ALCUNE
ASSOCIAZIONI DI NOTIZIE
In
questa settimana a Spezia si svolgeranno due interessanti iniziative sul tema
della organizzazioni criminali che agiscono nel nostro paese, vedi qui e qui.
Parlare
di malavita organizzata a Spezia potrà sembrare una occasione di dibattito
culturale per “far crescere la coscienza
civile degli spezzini” come
affermano spesso i politicanti nonché amministratori locali.
Poi
leggi, su La Nazione di ieri, contemporaneamente alle iniziative sopra
riportate, una notizia come questa “blitz
l’operazione dell’antimafia di Napoli passa anche dalla Spezia sequestrate società in odore di camorra in città l’ombra del clan dei
casalesi”. Allora
ti viene da dire che forse parlare di mafia e/o malavita organizzata a Spezia non è solo un fatto meramente
culturale.
Poi
sempre per quella associazione di idee che produce informazione tracimante in
rete, ti viene in mente il Rapporto sulla qualità della vita nelle Province
presentato dal Sole 24 ore lo scorso anno (vedi qui), dove
risultava che
Spezia era all’88° posto in classifica principalmente per una fortissima
presenza del fenomeno estorsivo: 76° posto, a livello di aree ad alta criminalità
organizzata.
LA LOGICA MAFIOSA
Continuando
ad associare notizie e informazioni ti viene in mente una definizione ufficiale
del fenomeno mafioso: “una subcultura locale non necessariamente collegata a
manifestazioni delinquenziali, oppure una modalità di esercizio del potere, o
anche un'attitudine alla corruzione politica e/o affaristica” (Mafia
Enciclopedia
delle Scienze Sociali (1996). D’altronde la prima
riflessione alta sul fenomeno mafioso (Leopoldo Franchetti
“Inchiesta in Sicilia” 1876) poneva al centro il tema della politica e
dell'amministrazione locale, il problema di una classe dirigente abituata a
considerare le istituzioni strumento di sopraffazione, incapace di sollevarsi sino alla concezione
moderna della legge impersonale e uguale per tutti.
Dietro
gli aspetti manifestamente delinquenziali della mafia, c’è un substrato di
cultura di governo e di mentalità che potremmo definire para mafiosa cioè
propedeutica a creare un clima che può favorire illegalità nonché uso
spregiudicato della cosa pubblica in mano a gruppo privati di interesse.
Questo
modello para mafioso è stato ben
definito dal Procuratore Anti Mafia
Pietro Grasso (Ottobre 2006 discorso tenuto a Crotone):
“quelle forme di degenerazione dei rapporti fra cittadini,
istituzioni pubbliche e private ai vari livelli, che ormai hanno sviluppato una
sorta di comportamenti assimilabili alle pratiche mafiose che privilegiano i
furbi, i raccomandati, i faccendieri, a scapito delle persone perbene, oneste,
capaci, competenti e meritevoli che vengono mortificate e bollate come ingenue. Queste pratiche squallide e
deplorevoli, indirettamente diffondono nel tessuto sociale l’idea che la strada
per raggiungere un risultato non è lo studio, l’impegno, l’acquisizione di una
formazione seria e specifica, la moralità, bensì la conoscenza della persona
giusta, vicina al potente di turno che spianerà la strada per andare a
ricoprire un ruolo che invece non spettava. Una mansione magari delicata,
importante per il funzionamento della macchina amministrativa, o
strategicamente delicata per scelte di indirizzo politico-economico, dove si
richiederebbero proprio quelle competenze e integrità morale che invece sono
state scandalosamente mortificate. Come si comporterà il beneficiario di simile
ruolo? Sarà improvvisamente folgorato sulla via di Damasco e diventerà
integerrimo ed irreprensibile? Non siamo così ingenui per crederci ! È molto
più probabile che costui vestirà i panni dell’arrogante autoritario, qualità
tipica dell’ignorante che è stato messo a ricoprire un ruolo che non è capace
di svolgere.”
Questa descrizione
sembra ritagliata su molte parti istituzionali e politiche del nostro paese ma
altrettanto ed ancora di più sul sistema di potere locale spezzino:
1. sulle sue modalità di autorigenerazione attraverso la
cooptazione
2. sulle sue modalità di gestione,
3. sulle sue modalità di controllo sociale,
4. sulle modalità di emarginazione dei c.d. dissenzienti.
A SPEZIA TUTTI SANNO…..
A Spezia tutti sanno che non fai carriera nella
pubblica amministrazione locale, se non hai una tessera di partito, o
appartieni a una corrente politica o sei espressione di un gruppo di interesse
preciso.
A Spezia tutti sanno che non lavori se sei
un professionista non allineato a prescindere dalle tue competenze
A Spezia tutti sapevano fin dalla fine degli
anni 90 che Acam era fuori controllo soprattutto nella gestione dei propri
bilanci….
