Gira
la voce negli ambienti di
Spezia/Paperopoli (che io ribattezzerei
da ora in poi Spezioropoli) che i costi di fermo cantiere sono responsabilità del
Comitato del NO al progetto Buren Vannetti e, letto in un commento su fb di uno del SI al progetto, dei "palloni gonfiati che fanno gli
esposti che sono cagate pazzesche".
Ma davvero i nostri esposti sono "cagate pazzesche"? e mi scuso per il tono non consono ad un blog di approfondimento tecnico come questo, ma come dire questo è spesso il livello di confronto nella nostra città. E, soprattutto, davvero la colpa del fermo cantiere e quindi dei relativi costi è da imputare al fronte del No?
Il "pallone gonfiato" proverà a smentire tutto ciò di seguito.......
Il sottoscritto
"pallone gonfiato", vuole ricordare a tutti che il cantiere è
stato fermato su un atto della Direzione Regionale per i Beni Culturali della
Regione Liguria, a causa di carenze istruttorie ormai ampiamente suffragate dai
fatti.
Il sottoscritto “pallone
gonfiato”
vuole altresì ricordare che, sulla base di quelle carenze istruttorie, la Direzione Regionale per i Beni Culturali e la Soprintendenza per
i Beni Architettonici hanno sospeso l’esecuzione del progetto nel suo complesso.
Il sottoscritto “pallone
gonfiato”
vuole inoltre ricordare che, sulla base di quelle carenze istruttorie è stata
avviata (nota della Soprintendenza per i Beni Architettonici del 17/7/2013) di ufficio
la procedura di verifica dell’interesse culturale della piazza nel suo
complesso.
Il sottoscritto “pallone
gonfiato” vuole
ancora ricordare che, sulla base di quelle carenze istruttorie è stata avviata
(nota della Soprintendenza del 19/7/2013 vedi
QUI)
la revisione della autorizzazione del novembre 2012 sospesa attualmente nella
sua esecutività (si chiama sospensione amministrativa lo preciso per quelli del
SI che si avventurano in campi a loro sconosciuti)
Il sottoscritto “pallone
gonfiato”
ricorda che nella nota, sopra citata del 19/7/2013, la Soprintendenza chiarisce
il perché dell’avvio di ufficio della procedura di verifica nonché di eventuale
annullamento della autorizzazione del novembre 2012. I motivi sono
stati determinati dagli errori contenuti nella relazione che accompagna il
bando che ha selezionato il progetto Buren Vannetti, relazione che, lo voglio
sottolineare, ha carattere prescrittivo.
La nota del 19/7 prosegue affermando
che nessun affidamento può essere
riconosciuto al Comune ai fini dell’avvio, da parte di questo, della procedura
di verifica, considerato che è stato
sollecitato due volte senza alcun risultato. Infine la nota precisa che la apertura della verifica
sulla portata dell’interesse culturale storico architettonico ed artistico
della piazza è finalizzata proprio a mantenere la “conservazione delle
testimonianze dell’originario impianto della piazza”, che secondo la nota (della Soprintendenza) di avvio della procedura di
ufficio del 17/7/2013 è espressione di: “ …….un importante intervento di disegno urbano conseguente al piano
regolatore del 1904-1908, realizzato tra gli anni Venti e gli anni Quaranta del
Novecento grazie alla demolizione del Politeama, alla progressiva definizione
di quinte architettoniche di pregio – tra cui emerge il Palazzo delle Poste –
ed al completamento con alberature, questo ultimo eseguito tra il 1937 e il
1939…”
Il sottoscritto “pallone
gonfiato”
vuole sottolineare che la procedura di verifica dell’interesse culturale, si
avvia di ufficio quando l’autorità competente (Soprintendenza) che deve autorizzare un progetto in area
soggetta a vincolo ritiene che non siano stati valutati correttamente tutti gli
elementi che contribuiscono a definire l’interesse
culturale, storico architettonico ed artistico dell’immobile.
Il sottoscritto “pallone
gonfiato”
vuole infine ricordare che i rallentamenti del cantiere nella parte esterna
della piazza per i ritrovamenti di reperti archeologici sono il frutto, anche
in questo caso, di una carenza istruttoria già rilevata dalla apposita
Soprintendenza che nel maggio del 2012 sottolineava una non adeguata procedura nella elaborazione del progetto sotto il
profilo della normativa sul vincolo archeologico, ricordando che al momento
dell’inizio degli scavi doveva essere coinvolta la detta Soprintendenza al fine
di verificare che le suddette carenza non potessero produrre danni a beni
rientranti in tale vincolo.
Il sottoscritto “pallone
gonfiato”
vuole ricordare che quanto sopra non è stato di certo prodotto da alcun atto formale del Comitato del NO ma semmai
da una presa d'atto di gravi carenza
procedurali ed istruttorie che hanno fatto emergere potenziali vizi di violazione di legge
e di merito nel procedimento che ha portato alla apertura del cantiere di
Piazza Verdi.
Il sottoscritto “pallone
gonfiato”
conseguentemente rileva che i presunti 2.000 euro giornalieri di fermo cantiere
sono da addebitare a responsabilità in
primo luogo della Amministrazione Comunale nella figura del Sindaco e del
responsabile del procedimento del progetto in questione.
Quindi il “pallone gonfiato” auspica a breve un nuovo esposto, questa volta alla
Corte dei Conti…. E vedremo se quanto vi sarà scritto verrà definito “una
cagata pazzesca” come sostenuto da
quelli del SI in relazione agli esposti precedenti; questi ultimi, peraltro voglio specificare, non erano poi così infondati se siamo al punto in cui siamo.
Il
pallone gonfiato ha parlato HAUGH!
Attendiamo
smentite……. Ma da buon pallone gonfiato la vedo dura non credete?
Essendo trascorsi quattro giorni senza che i sostenitori del "progetto" abbiano trovato argomenti validi per contrapporsi al "pallone gonfiato" mi permetto di tentare una sintesi.
RispondiEliminaChi confonde la causa con gli effetti esprime una incapacità di dialogo.
Costoro dopo aver tentato una fallita azione di prepotenza dovrebbero entrare nell'ottica del vero dialogo;ma essendone incapaci, proiettano fuori di se le conseguenze delle loro azioni autoreferenziali.