Sulla
base del nuovo accordo Comuni, Acam, Sindacati
si prevede, tra le altre cose, l’avvio entro un mese, quindi entro dicembre
2012 , delle procedure amministrative per realizzare due discariche di servizio
al sistema di gestione dei rifiuti urbani e assimilati: Mangina (Val di Vara) , Saturnia
(Spezia ).
La
vicenda appare curiosa anche se possiamo certo dire che niente di nuovo sotto
il sole. Infatti il sito di Saturnia
come peraltro quello di Mangina erano previsti da anni nel piano provinciale
dei rifiuti, vedi qui. In
particolare Saturnia viene individuata nel piano provinciale anche come
possibile discarica di servizio .
Ma
l’ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale di Spezia del 28/1/2011 impegna
Regione e Provincia a predisporre un
progetto di risanamento del Sito di Saturnia che preveda tempi certi, tipologie
e quantità di materiali, incluso il sottovaglio prodotto a Saliceti. Il Sindaco
Federici presentando quell’ordine del
giorno specificava,
vedi
qui, che: “
Nella
discarica di Saturnia in effetti potranno essere conferiti solamente i fanghi
verdi risultanti dal dragaggio del golfo, dopo opportuno trattamento di
desalinizzazione”.
QUESTIONI AMMINISTRATIVE E TECNICHE INELUDIBILI
La
solita superficialità dei nostri
amministratori locali, in questo caso in primo luogo Comune di Spezia e
Acam, con al servizio i soliti sindacati (quelli che in tutti questi anni non
si sono accorti che Acam stava andando a picco anche per le troppe assunzioni
clientelari che ora ovviamente pagheranno i lavoratori con esuberi e contratti
di solidarietà etc.), tende a rimuovere le seguenti questioni:
Prima questione:
Saturnia non sarà solo una discarica di
servizio per il rifiuto trattato residuo dell’impianto di Saliceti. I fanghi di cui parla il Sindaco sono rifiuti speciali classificati con
il Codice
europeo n. 170506. Quindi, secondo il DM 27/9/2010 , se la discarica di Saturnia riceverà tali fanghi diventerà una
discarica per rifiuti speciali e non per materiali inerti. Non solo ma si
parla di immettere nel sito di Saturnia anche materiali da scavo a terra (come
quelli delle infrastrutture viarie come la Variante Aurelia da concludere).
Anche in questo caso occorre una grande attenzione, infatti sullo
smaltimento delle terre da scavo è
recentemente intervenuto un discutibile regolamento che letto in modo
coordinato con la precedente normativa richiede una interpretazione attenta su
come debba essere considerato il materiale scavato anche contaminato da inquinanti;
infatti secondo la vigente normativa può essere rifiuto, non rifiuto o
sottoprodotto.
Per una analisi della nuova disciplina in materia di sottoprodotto e di cessazione dalla qualifica di rifiuto vedi qui.
La domanda sorge spontanea: vista la complessità
applicativa di questa normativa sulle terre e rocce da scavo come affermato da
autorevolissima dottrina (vedi qui), possiamo fidarci degli
organi di controllo pubblici spezzini? Gli stessi (in termini istituzionali) della vicenda di Pitelli, della vicenda dei
dragaggi inizialmente illegittimi del golfo, della discarica di Monte Montada,
dell’impianto di Boscalino, delle puzze rimosse per anni nell’area ex IP, dei
rumori non rilevati nell’area portuale, dei controlli confusi sulle emissioni diffuse dall’impianto
di trasporto carbone per la centrale enel…..etc. etc. Ecco possiamo fidarci di queste istituzioni
o serviranno cmq dei contrappesi tecnici che controllino i c.d. controllori per iniziare una nuova stagione di
trasparenza nella gestione della cosa
pubblica nella nostra città e nella nostra provincia?
