Garavini
, amministratore delegato di Acam, nello stile Federici in una intervista sul
Secolo XIX (vedi QUI) insulta
pesantemente cittadini e sindaci della Val di Vara, per la loro opposizione
alla discarica di Mangina.
Questo
signore pagato con i nostri soldi:
invece che chiedere scusa intanto
ai cittadini per una azienda ridotta sul
lastrico dal management e dal potere politico locale,
invece che chiedere scusa per
rappresentare una azienda che in oltre 10 anni di gestione del servizio rifiuti
ha ancora la raccolta differenziata con percentuali inferiori a quelle che si
era data nel 2000,
invece che essere umile e
presentarsi in punta di piedi in una terra
che non è sua e dove vuole portare, progetto corretto o meno (poi su questo ci torno di
seguito), la spazzatura di tutta la Provincia ……
questo signore apostrofa come “cialtroni” i cittadini del comitato contro
la discarica di Mangina!
Cialtrone, vocabolario
Treccani,
significa: “Persona volgare e spregevole, arrogante e poco seria,
trasandata nell’operare, priva di serietà e correttezza nei rapporti personali,
o che manca di parola nei rapporti di lavoro.”
Non so se chi ha diretto Acam sia spregevole o volgare ma di sicuro i fatti davanti a noi anche di questi mesi
(vogliamo parlare degli impianti di Boscalino, di Saliceti e della raccolta
nelle strade?) dimostrano che i dirigenti di Acam compresi quelli attuali
sono:
arroganti,
poco seri,
trasandati nell’operare,
mancanti di parola nei rapporti di lavoro.
Forse quando ha usato il termine cialtrone il sig. Garavini
stava guardandosi allo specchio e dietro c’erano gli a.d. precedenti.
LA PROCEDURA PER APPROVARE IL PROGETTO DI DISCARICA
Ma veniamo al merito della questione. Il sig.
Garavini afferma : “Il progetto è stato
redatto da professionisti tra i migliori del panorama nazionale”. Ah si! Può
darsi che siano bravi questi signori ma resta il fatto che hanno dietro di loro
una azienda che non ha alcuna credibilità nella gestione dei rifiuti a
cominciare proprio da come ha presentato questo progetto di discarica.
Nel Piano economico-finanziario di Acam presentato qualche mese
fa a pagina 54 e 55 veniva descritto la
procedura di approvazione del progetto di discarica in oggetto.
Quel documento rimuoveva:
1. i problemi di falda dell’area,
2. i problemi della riclassificazione del
rischio idraulico della zona dopo l’alluvione disastrosa che l’ha colpita,
3. rimuoveva altresì l’obbligo della procedura di Valutazione
Ambientale Strategica della necessaria variante
al PUC del Comune di Borghetto Vara
4. prevedeva la semplice procedura di verifica
per la VIA, quando invece occorre (ex lege) per discariche di questo tipo la
VIA ordinaria
5. rimuoveva l’obbligo di autorizzazione
integrata ambientale e il relativo parere obbligatorio e vincolante del Sindaco
competente territorialmente sotto il profilo del rischio sanitario.
Una debacle amministrativa e tecnica! Chi sarebbero i cialtroni (ex definizione
Treccani) sig. Garavini?
IL PROGETTO DI DISCARICA
A distanza di mesi da quel documento Acam
presenta il progetto di discarica, ovviamente definitivo, per la procedura di
VIA ordinaria (forse qualcuno gli deve avere spiegato quando scritto sopra
almeno su questo punto).
Ad una prima analisi emergono vari limiti, già molto significativi, di questo progetto che
descriverò di seguito:
1. La questione della normativa sulla tutela della biodiversità
Il primo riguarda la questione del sito di importanza
comunitaria (vedi normativa tutela biodiversità per i siti habitat) contermine al sito dove dovrà essere
realizzata la discarica. Secondo il Quadro
di Riferimento Programmatico dello Studio di Impatto Ambientale (pagina 22
vedi QUI): ”il
sito d’intervento non ricade all’interno di alcun sito di interesse comunitario”.
Il documento non aggiunge altro, eppure la cartografia riprodotta dallo stesso
documento dimostra che un SIC esiste e non molto lontano, geograficamente
parlando, con il sito individuato per la discarica.
