I sindacati Confederali chiedono al Ministero della Transizione
Ecologica una proroga per poter avere l’autorizzazione al progetto di centrale
a gas nei termini necessari per ottenere gli incentivi del capacity market.
Si tratta del meccanismo di derivazione comunitaria, attuato in Italia
con Decreto Ministeriale 28 giugno 2019 (QUI), che disciplina il sistema di remunerazione
della disponibilità di capacità produttiva di energia elettrica ex Regolamento
UE 2019/943.
Questa richiesta è sbagliata per 5 ragioni:
1. Non
tiene conto delle modalità con le quali è stato attuato il meccanismo del Capacity
Market tutto a favore delle fonti fossili
2. Non considera che prorogare
questo meccanismo così come è ora attuato in Italia rischia di favorire la riconcorsa
alle nuove centrali a gas senza alcun legame con l’obiettivo di garantire la adeguatezza
del sistema elettrico nazionale fino al 2025
3. è
possibile rivedere da subito il meccanismo del capacity market senza andare in
contrasto con le norme europee da cui deriva e trasformandolo nello strumento
di promozione immediata delle fonti rinnovabili
4. comunque il problema non è nella
proroga perché già ora il decreto che disciplina il capacity market impedirebbe
di continuare la procedura di autorizzazione del progetto di centrale a gas per
Spezia ma anche per altri siti
5. si può uscire dal carbone entro
tempi brevissimi non oltre il 2022 senza subire il ricatto della centrale a gas a Spezia
Vediamo di motivare questi cinque punti qui elencati
sinteticamente...
IL MECCANISMO DEL CAPACITY MARKET È STATO ATTUATO IN
ITALIA IN MODO TOTALMENTE SBILANCIATO A FAVORE DEL GAS E COMUNQUE DELLE FONTI
FOSSILI
Il meccanismo dovrebbe incentivare anche gli impianti da
Fonti Rinnovabili ma ad oggi non è stato così. I dati ufficiali parlano
chiaro: per il primo anno sono stati assegnati 40,9 GW di potenza, di cui 4,4
GW di capacità estera e 1 GW di rinnovabili per un costo totale annuo dell’asta
pari a 1,3 miliardi di euro di cui 19,2 milioni per la capacità estera. E di
questi a godere dei maggiori benefici saranno Enel Produzione con 9,6 GW, A2A
con 4,8 GW ed Edison con 3,8 GW. Per il 2023 si parla di 43,3 GW assegnati, di
potenza, di cui 4,4 GW di capacità estera e 1,3 GW di rinnovabili per un costo
totale annuo dell’asta pari a 1.475 milioni di euro (19,4 milioni per la
capacità estera). E anche in questo caso a vedere i maggiori vantaggi saranno
Enel Produzione (11,8 GW), A2A (5 GW) ed Eni (3,8 GW).
Sulla sostenibilità economica del futuro a "tuttogas" si veda
lo studio (QUI) di
Carbon Tracker Initiative (QUI),
un think tank finanziario indipendente.
Lo studio analizza l’attuabilità finanziaria di nuove
centrali a gas in Italia, confrontandone il costo con quello di un portafoglio
di rinnovabili che offra gli stessi servizi garantiti dalla rete (quantità
mensile di energia, capacità di picco e flessibilità).
PROROGARE I TERMINI PER OTTENERE GLI INCENTIVI DEL
CAPACITY MARKET, COSÌ COME È ORA ATTUATO IN ITALIA, RISCHIA DI FAVORIRE LA
RICONCORSA ALLE NUOVE CENTRALI A GAS SENZA ALCUN LEGAME CON L’OBIETTIVO DI
GARANTIRE LA ADEGUATEZZA DEL SISTEMA ELETTRICO NAZIONALE FINO AL 2025
Il Piano Nazionale Integrato Energia Clima - PNIEC (ultima versione) a pagina 111 afferma: “ferma
restando la necessità di accelerare la crescita delle energie rinnovabili,
nell’ambito degli interventi complessivi (accumuli, reti, generazione
flessibile, altre opere di rete) da realizzare per il target 2030, alcune
modifiche infrastrutturali risultano in particolare connesse allo scenario di
phase out dal carbone e in particolare, da avviare nella finestra
2020-2025: - nuova capacità a gas per circa 3 GW, di cui circa il 50%
sostanzialmente connesso al phase out, coerentemente con la
pianificazione e la regolamentazione (paesaggistica e ambientale) regionale, e
nuovi sistemi di accumulo per 3 GW nelle aree centro - sud, sud e Sicilia;”.
