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lunedì 12 agosto 2013

Progetto Buren Vannetti: ecco chi deve pagare i costi del fermo cantiere!

Gira la voce negli ambienti  di Spezia/Paperopoli  (che io ribattezzerei da ora in poi Spezioropoli) che i costi di fermo cantiere sono responsabilità del Comitato del NO al progetto Buren Vannetti e,  letto in un commento su fb di uno del SI al progetto, dei "palloni gonfiati che fanno gli esposti che sono cagate pazzesche".

Ma davvero i nostri esposti sono "cagate pazzesche"? e mi scuso per il tono non consono ad un blog di approfondimento tecnico come questo, ma come dire questo è spesso il livello di confronto nella nostra città.  E, soprattutto, davvero la colpa del fermo cantiere e quindi dei relativi costi è da imputare al fronte del No?

Il "pallone gonfiato" proverà a smentire tutto ciò di seguito....... 


Il sottoscritto "pallone gonfiato", vuole ricordare a tutti che il cantiere è stato fermato su un atto della Direzione Regionale per i Beni Culturali della Regione Liguria, a causa di carenze istruttorie ormai ampiamente suffragate dai fatti.

Il sottoscritto “pallone gonfiato” vuole altresì ricordare che, sulla base di quelle carenze istruttorie,  la Direzione Regionale per i Beni Culturali e la Soprintendenza per i Beni Architettonici hanno sospeso l’esecuzione del progetto nel suo complesso.

Il sottoscritto “pallone gonfiato” vuole inoltre ricordare che, sulla base di quelle carenze istruttorie è stata avviata (nota della Soprintendenza per i Beni Architettonici del 17/7/2013)  di ufficio la procedura di verifica dell’interesse culturale della piazza nel suo complesso.

Il sottoscritto “pallone gonfiato” vuole ancora ricordare che, sulla base di quelle carenze istruttorie è stata avviata (nota della Soprintendenza del 19/7/2013 vedi QUI) la revisione della autorizzazione del novembre 2012 sospesa attualmente nella sua esecutività (si chiama sospensione amministrativa lo preciso per quelli del SI che si avventurano in campi a loro sconosciuti)

Il sottoscritto “pallone gonfiato” ricorda che nella nota, sopra citata del 19/7/2013, la Soprintendenza chiarisce il perché dell’avvio di ufficio della procedura di verifica nonché di eventuale annullamento della autorizzazione del novembre 2012.  I motivi sono  stati determinati dagli errori contenuti nella relazione che accompagna il bando che ha selezionato il progetto Buren Vannetti, relazione che, lo voglio sottolineare, ha carattere prescrittivo. 
La nota del 19/7 prosegue affermando che  nessun affidamento può essere riconosciuto al Comune ai fini dell’avvio, da parte di questo, della procedura di verifica,  considerato che è stato sollecitato due volte senza alcun risultato.  Infine la nota precisa che la apertura della verifica sulla portata dell’interesse culturale storico architettonico ed artistico della piazza è finalizzata proprio a mantenere la “conservazione delle testimonianze dell’originario impianto della piazza”,   che secondo la nota (della Soprintendenza) di avvio della procedura di ufficio del 17/7/2013 è espressione di: “ …….un importante intervento di disegno urbano conseguente al piano regolatore del 1904-1908, realizzato tra gli anni Venti e gli anni Quaranta del Novecento grazie alla demolizione del Politeama, alla progressiva definizione di quinte architettoniche di pregio – tra cui emerge il Palazzo delle Poste – ed al completamento con alberature, questo ultimo eseguito tra il 1937 e il 1939…”

Il sottoscritto “pallone gonfiato” vuole sottolineare che la procedura di verifica dell’interesse culturale, si avvia di ufficio quando l’autorità competente (Soprintendenza)  che deve autorizzare un progetto in area soggetta a vincolo ritiene che non siano stati valutati correttamente tutti gli elementi che  contribuiscono a definire l’interesse culturale, storico architettonico ed artistico dell’immobile.

Il sottoscritto “pallone gonfiato” vuole infine ricordare che i rallentamenti del cantiere nella parte esterna della piazza per i ritrovamenti di reperti archeologici sono il frutto, anche in questo caso, di una carenza istruttoria già rilevata dalla apposita Soprintendenza  che nel maggio del 2012 sottolineava una non adeguata procedura nella elaborazione del progetto sotto il profilo della normativa sul vincolo archeologico, ricordando che al momento dell’inizio degli scavi doveva essere coinvolta la detta Soprintendenza al fine di verificare che le suddette carenza non potessero produrre danni a beni rientranti in tale vincolo.

Il sottoscritto “pallone gonfiato” vuole ricordare  che quanto sopra non è stato di certo prodotto da alcun atto formale del Comitato del NO ma semmai da una presa d'atto  di gravi carenza procedurali ed istruttorie che hanno fatto emergere potenziali vizi di violazione di legge e di merito nel procedimento che ha portato alla apertura del cantiere di Piazza Verdi.

Il sottoscritto “pallone gonfiato” conseguentemente rileva che i presunti 2.000 euro giornalieri di fermo cantiere sono da addebitare  a responsabilità in primo luogo della Amministrazione Comunale nella figura del Sindaco e del responsabile del procedimento del progetto in questione. 


Quindi il “pallone gonfiato”  auspica a breve un nuovo esposto, questa volta alla Corte dei Conti…. E vedremo se quanto vi sarà scritto verrà definito “una cagata pazzesca” come sostenuto  da quelli del SI in relazione agli esposti precedenti; questi ultimi, peraltro voglio specificare,  non erano poi così infondati se siamo al punto in cui siamo.


Il pallone gonfiato ha parlato  HAUGH!

Attendiamo smentite……. Ma da buon pallone gonfiato la vedo dura non credete?  

1 commento:

  1. Essendo trascorsi quattro giorni senza che i sostenitori del "progetto" abbiano trovato argomenti validi per contrapporsi al "pallone gonfiato" mi permetto di tentare una sintesi.
    Chi confonde la causa con gli effetti esprime una incapacità di dialogo.
    Costoro dopo aver tentato una fallita azione di prepotenza dovrebbero entrare nell'ottica del vero dialogo;ma essendone incapaci, proiettano fuori di se le conseguenze delle loro azioni autoreferenziali.

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