Come è noto ai ”migliori professionisti”
in materia, le Linee Guida
della UE per i progetti che possono insistere anche indirettamente su siti
habitat affermano che: : “In linea con il
principio di precauzione non si può quindi accettare che la valutazione non sia
effettuata facendo valere che le incidenze significative non sono certe. Anche
in questo caso è utile fare riferimento alla direttiva 85/337/CEE, Ne consegue
che, se una proposta comporta la necessità di una valutazione ai sensi della
direttiva 85/337/CEE in base al fatto, inter alia, che essa possa incidere in
modo significativo su un sito Natura 2000, essa dovrà anche essere oggetto di
una valutazione di incidenza”. A conforto della necessità di uno apposito
Studio di Incidenza da presentare in sede Valutazione di Impatto Ambientale ad
integrazione dello Studio di Impatto Ambientale si veda quanto affermano sempre
le Linee Guida citate: “Relativamente
al campo di applicazione geografico, le disposizioni dell’articolo 6, paragrafo
3 della Direttiva 92/42/CEE non sono limitate a piani e progetti concernenti
esclusivamente un sito protetto e prendono anche in considerazione sviluppi al
di fuori del sito, ma che possono avere incidenze significative su esso.”
2. la questione della variante al PRG di Borghetto e la Valutazione
Ambientale Strategica (VAS)
La DGR 1415 del 1999 (norme tecniche sulla
VIA in Liguria) al comma 5 articolo 5 prevede che nell'ambito del Quadro
Programmatico dello Studio di Impatto Ambientale: “deve essere in particolare verificato, ai fini della
procedibilità, che le opere siano previste dai vigenti strumenti di pianificazione
territoriale ed urbanistica”.
Relativamente alla pianificazione urbanistica del comune
territorialmente interessato (Borghetto) il Quadro di Riferimento Programmatico dello Studio di Impatto Ambientale
afferma testualmente (pag. 17) che l’area del sito per la discarica è destinata
in parte ad area boschiva. Il che conferma la necessità di una variante. E’
indubbio che trattasi di variante ex articolo 44 della legge regionale
urbanistica, trattandosi come minimo di: “ modificazioni
quantitative e localizzative relative al sistema delle infrastrutture e ai
servizi pubblici e di uso pubblico”. Il
documento di Acam rimuove completamente questo e non dimostra la avvenuta
verifica di compatibilità con la descrizione fondativa del PRG come richiesto
dal comma 2 articolo 44 della legge urbanistica ligure. Non solo ma sono scaduti i 10 anni per la
verifica di adeguatezza del PRG di Borghetto e non risulta che tale verifica
sia stata fatta, almeno dal documento in esame. Si conferma quindi la necessità della Valutazione
Ambientale Strategica (VAS) , almeno secondo la procedura di verifica di
applicabilità di tale procedura. Ma considerato che la variante contiene un
opera sottoposta a VIA (discarica) la VAS obbligatoria in questo caso è quella
ordinaria secondo il Testo Unico Ambientale (DLgs 152/2006), ricordiamoci
infatti che siamo nella materia ambiente di competenza esclusiva dello Stato ex
articolo 117 della nostra Costituzione.
Sul
punto occorre aggiungere che il Quadro Programmatico descritto da Acam
nello Studio di Impatto Ambientale afferma (pagina 27): “Per quanto concerne la destinazione urbanistica, essa potrà essere variata,
ove approvata, in sede di Conferenza dei
Servizi ai sensi dell’art. 208 del D.Lgs. 152/2006”.
In
realtà la norma correttamente da citare, visto che Acam vuole dimostrare che il
progetto se autorizzato va in variante automatica al PRG e quindi non occorre
la VAS, non è quella sopra riportata (Acam non sa neppure usare nel suo
interesse le norme che cita), ma invece il comma 12 articolo 6 del DLgs
152/2006 (T.U. ambientale). Questa norma
prevede in generale che le
varianti frutto di autorizzazioni a progetti (come gli impianti di
rifiuti ex
comma 6 articolo 208 DLgs 152/2006 ora si che sta bene la citazione della norma
fatta da Acam sic! ) che
costituiscono varianti automatiche ai piani urbanistici non devono andare a VAS
fatta salva la VIA sul progetto.
Ma è altrettanto vero che questa norma va letta alla luce
dell’articolo 5 della legge 106/2011 secondo il quale uno strumento urbanistico
che va in variante ad un piano che non ha avuto a sua volta la VAS deve quanto
meno essere sottoposto a verifica di assoggettabilità per la VAS. E’proprio il
caso in esame dove la variante, contenente la ipotizzata discarica, è ad
un piano regolatore che sicuramente non ha mai avuto la VAS perché approvato in
epoca precedente alla entrata in vigore della normativa che disciplina questa
procedura di valutazione ambientale dei piani.
3. La
questione del Rischio Idraulico
La
Relazione Geologica del Progetto (vedi
QUI) a
pagina 7 afferma: “Secondo il P.A.I.
