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mercoledì 7 agosto 2019

Masterplan Palmaria: Perché la VAS da forza amministrativa alle proposte alternative sul futuro dell'isola


L’Assessore alla Pianificazione Territoriale dott. Scajola dichiara che la risoluzione sul Masteplan Palmaria (QUI) approvata dalla IV Commissione del Consiglio Regionale non ha alcuna valore legale.
Intanto una questione di lessico giuridico. Non avere valore legale significa per un atto di un organo della Pubblica Amministrazione che o è contro la legge o non esiste nella vigente legge.
Ora la risoluzione è un atto previsto dai regolamenti del Consiglio Regionale quindi esiste e soprattutto non è certo contrario alla legge.
Quindi lasciamo perdere la legalità che nel caso specifico non c’entra nulla.
Veniamo invece alle questioni vere.

L’Assessore inoltre afferma che la VAS è inapplicabile al Masterplan. Non è così... 
 
LA QUESTIONE DELLA APPLICABILITÀ DELLA VAS AL MASTERPLAN PALMARIA
La affermazione sulla VAS dimostra che, l’Assessore,  non conosce l'ultima giurisprudenza della Corte di Giustizia che prevede la applicazione della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) anche a strumenti di indirizzo pianificatorio come il masterplan della Palmaria (ne ho trattato QUI e vi rinvio al post per un approfondimento).

Ma al di la del rispetto o meno della giurisprudenza il punto vero, che viene confermato dalle dichiarazioni dell’assessore,  è che la giunta regionale non vuole valutare l'idea complessiva di isola che emerge dal Masterplan ma limitarsi , forse, a verifiche di assoggettabilità  sulle eventuali singole varianti.  
Non solo ma in base proprio alla legge regionale ligure sulla VAS le varianti agli strumenti di pianificazione derivanti dalla Intesa che recepirà il Masterplan , alla luce della legge regionale  29/2017 che definisce area strategica l’Isola Palmaria comportano:
1. che la eventuale verifica di assoggettabilità a VAS sarà di competenza delle singole autorità procedenti (la variante al PUC di competenza del Comune, la variante al piano paesaggistico di competenza della Regione). Questo favorirà ulteriormente lo spezzettamento nella valutazione di quanto previsto dal Masterplan
2.  che le varianti saranno solo adottate dal Consiglio Comunale di Portovenere ma approvate dalla Regione in deroga alle procedura ordinaria urbanistiche grazie appunto alla legge 29/2017.

Insomma la giunta Toti non vuole una valutazione complessiva di idea sul futuro della Palmaria per scenari alternativi . Infatti nella delibera dello scorso giugno, che definisce i passaggi amministrativi di traduzione del Masterplan nella Intesa, non cita mai il percorso partecipativo svolto mesi fa.
Tutto questo è coerente con l’impostazione che la Giunta Regionale ha dato a questa vicenda. Infatti dei 5 scenari emersi dal percorso partecipativo nessuno è stato preso in considerazione nel Masterplan. Infatti ne hanno elaborato uno tutto loro alla faccia della partecipazione di cui scrive impropriamente l’assessore!

Aggiungo che sarebbe ora di finirla con i discorsi per cui chi critica un progetto lo fa per bloccare ogni cosa. 
Chi come la giunta Toti chiama a partecipare i cittadini per poi non tenere minimamente conto di quanto emerso dal percorso partecipativo produce un danno ben peggiore che bloccare un progetto, danneggiare l’immagine della democrazia rappresentativa. La Palmaria non è proprietà di Toti e della sua giunta e tanto meno di un archistar. La giunta Toti dimostri umiltà e rispetti quanto approvato dalla Commissione a prescindere dal fatto che la risoluzione abbia o meno valore vincolante (che è altra cosa da dire che non ha valore legale). 


Ma c’è di più a conferma di una contraddizione persino tra livello politico e dirigenziale della Amminstrazione Regionale ligure…


LE DICHIARAZIONI DEL DIRIGENTE URBANISTICA DELLA REGIONE ALLA PRESENTAZIONE DEL MASTERPLAN
Il Dirigente ha affermato: “Noi abbiamo già fatto attraverso il Masterplan,  il percorso che è stato prima ricordato,una parte fondamentale del processo di Valutazione Ambientale Strategica che è quella parte che precede qualunque tipo di decisione che riguarda gli assetti territoriali”.
Ma l'Assessore non ha detto che la VAS  non si può applicare al masterplan ? Oppure si può applicare solo una “VAS ridotta” senza scenari alternativi, come appunto fatto sul Masterplan,  così non serve a tubo ma salva la faccia alla giunta Toti come il percorso partecipativo farsa "Palmaria nel cuore". Peccato che una VAS che “precede decisione che riguarda gli assetti territoriali” non esiste nell’ordinamento giuridico nazionale ne tanto meno della UE.