A Spezia tutti sanno che quasi sempre le
procedure amministrative (in particolare quelle urbanistiche ed ambientali)
sono gestite in modo approssimativo con istruttorie inadeguate e con continui
profili di illegittimità (l’illegittimità anticamera della illegalità)
A Spezia tutti sanno che il Comune è
gestito da tre/ quattro persone al di fuori del circuito democratico ufficiale
A Spezia tutti sanno che le scelte
strategiche degli ultimi 20 anni (porto, area ex ip, centrale enel) sono state
frutto di istruttorie taroccate, senza mettere a confronto interessi generali
del territorio, ma supportando interessi di pochi: lega delle cooperative,
contship, imprenditori edili.
A Spezia tutti sanno che gli appalti
pubblici importanti vengono sistematicamente gonfiati con le varianti in corso
d’opera per gli “errori” degli estensori dei bandi che continuano a rimanere ai
loro posti di collettori nella distribuzione delle “prebende pubbliche”.
A Spezia tutti sanno che ad esempio dieto
lo scandalo di Pitelli era presente un interesse chiaro della criminalità
organizzata nel traffico internazionale dei rifiuti.
A Spezia tutti sanno che il sito di
Pitelli non verrà mai bonificato con la copertura della Marina Militare,
compresa la parte a mare.
A Spezia tutti sanno che per anni, con la
copertura prima dell’Asl e poi dell’Arpal, è stato possibile accelerare la
“bonifica” dell’area ex IP in danno della salute dei cittadini e nell’interesse
solo della società che voleva realizzare in tempio rapidi la nuova ipercoop.
A Spezia tutti sanno che la centrale enel
ha continuato in questi anni a non rispettare le prescrizioni della
autorizzazione del 1997
A Spezia tutti sanno che il porto, almeno
sotto il profilo dell’inquinamento da rumore è fuori legge dagli anni 90 del
secolo scorso.
A Spezia tutti sanno che c'è un intreccio
perverso tra chi gestisce il potere, chi gli gira intorno, chi fa finta di
opporsi e chi si oppone senza costruire progetti e proposte, senza entrare nel
merito dei problemi.
A Spezia tutti sanno…… ma…..
c’è una tecnica di rimozione abilissima di un sistema di
potere che ha fatto della logica para mafiosa sopra descritta la cifra della
propria azione di sopravvivenza.
CONCLUDENDO: UN EPISODIO DI LOGICA PARA-MAFIOSA
Voglio
concludere con un episodio, perché
come dimostra anche la storia della mafia siciliana, sono gli episodi concreti
che confermano la presenza della logica paramafiosa sopra descritta.
Quando, nel mio breve periodo da assessore (era l’inizio del
2000) proposi come nuovo dirigente del
settore ambiente il comandante dei Vigili Urbani, il Direttore Generale del
Comune, dell’epoca, mi disse
testualmente : “ non va bene questa
proposta perché quando il nuovo dirigente andrà sull’area IP (in fase di inizio
bonifica all’epoca ndr.) come dirigente dovrà vederla in un modo, ma come
comandante dei Vigili visti i suoi poteri di vigilanza nei reati potrebbe vederla in ben altro modo non molto
coerente con il ruolo di dirigente del Comune”. Come dire se sei
amministratore o dirigente e vedi cose che possono costituire ipotesi di reato
è bene tu volga lo sguardo altrove……
Per capire i problemi ambientali, anzi, le sciagure accadute a Spezia bisogna sdoganare l'ambìente. No, meglio, l'ambiente è l'ultimo sintomo, lo sbocco finale, ma tutto parte dal potere politico finanziario e religioso.
RispondiEliminaPitelli è stato il caso emblematico dove una ragion di stato (lo smaltimento di prodotti scomodi anche per lo Stato) ha incontrato i militari, la massoneria e il PCI. Gli ambientalisti si occupano del malato quando versa già in gravi condizioni, ma ci serve qualcuno che faccia la caccia agli affari sporchi quando stanno nascendo, in anticamera di qualche ufficio o durante qualche cena a casa di "amici" o al ristorante
ragionamento in generale condivisibile....resta il problema di abbattere questo sistema che ha come "sbocco finale" l'inquinamento del territorio. E resta il problema di costruire un nuovo sistema di governo della cosa pubblica che definisca gli anticorpi amministrativi, politici, preventivi per impedire che gli "affari sporchi" non entrino nella politica. Insomma una roba da rivoluzione copernicana!
RispondiEliminaCito l'anonimo che interviene sul post di Marco "ci serve qualcuno che faccia la caccia agli affari sporchi quando stanno nascendo, in anticamera di qualche ufficio o durante qualche cena a casa di "amici" o al ristorante..."
RispondiEliminaGentile Anonimo, mi scuso per l'ardire ma quel qualcuno cui fa riferimento potrebbe essere anche lei. O la magistratura su sua indicazione.
Dirò di più. Quel qualcuno che è nell'anticamera di qualche ufficio o durante qualche cena a casa di "amici" o al ristorante, è necessariamente qualcuno di noi. Meglio, è la gran parte di noi. Se così non fosse, il sistema non reggerebbe. Al contrario reggerebbero e funzionerebbero le istituzioni e le società da loro partecipate.