(Piano di assetto idrogeologico) del Bacino del Fiume Magra l’area non ricade
in alcuna classe di suscettività al
dissesto. Nella Carta della pericolosità
idraulica, con fascia di riassetto fluviale ed aree inondabili un ampio settore
della pianura alluvionale in destra del Torrente Malacqua, presso il sito di
Mangina, è compreso nelle fasce a pericolosità idraulica molto elevata e media.
L’area di intervento risulta esterna a tali fasce.”
La
Relazione Geologica è del luglio
2013, ma il 5 agosto 2013 la Regione
Liguria ha approvato una Delibera di Giunta (vedi QUI), che
dando attuazione parziale alla normativa europea sulla prevenzione del rischio
alluvioni (vedi
QUI), produce
una prima proposta di mappe di rischio alluvioni che dovrà ora essere inviata al Ministero dell’Ambiente.
Questa nuova mappa di rischio tra le altre cose (secondo il DLgs 49/2010 che ha
recepito la normativa europea in materia di alluvioni), dovrà dimostrare le potenziali
conseguenze in negativo dell’eventuale rischio alluvioni anche in relazione a: “impianti
di cui all'allegato I del decreto
legislativo 18 febbraio 2005, n.59, che
potrebbero provocare inquinamento accidentale in caso di alluvione”. Tra questi impianti ci sono le
discariche come quella prevista in località Mangina.
4. La
questione del mancato rispetto dei criteri di localizzazione del Piano Provinciale
dei rifiuti
Lo
studio di impatto ambientale (in relazione al quadro programmatico) si limita
ad affermare che “ l’area di Mangina, nel
Piano Provinciale, viene indicato come
possibile per
l’ubicazione della discarica di servizio”.
Secondo
la DGR
1415 del 1999 (norme tecniche sulla VIA in Liguria) alla
lettera e) comma 1 articolo 2 afferma che i contenuti dei piani sovraordinati
rispetto al progetto devono essere
considerati come parametri per dimostrare la coerenza del progetto con detti
piani.
Su
questo aspetto il quadro programmatico del SIA poco dice non dimostrando
granchè anzi, come abbiamo visto rimuovendo in alcuni casi vincoli o
problematiche legate a vincoli (biodiversità, rischio idraulico, urbanistica). A sua volta anche il Quadro
Progettuale (pag. 30 e seguenti) dello Studio di Impatto Ambientale è
reticente su vari aspetti.
Infatti……
Tra i fattori escludenti di
siti per impianti e discariche ci sono, secondo il Piano Provinciale:
1. tra
quelli cartografabili: le aree a rischio idraulico
2. tra
quelli per tipo di impianto ( discarica): le aree a rischio idraulico (tempi di
ritorno duecentennali) e aree vulnerabili per acquiferi.
Tra i fattori penalizzanti,
nel Piano Provinciale, per la localizzazione delle discariche ci sono aree dove
per realizzare interventi occorrano opere di regimazione delle acque
Tra i fattori preferenziali,
nel Piano Provinciale, per la realizzazione di impianti di rifiuti ci
sono, invece:
1. aree
industriali
2. aree
baricentriche alla produzione dei rifiuti
3. aree
a limitate permeabilità
4. aree
con orografia che permetta una regimazione delle acque con opere solo
superficiali
5. aree
degradate da riqualificare.
Quindi nessuno dei fattori preferenziali
sembra riguardare il sito di Mangina. Non solo ma invece il sito di
Mangina sembra rientrare sia nei fattori escludenti che in quelli penalizzanti
per la realizzazione delle discariche.
Infine se noi applichiamo i suddetti
fattori del Piano Provinciale questi conducono a scegliere altri siti, anche
tra quelli elencati dalla Provincia ma esclusi (Rocchetta) o
sospesi (Saturnia), o destinati ad altre funzioni (smaltimento fanghi dragaggio
e terre e rocce di scavo sempre per Saturnia), quindi per ragioni
esterne ai criteri di localizzazione di detto Piano. Che questo sia vero
è dimostrato proprio dal confronto tra le schede di questi tre siti, mentre per
Rocchetta e Saturnia la destinazione prioritaria è quella della discarica, per
Mangina è invece l’impianto di trattamento o l’impianto di produzione del
compost mentre la discarica è vista come ipotesi eventuale e piuttosto remota.
5. La
questione delle alternative di sito nello Studio di Impatto Ambientale
Secondo
il comma 4 articolo 5 della DGR 1415/1999 (norme tecniche sulla VIA in
Liguria): “nel caso di interventi
attuativi di previsioni di vigenti strumenti di pianificazione e programmazione
urbanistico - territoriale, nella premessa del S.I.A. non è necessario inserire
le possibili alternative di sito”.
Ora
è indiscutibile che nel PRG del Comune di Borghetto non era prevista la
realizzazione della discarica in oggetto.