COMUNQUE LA VAS è IMMEDIATAMENTE APPLICABILE AL MASTERPLAN PER UNA ULTERIORE RAGIONE
Come è noto l’isola Palmaria rientra in un area riconosciuta dalla Direttiva Habitat.
La Corte di Giustizia con sentenza dello scorso 12 giugno (causa C-43/18) ha chiarito come interventi in aree di questo tipo debbano essere non solo sottoposti a valutazione di incidenza anche a livello puntuale (singolo progetto o gruppi di progetti) ma se inserite in un atto generale devono essere sottoposti a VAS.
In particolare la Corte ha affermato:
1. qualsiasi piano o progetto non direttamente connesso o necessario alla gestione del sito ma che possa avere incidenze significative su tale sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti, forma oggetto di una opportuna valutazione dell’incidenza che ha sul sito, tenendo conto degli obiettivi di conservazione del medesimo

2. l’atto pianificatorio per essere sottoponibile a VAS
2.1. è stato elaborato e adottato da un'autorità regionale
2.2. possa avere effetti significativi sull’ambiente
2.3. possa definire il quadro di riferimento per l’autorizzazione di singoli progetti
2.4. rientri nella categoria di qualsiasi atto che fissi, definendo  anche solo procedure, un insieme significativo di criteri e di modalità per l’autorizzazione e l’attuazione di uno o più progetti idonei ad avere un impatto notevole sull’ambiente

La sentenza della Corte di Giustizia definisce un ulteriore elemento di riflessione quando afferma: “Ciò premesso, la circostanza che un atto, come quello di cui al procedimento principale, non debba essere obbligatoriamente preceduto da una valutazione ambientale in ragione del combinato disposto dell'articolo 6, paragrafo 3, della direttiva «habitat» e dell'articolo 3, paragrafo 2, lettera b), della direttiva VAS non significa che esso sia sottratto a qualsiasi obbligo in materia, dal momento che non è escluso che esso possa stabilire norme che portino ad assimilarlo a un piano o a un programma, ai sensi di quest'ultima direttiva, per il quale una valutazione degli effetti sull’ambiente può essere obbligatoria.”
Quindi anche se il Masterplan venisse interpretato come atto formalmente non rientrante nelle categorie di atti di pianificazione sottoponibile a VAS ex lege, la Corte spiega che se detto Masterplan individua potenziale interventi con impatto ambientale dovrebbe in questo senso essere sottoposto a VAS.



CONCLUSIONI: FARE LA VAS DA FORZA ALLE PROPOSTE ALTERNATIVE ALLO SCENARIO DEL MASTERPLAN
Il fatto che a mio avviso la VAS sia applicabile al Masterplan Palmaria non è solo questione formale. Applicare la VAS è fondamentale proprio per dare forza amministrativa agli scenari alternativi al Masterplan emersi dal percorso partecipativo ma rimossi successivamente.
Ciò in coerenza non con il mio pensiero ma con la giurisprudenza univoca del Consiglio di Stato: “Nel rimarcare che la VAS di cui alla DIR  2001/42/Ce, è volta garantire che gli effetti sull'ambiente di determinati piani e programmi siano considerati durante l'elaborazione e prima dell'adozione degli stessi, così da anticipare nella fase di pianificazione e programmazione quella valutazione di compatibilità ambientale che, se effettuata (come avviene per la VIA) sulle singole realizzazioni progettuali, non consentirebbe di compiere un'effettiva valutazione comparativa, mancando in concreto la possibilità di disporre di soluzioni alternative per la localizzazione degli insediamenti e, in generale, per stabilire, nella prospettiva dello sviluppo sostenibile, gli usi del territorio” CdS 4926/2012

Quindi un percorso come quello proposto dalla Risoluzione approvata ieri dalla IV Commissione del Consiglio Regionale non solo rispetta gli indirizzi più recenti della giurisprudenza comunitaria  ma permette un vero confronto partecipato cosa non reso possibile, fino ad ora, dalle forzature procedurali  della Giunta Regionale.




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