Insomma si parla di 3000 MW di cui però solo 1500 sono
relativi al phase out (uscita dal carbone).
In realtà non è così. Ad oggi alla VIA ordinaria del Ministero
della Transizione Ecologica sono in fase di approvazione progetti di centrali a
gas nuove per ben 13527 Mwe. Di cosa stiamo parlando? Se
venissero approvati tutti compresi i 2500 MWe di upgrade ad impianti a gas
esistenti arriveremo alla cifra di oltre 16.000 MWe a gas.
Dai progetti in corso sorge una domanda rimossa da Enel: la
transizione è verso le fonti rinnovabili o il gas?
È POSSIBILE RIVEDERE DA SUBITO IL MECCANISMO DEL
CAPACITY MARKET SENZA ANDARE IN CONTRASTO CON LE NORME EUROPEE DA CUI DERIVA E
TRASFORMANDOLO NELLO STRUMENTO DI PROMOZIONE IMMEDIATA DELLE FONTI RINNOVABILI
Il Regolamento UE 2019/943 (QUI), che ha previsto detto meccanismo, all’articolo 24 afferma che la valutazione nazionale delle risorse per garantire, nella fase di transizione alle fonti rinnovabili, la stabilità del mercato interno della energia elettrica verrà svolta a livello regionale. Non solo ma detto Regolamento non vincola la istituzione dei meccanismi di capacità all’uso delle fonti fossili delle generazione termoelettrica e quindi neppure a tetti obbligatori da garantire come si evince dagli articoli 21 (Principi generali per i meccanismi di capacità) e 22 (principi di concezione per i meccanismi di capacità).
Occorre porre una revisione di come è stato gestito questo
meccanismo ad oggi. La revisione deve essere posta fin da ora non serve
rinviare la revisione del capacity market alle nuove aste del 2024 perché
questo vorrebbe dire subire come minimo la nuova centrale a gas o comunque la
continuazione fino al 2025 della centrale a carbone.
Si può fare senza incorrere in procedure di infrazioni UE? Si.
La Raccomandazione 18 GIUGNO 2019 (2019/C
297/12 - QUI) su
attuazione meccanismo del capacity market, relativamente alla parte che
riguarda l’Italia, afferma che la proposta di Piano nazionale integrato energia
e clima presentata dal Governo italiano dovrà: “… precisare la misura in
cui il previsto sviluppo nel settore del gas è compatibile con gli obiettivi di
decarbonizzazione dichiarati e con il programmato abbandono graduale degli
impianti termoelettrici a carbone”.
Questa precisazione il Governo nazionale non l’ha mai fatta si è
limitato a scegliere il gas, punto.
IL PROBLEMA NON È NELLA PROROGA PERCHÉ GIÀ ORA IL
DECRETO CHE DISCIPLINA IL CAPACITY MARKET IMPEDIREBBE DI CONTINUARE LA
PROCEDURA DI AUTORIZZAZIONE DEL PROGETTO DI CENTRALE A GAS PER SPEZIA MA ANCHE
PER ALTRI SITI
A prescindere dalla proroga già fin d’ora sussiste un contrasto tra quanto disciplinato dal Decreto 28 giugno 2019 e la modalità con cui Enel ad oggi ha avuto accesso alla assegnazione delle aste di MW sopra citati. L’articolo 6 del Decreto recita: “Articolo 6 Richiesta di partecipazione 6.1 Il soggetto che intende partecipare al Mercato della Capacità è tenuto a presentare la richiesta di partecipazione secondo lo schema allegato alla Disciplina (Allegato 1), sottoscritta dal legale rappresentante munito dei necessari poteri”.
L’allegato 1 prevede che il Dichiarante si impegna: “6. [Unità
di produzione Nuove ed in Ripotenziamento per le quali siano state avviate le
procedure previste dalla normativa vigente per il rilascio dei titoli
abilitativi alla costruzione, al rifacimento o al ripotenziamento degli
impianti di energia elettrica], inviare a Terna la documentazione attestante il
conseguimento di tutti i titoli abilitativi alla costruzione ed all’esercizio
degli impianti, agli interventi di rifacimento e agli interventi di
ripotenziamento e il cronoprogramma di cui all’Articolo 8.1. della Disciplina”
L’articolo 8.1 della disciplina di attuazione del Decreto prevede
tra l’altro che : “b. la documentazione attestante: I. con riferimento alle
Unità di Produzione Nuove e alle Unità di Produzione in Ripotenziamento: i. il
conseguimento dei titoli abilitativi alla costruzione e all’esercizio degli
impianti, agli interventi di rifacimento e agli interventi di ripotenziamento;
oppure ii. nel caso in cui i titoli abilitativi di cui alla precedente lettera
i non siano stati ancora conseguiti, l’avvio da parte dell’Amministrazione
competente delle procedure per il rilascio dei titoli abilitativi alla
costruzione, agli interventi di rifacimento e agli interventi di ripotenziamento.