E’
altrettanto vero che il Piano Provinciale Rifiuti può essere considerato un
piano a valenza territoriale ma resta il contrasto con la pianificazione
urbanistica comunale e questa non può essere superata con automatismi (ad
esempio come quelli indicati dalla documentazione Acam) ma richiede (Consiglio
di Stato sez. VI,
28 agosto 2008
n. 4097 e a conferma giurisprudenza
della Cassazione penale) prima della autorizzazione della discarica (VIA e AIA)
che la stessa sia corredata da una congrua motivazione che, con riferimento a
specifiche concrete e prevalenti caratteristiche di pubblica utilità
dell’opera, dia conto e ragione della corrispondente compressione delle diverse
scelte urbanistiche effettuate dal Comune; scelte che – aggiunge questo collegio – il Comune può
ovviamente tutelare, ove lo ritenga, nelle sedi giurisdizionali competenti.
E’ ovvio che dentro la motivazione occorrevano e
occorrono quindi anche ipotesi di alternative di sito che non sono state prese
in considerazione dal Quadro di
Riferimento Progettuale dello Studio di Impatto Ambientale presentato da
Acam, si veda pag. 35 e 36. Alternative e
congrua motivazione che possono essere adeguatamente valutate solo in
sede di VAS come dimostrato in precedenza.
CONCLUSIONI
Quella
svolta sopra è solo una analisi di massima di alcune delle criticità normative,
procedurali ma anche tecnico valutative della documentazione sulla VIA
presentata da Acam, mi riserbo di approfondire
ulteriormente la questione ovviamente anche alla luce dell’evolversi
della istruttoria. Della serie non
finisce qui……
Criticabili e senz'altro criticabile il progetto in tutto e per tutto, lodevole analisi del progetto "pulcinelliano" dell'azienda spezzina. Che Valbosca (SP) sarebbe arrivata a completamento proprio in questi anni lo si sapeva già 10 anni fa.. abbiamo un bellissimo monte di spazzatura con vista mare, e carbonile enel annesso.. ahhaha che brezza di mare che respirano gli spezzini quando tira vento da NE.. Ora, fatto salvo che oltre ad essere sostenitore della raccolta differenziata seria ( e come non esserlo) e non burlesca come quella attuale (che è finta), io preferirei senz'altro la termodistruzione alla discarica, questo con la consapevolezza di chi ha fatto diversi rilevamenti ambientali e ha visto con i propri occhi la discarica, non potrò mai appoggiare un simile progetto.. Dettò ciò, come la natura della burocrazia e dell'interpretazione normativa italiana, la domanda di rito è .. è la soluzione migliore? non esistono alternative possibili? A parer mio, a seguito di un'analisi critica, la proposta di "un'alternativa" sarebbe la migliore, nonché la più incisiva lotta ai succitati cialtroni..
RispondiEliminaM.T.
posso essere franco? a me sta storia che ogni volta che un cittadino volontario critica una scelta, salta fuori qualcuno che ti dice: "si ma l'alternativa?", mi ha rotto! Senza offesa, ma la penso così.....in questo caso peraltro l'alternativa c'è sulla raccolta differenziata basta applicare la legge e le migliori esperienze italiane, sugli impianti basta leggersi il piano provinciale che con tutti i suoi limiti è molto chiaro nel non prevedere Mangina come discarica di servizio e basterebbe far funzionare bene gli impianti che ci sono (Boscalino e Saliceti). Ecco intanto applichino correttamente i documenti che approvano questi "cialtroni autodichiarati" e già avremmo fatto un bel passo avanti :-)
RispondiEliminaP.S.
per questa volta non cancello però come ho già avuto modo di scrivere, ho fatto un post, sul mio blog non voglio commenti di anonimi ne di sigle....mi dispiace ma questa città mi ha insegnato che nulla è come appare. Quindi caro signor M.T. se farà un altro commento e si firmerà con la sigla io lo eliminerò, senza fatto personale mi creda è una questione di principio.
mi chiamo marco matteoli e faccio parte del g.a.s. di carrara. da tempo compriamo i prodotti della val di vara (carni, formaggi e frutta) e siamo rimasti colpiti da questa vicenda che minaccia seriamente l'ambiente, soprattutto in un contesto nel quale è stato fatto molto negli ultimi decenni per lavorare in maniera ecosostenibile. ci piacerebbe, come gruppo, fare un'iniziativa per sostenere chi si oppone alla discarica. che cosa ci suggerisce? potremmo raccogliere firme e inviare una lettere di protesta: a chi sarebbe meglio inviarla e cosa contestare in modo dettagliato?
RispondiEliminami faccia sapere se può aiutarci: marcomatteoli@gmail.com