere il gas, punto.

A queste domande ad oggi non è data risposta! 

 

 

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