Riesco
solo ora a commentare l'intervista di Federici su Piazza Verdi pubblicata oggi
dal Secolo XIX.
Premesso
che ho trovato non degna di un Sindaco la dichiarazione per cui da un lato si
dichiara di voler collaborare con il Ministero dei Beni Culturali e poi si
afferma di voler impugnare le eventuali decisioni finali degli organi
periferici dello stesso.
Ripeto
premesso questa sorta di ossimoro istituzionale, mi ha colpito la seguente dichiarazione del
Sindaco......
Domanda dl giornalista: “E poi,sindaco, c’è la gaffe sull’età dei
pini...”
Risponde Federici: «Vede, questa secondo me è però una vicenda
che è stata strumentalizzata e distorce l’intero percorso. Si parla dell’età
dei pini in una relazione allegata al bando di concorso per la piazza.
All’epoca, la legge sulla tutela parlava di cinquant’anni di vita, quindi già
allora dimostrammo che non c’era l’intenzione di dribblare la norma. Che poi è
cambiata, salendo a settanta»
Palla
gigantesca e autogol gigantesco del
Sindaco più autoritario e al contempo pasticcione del dopoguerra. Vediamo perché in 5 punti……
PUNTO 1
Proprio
perché all’epoca della stesura della relazione della dott.sa Ratti allegata al
Bando la normativa prevedeva il vincolo ex lege dei 50 anni,la norma è stata “dribblata” termine usato dal
Sindaco. Infatti è grazie a quella
relazione, nonostante la piazza fosse ex lege sottoposta a vincolo con le sue
pertinenze e componenti arboree storiche, che la selezione ha visto vincere un
progetto che prevede l’abbattimento dei pini e la modifica della stessa facies
della piazza. Infatti........
PUNTO 2
A prescindere dai 50 anni o 70 anni la
relazione della dott.sa non dichiara la verità in quanto afferma
testualmente: “attuali pini marittimi che
furono collocati circa dieci anni dopo la seconda guerra mondiale”. Ora come dimostrato dall’ampia documentazione allegata
all’esposto i pini furono certamente installati prima degli anni 40 del secolo
scorso.
PUNTO 3
Essendo,
al momento della stesura della relazione
della dott.sa Ratti, la piazza sottoposta ex lege al vincolo ai sensi della
Parte II del Codice dei Beni Culturali, per dimostrare la reale consistenza del vincolo storico architettonico e
culturale sulla piazza , in tutte le sue componenti anche quelle arboree, il
Comune avrebbe dovuto svolgere la procedura di verifica dell’interesse culturale
prima del bando. Questo spiega perché quando
nel novembre 2012 la Soprintendenza chiese l’avvio della procedura di verifica
il Comune si rifiutò, infatti se avesse svolto la procedura con la supervisione
della Soprintendenza probabilmente sarebbe emerso che la piazza era vincolata in modo
contraddittorio con il progetto che era nel frattempo già stato selezionato.
PUNTO 4
La
relazione della dott.sa Ratti non solo erra sulla data di collocazione dei pini
ma addirittura ne afferma la totale incomprensione con il resto della piazza.
In questo modo, e ciò è ancora più vero vigente la norma dei 50 anni e non dei
70 per far scattare il vincolo ex lege, trae una conclusione affrettata sull’intera
facies della piazza, pertinenze e componenti arboree comprese. Conclusione che
sarebbe stata evitata proprio con l’avvio di una corretta procedura di verifica
dell’interesse culturale e storico architettonico della piazza.
PUNTO 5
Traducendo
questi errori e queste carenze istruttorie nella relazione allegata ad un bando
pubblico, il Comune ha creato i presupposti di fatto per stravolgere il risultato della selezione che non
dimentichiamo si fonda a sua volta su un bando europeo sotto il profilo del
finanziamento dell’opera.
CONCLUSIONI
Quanto
sopra potrebbe configurare vari reati ma soprattutto dimostra che il pasticcio
non solo dei pini ma sull’intera procedura di questo progetto è stato
commesso in primo
luogo dalla Amministrazione Comunale.
L'assenza di verità del rapporto di Marzia Ratti(provata da documenti che non poteva non conoscere)dovrebbe costringerla a smentire ufficialmente ciò che in privato già ammette.A causa del suo rapporto i lavori di piazza Verdi sono iniziati per poi essere bloccati per carenza di istruttoria.Nelle prossime uscite pubbliche qualcuno dovrà chiederle conto anche considerando che la sua svista inciderà pesantemente sui costi.
RispondiEliminaCosì stando, la dott.a Ratti è correa e compartecipe al pagamento dei danni.
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