iii. Per le Unità di produzione Nuove e le Unità di Produzione in
Ripotenziamento per le quali siano stati conseguiti i titoli abilitativi
(lettera i), dovrà inoltre essere allegato un cronoprogramma contenente almeno
le seguenti informazioni, ove applicabili: • data di sottoscrizione del
contratto di acquisto dei principali componenti; • data di consegna dei
principali componenti; • data di entrata in esercizio commerciale.”
In realtà i titoli abilitativi per la nuova centrale a gas non
sussistono ad oggi e quindi non sussistevano ancora di più al momento della
prima asta di assegnazione dei MW nel sistema capacity market.
Ne la questione si risolve facendo riferimento alla centrale a
carbone esistente anche perché il regolamento attuativo del Decreto 28 giugno
2019 sui requisiti di ammissione al meccanismo capacity market:
-
al punto V lettera a) paragrafo 4.1. articolo 4 per gli impianti
esistenti fa riferimento a “V. l’Unità di Produzione Esistente e da Adeguare”.
La centrale a carbone esistente non è da adeguare;
-
al punto I lettera a) paragrafo 4.1. articolo 4 si fa riferimento
a “I. l’unità di produzione non sia assoggettata a provvedimenti di
dismissione approvati dalle competenti autorità”. Come è noto la revisione
dell’AIA (DM n°351 del 6 dicembre 2019) afferma esplicitamente che la centrale
dovrà essere dismessa entro il 31 dicembre 2021 quindi comunque non c’è nessun
adeguamento possibile in corso, vedi lineetta precedente.
La tipologia di impianti da finanziare non è un apriori a favore
delle fonti fossili
Non solo ma l’articolo 3 del Decreto Capacity Market chiarisce che
la decisione sulla tipologia di impianti a cui assegnare i MW delle aste
previste si fonda sull’indicatore di adeguatezza aggiornato da Terna.
L’articolo 3 recita: “Terna effettua ed aggiorna annualmente le valutazioni
di adeguatezza della capacità e ne trasmette gli esiti al Ministero dello
sviluppo economico e all’Autorità e provvede alla pubblicazione degli esiti
stessi sul proprio sito. 2. La valutazione di adeguatezza, che fa riferimento
all’indicatore di cui all’articolo 2, tiene conto degli effetti positivi
derivanti dallo sviluppo delle reti e delle interconnessioni con l’estero,
degli scenari e delle analisi di adeguatezza a livello regionale ed europeo
sviluppati dall’European Network of Transmission System Operators for
Electricity (ENTSOE) dell’evoluzione della generazione da fonti rinnovabili,
della generazione distribuita, delle risorse della domanda e dei sistemi di
accumulo, in coerenza con l’obiettivo di sviluppo del mercato integrato
dell’energia elettrica.” Come si vede questo indicatore dipende molto dalla
evoluzione tra le altre delle risorse della domanda e dei sistemi di accumulo
nonché dalla evoluzione della generazione da FER, mentre sono ferme al
Ministero dell’Ambiente numerosi progetti di impianti FER e da accumulo.
Anche tutto questo rientra negli scenari alternativi di una procedura di VIA che non possono limitarsi a quanto espresso dallo Studio di Impatto Ambientale (SIA) sul progetto di centrale a gas presentato da Enel per Spezia e ora dalle integrazioni depositate, sempre da Enel, su richiesta del MITE su questo progetto.
SI PUÒ USCIRE DAL CARBONE ENTRO TEMPI BREVISSIMI NON
OLTRE IL 2022
Come risulta dalla nota dell’ex Ministero dello Sviluppo Economico
su dati Terna la centrale a carbone attualmente deve restare a disposizione per
entrare in funzione perchè nell’area nord del sistema elettrico nazionale c’è
un deficit di 500 MWe.