Seconda questione: il sito di Saturnia se utilizzato come discarica, e se riceverà la c.d. F.O.S (frazione organica stabilizzata) diventerà comunque discarica per rifiuti speciali. Anche recentemente il Consiglio di Stato (sentenza del 31 ottobre 2012, n. 5566: vedi QUI) ha affermato che la F.O.S., essendo il risultato di un processo di biocompostaggio che modifica la natura sostanziale dei rifiuti solidi urbani, li trasforma in rifiuti speciali. Quindi sia che venga utilizzata per operazioni di recupero (bonifiche) che per operazioni di smaltimento sempre di rifiuto speciale si tratta, perché il processo di trasformazione a livello industriale di rigenerazione, esclude il criterio dell’origine ai fini dell’appartenenza alla categoria dei rifiuti urbani.
Ora una discarica di rifiuti speciali sulle
colline di Pitelli oltre ad essere un insulto alla storia di questa area,
costituisce un precedente pericoloso: i rifiuti autorizzati in una discarica
una volta aperta possono essere modificati nelle tipologie con tutti i rischi
facilmente immaginabili per il futuro.
Terza questione: Come è noto a tutti gli addetti ai lavori, il sito di Saturnia è tutt’ora all’interno del perimetro del sito di bonifica nazionale di Pitelli. Non solo ma come dimostra la foto all’inizio di questo post ( vedi punto 1) si trova al di sotto del sito di un'altra ex discarica (Monte Montada) tutt’ora non bonificata e con 155.000 tonnellate di rifiuti anche pericolosi a marcire. Per questa discarica ci sono i dati di perizie di Arpal ma soprattutto gli atti istruttori della Conferenza dei Servizi presso il Ministero dell’Ambiente che ne confermano la persistente pericolosità per tutta l’area che circonda questo sito, quindi anche l’area di Saturnia.
Ecco! In questa
area i nostri amministratori vorrebbero riaprire una discarica di centinaia di
migliaia di tonnellate (si parla di 300.000 mc ma la buca di Saturnia ha
potenzialità di 900.000) per accogliere rifiuti speciali potenzialmente
pericolosi.
Quarta
questione: A parte la questione
della proprietà del sito di Saturnia, attualmente in mano a privati, e
quindi non risolta tutt’ora nonostante le belle frasi negli inutili ordini del
giorno approvati dal consiglio comunale, resta
il problema che il sito di Saturnia non potrà essere autorizzato senza l’avvio
della procedura di bonifica. Ma in
cosa consiste questa procedura di bonifica, quali passaggi amministrativi
richiede e dentro questi passaggi ci sono scappatoie per favorire i disegni
speculativi di chi vuole riaprire la partita rifiuti sulle colline di Pitelli?
L’iniziativa potrebbe essere presa dai
proprietari ma è molto probabile che si opporrebbero con altrettanta probabilità di
vincere la causa non essendo in questo caso direttamente soggetti inquinatori
ma al massimo responsabili in solido come proprietari. Quindi potrebbe essere
il Ministero dell’Ambiente a predisporre un progetto di bonifica coinvolgendo
Regione, Provincia, Comune ed enti tecnici vari (Arpal in primis), interessante
capire dove si troveranno i soldi!
Comunque l’autorizzazione
al progetto di bonifica è di
competenza del Ministero dell’Ambiente, il quale potrebbe dare una
autorizzazione provvisoria di urgenza
alla bonifica ma sempre previa prescrizioni della Conferenza dei Servizi presso
il Ministero dell’Ambiente e soprattutto previa Valutazione di Impatto Ambientale in quanto trattasi di discarica
per rifiuti speciali sottoponibile ex lege a questa procedura. Non sarà
semplice quindi.
I furbetti del Comune e dell’Acam potrebbero
anche tentare di utilizzare una
procedura semplificata introdotta da una recente normativa (comma 5 articolo 40 legge 214/2011,
per un commento e per il testo vedi qui) che prevede possibilità di: “autorizzare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e di
messa in sicurezza degli impianti e delle reti tecnologiche”, quindi non di bonifica vera e propria. Saturnia è un
ex impianto (discarica) ma attualmente non attivo…… Ma c’è un ma! Questi interventi
dovranno comunque garantire la sicurezza
sanitaria/ambientale ed evitare ulteriori propagazioni dei contaminanti in
tutti i casi di siti contaminati, non limitandosi ai soli in casi di siti
contaminati con attività in esercizio. Ora è chiaro come, nel caso in esame, la presenza di Monte Montada impedisca l’avvio di questa procedura semplificata.