In realtà i MW per superare il famoso deficit di 500 MWe nel zona
nord della rete italiana (dati Terna) hanno già superato da tempo la VIA
ordinaria. Ecco tre esempi:
1. Centrale
termoelettrica di Tavazzano Montanaso (LO) - Realizzazione di un nuovo ciclo
combinato in sostituzione della sezione 8 la sostituzione del gruppo 8, a
ciclo convenzionale, della potenza di 320 MWe con un ciclo combinato di ultima
generazione di potenza pari a 850 MWe . Ha ottenuto la VIA positiva con
Decreto Ministero Transizione Ecologica del 16 aprile 2021
2. Upgrade
delle turbine a gas della centrale termoelettrica di Piacenza A2A gencogas
S.p.A : + 160 MWe Ha concluso la procedura di verifica di
assoggettabilità a VIA senza andare a VIA ordinaria conDecreto Ministero
Transizione Ecologica del 4 marzo 2021
3. Progetto
di rifacimento di due unità di produzione esistenti nella centrale termoelettrica
Larino (CB) ENEL Produzione S.p.A 800 MWe Ha concluso la
procedura di verifica di assoggettabilità a VIA senza andare a VIA ordinaria
con Decreto Ministero Ambiente del 19 FEBBRAIO 2021.
Quindi anche considerando solo questi tre impianti abbiamo circa
1800 MWe di potenza installata che possono coprire il c.d. buco di 500 MWe
Si conferma quanto sostengo da tempo (QUI e QUI):
la tenuta in funzione della centrale a carbone spezzina è conseguenza solo dei
ritardi nella approvazione di centrali a gas esistenti da rinnovare. Quindi
sarebbe stato sufficiente autorizzare il potenziamento di questi impianti
esistenti per chiudere la centrale a carbone almeno entro dicembre 2021 come
previsto dall’Autorizzazione Integrata Ambientale del dicembre 2019.
Non solo ma i Decreti di VIA sopra citati sono stati emanati ormai
già dal marzo scorso quindi l’autorizzazione finale ormai dovrebbe essere una
proforma. Il comunicato del Ministero riportato all’inizio parla di future
autorizzazioni, bene si diano una mossa visto che i tre decreti sopra riportati
sono di febbraio, marzo ed aprile, quindi sono passati già da 1 a 3
mesi.
Quindi si stanno delineando le condizioni per chiudere la centrale
a carbone entro il 2021 garantendo la stabilità del sistema elettrico e senza
dover sottostare al ricatto della nuova centrale a gas spezzina!
CONCLUSIONI
Credo che i sindacati invece di chiedere proroghe di meccanismi
che rischiano di portare il nostro Paese in contrasto con i nuovi obiettivi UE in
materia di mutamenti climatici (QUI)
dovrebbero prima di tutto chiedere una revisione del decreto ministeriale che
disciplina il Capacity Market solo così si creeranno le condizioni per
impostare una transizione sostenibile all’uso delle fonti rinnovabili nella
generazione elettrica
Di seguito un Piano di azione che propongo anche ai sindacati:
1. La Regione deve impostare, da subito senza
attendere la conclusione della VIA sul progetto di centrale a gas spezzino, la
motivazione del diniego di Intesa al progetto di centrale a gas fondandolo sui
margini di flessibilità che le norme europee sul mercato comune della energia
elettrica e il Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC)
lasciano per decidere su quali fonti fondare la transizione al 2025 aggiungendo
anche i nuovi obiettivi del Green Deal che richiedono al più presto una
revisione degli stessi PNIEC.
2. Impegnare il Governo ad accelerare i progetti in
corso di autorizzazione presso il Ministero Ambiente sia per le fonti
rinnovabili (impianti di accumulo compresi sia da realizzare che da riattivare
garantendo così la programmabilità degli impianti a fonti rinnovabili per la
stabilità del sistema elettrico) che per il potenziamento degli impianti a gas
esistenti che permetterebbero di evitare sicuramente la continuazione
della centrale a carbone dopo il 31 dicembre 2021 ma anche la prospettata nuova
centrale a gas a Spezia.
3. Utilizzare la pressione derivante dall’esercizio del
potere di Intesa nel senso prospettato al punto 1 per avviare immediatamente un
tavolo di confronto Stato Regione Enti Locali parti sociali ed Enel, dando
attuazione a quanto previsto dallo stesso PNIEC.
4. La Regione apra un confronto con il governo sulla
gestione del meccanismo del capacity market attualmente tutto indirizzato a
favore delle fonti fossili e del gas in particolare. Voglio ricorda che in
Italia il meccanismo capacity market è stato approvato con Decreto Ministeriale
quindi non servirebbe neppure una legge per modificarlo. Certo ci sono le aste
assegnate ma questo si può superare con un accordo al tavolo di concertazione
suddetto che garantisca ai produttori la realizzazione di progetti diversi
dalle nuove centrali a gas.
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