Quinta questione: si afferma che il Consiglio Comunale ha approvato nel 2001 un ordine del giorno in cui si dichiarava l’impegno della Amministrazione di allora di non aprire a Saturnia come discarica di servizio o per altri fini ma solo di bonificarla con inerti veri e propri e non con rifiuti. Questo odg è stato superato nel 2011 con questo nuovo odg, vedi qui, ma comunque non saranno gli odg del consiglio comunale a bocciare l’operazione su Saturnia, visto che come è noto non hanno alcun valore cogente e visto che possono essere cambiati facilmente con un semplice voto in Consiglio.
PRIME
CONCLUSIONI
Si
sono scelti due siti entrambi inadatti
per ragioni diverse e soprattutto ad ognuno si vuole far svolgere una funzione
assolutamente inadatta alle loro caratteristiche.
Saturnia, che sarebbe
baricentrica per gli urbani, verrà usata prevalentemente per rifiuti speciali
potenzialmente pericolosi: fanghi da dragaggio , terre da escavazioni
contaminate principalmente.
Mangina dovrà svolgere la funzione di discarica di servizio
quando non ha per niente queste caratteristiche, come principali, come aveva
dimostrato il Piano Provinciale Rifiuti. Nell’area si riconosce la presenza di una
falda idrica unita alle caratteristiche di permeabilità discreta del suolo e
sottosuolo . In tal senso il Piano Provinciale individuava questo sito più
adatto ad impianti come quello di Saliceti (trattamento meccanico-biologico) o
di Boscalino (secondo impianto di compostaggio) che non ad una discarica che
viene vista come terza ipotesi di utilizzo, quindi meramente residuale.
Non
solo ma per entrambi i siti si rimuove il dato oggettivo che non sono siti adatti per una discarica: Saturnia
in zona fortemente inquinata ed ancora da bonificare, Mangina vicino al fiume
con problemi potenziali di tipo idrogeologico e soprattutto molto lontano dalle
zone principali di produzione dei rifiuti urbani sia pure trattati.
Complimenti
per i geni che governano le politiche ambientali del nostro territorio e
complimenti a chi ha distrutto Acam facendone ora pagare le conseguenze principali ai cittadini
di Pagliari e Ruffino, ai lavoratori e alla Val di Vara tutta.
RICAPITOLANDO: LE STRADE PER BOCCIARE, DA UN PUNTO DI VISTA AMMINISTRATIVO, L'IPOTESI SATURNIA
Possono
essere le seguenti, in ordine di sequenza amministrativa:
1. L’inadeguatezza di un
sito come quello di Saturnia interno ad un’area tutt’ora soggetta a bonifica e
neppure completamente caratterizzata: qui potrà essere la procedura di bonifica ex lege a stabilirlo e come abbiamo visto
sopra non sarà per niente semplice aggirare la legge vigente anche se per
esperienza so che ci proveranno e i cittadini dovranno vigilare ed essere pronti ad usare tutti i mezzi
legali e tutte le iniziative di movimento per fermarli.
2. L’inadeguatezza del
sito sotto il profilo dell’impatto cumulativo con altre attività inquinanti
presenti in zona : centrale enel, porto, varie attività industriali. Impatto
cumulativo che dovrà emergere dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale Infatti: “… anche in progetto di dimensioni ridotte può avere un
notevole impatto sull’ambiente se è localizzato in un luogo in cui i fattori
ambientali contemplati dall’articolo 3 della direttiva (come la fauna, flora,
il suolo, l’acqua, il clima o il patrimonio culturale) sono sensibili al minimo
cambiamento” (Corte di
Giustizia sez. V 21/9/1999 (Causa C
– 392/96).
3. La modifica del Piano Provinciale Rifiuti con l’individuazione
definitiva di un sito alternativo
che non può essere Mangina considerato che lo stesso piano provinciale
individua come difetto principale del sito la sua scarsa baricentricità
rispetto alle aree di maggior produzione dei rifiuti compreso l’impianto di
Saliceti.
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