Il
19 luglio 2023 l'Italia ha presentato il progetto aggiornato del piano
nazionale integrato per l'energia e il clima (QUI). Il Piano è stato
valutato dalla Commissione sulla base della Comunicazione della
Commissione (QUI) che fornisce
indicazioni per l’aggiornamento dei PiNEC da parte degli Stati Membri entro
giugno 2023 (proposte di piani) e giugno 2024 (piani definitivi) come
previsto dall’articolo 14 del Regolamento UE 2018/1999 sulla governance
dell'Unione dell'energia e dell'azione per il clima.
La Commissione UE ha emanato (QUI) una Raccomandazione, accompagnato da un documento di lavoro QUI,dalla quale emergono numerose criticità nel Piano italiano che richiederebbero una profonda revisione dello stesso da parte del Governo. La Raccomandazione della UE non è di per se vincolante per gli Stati membri, però può offrire indicazioni sull’interpretazione o sul contenuto del diritto dell’Unione....
SINTESI PRINCIPALI CRITICITA' DEL PNIEC ITALIANO SECONDO LA RACCOMANDAZIONE UE
Si tratta delle Raccomandazione (UE) 2024/599 DELLA COMMISSIONE del 18 dicembre 2023 che ha individuato varie criticità al PNIEC italiano che disegno un quadro preoccupante per il nostro Paese.
In
sintesi, le più significative criticità sono le seguenti:
1. siamo tra i 7 e 9 punti in percentuali sull’obiettivo minimo di riduzione
dei gas serra al 20302;
2.
manca una strategia precisa per raggiungere gli obiettivi di adattamento
climatico;
3.
mancano stime e scansione temporali precise su come promuovere sul lungo
termine le fonti tecnologie da fonti rinnovabili;
4.
manca una solida strategia finanziaria per sostenere la transizione ecologica
anche in riferimento al coinvolgimento degli investimenti privati;
5.
mancano progetti per la conversione delle industrie più energivore;
6.
mancano scansioni temporali precise per la cessazione dei sussidi alle fonti
fossili;
7.
manca una strategia per promuovere piano di azione sociale per una transizione
giusta e solidale;
8.
mancano adeguate monitoraggi sulla efficacia delle politiche di adattamento
anche in relazione alle politiche settoriali in atto;
9.
non esiste una adeguata governance tra livelli nazionali regionali e locali di
governo nelle politiche di adattamento.
VEDIAMO
DI SEGUITO IN MODO PIÙ AMPIO QUANTO AFFERMATO DALLA RACCOMANDAZIONE DELLA
COMMISSIONE UE
Sussiste un divario previsto tra 6,7 e 8,7 punti percentuali per conseguire l'obiettivo nazionale di -43,7 % in materia di gas a effetto serra nel 2030 rispetto ai livelli del 2005 nell'ambito dell'ESR.
Occorrerebbe fornire proiezioni aggiornate per mostrare in che modo le politiche esistenti e pianificate conseguiranno l'obiettivo della neutralità climatica.
Occorre identificare la quantità di emissioni di CO2 che potrebbero essere catturate annualmente entro il 2030, compresa la fonte emissiva.
Delineare e quantificare meglio, ove possibile, il legame con gli obiettivi e le politiche specifici dell'Unione dell'energia, che le politiche e le misure di adattamento dovrebbero sostenere.
Fornire traiettorie stimate e un piano a lungo termine per la diffusione delle tecnologie di energia rinnovabile nei prossimi 10 anni, con una prospettiva fino al 2040.
Includere politiche e misure dettagliate e quantificate in modo da consentire il conseguimento tempestivo ed efficace in termini di costi del suo contributo nazionale all'obiettivo vincolante dell'Unione in materia di energie rinnovabili di almeno il 42,5 % nel 2030, con l'obiettivo collettivo di aumentarlo al 45 %.
Occorre fornire, per quanto possibile, un calendario previsto delle fasi che portano all'adozione di politiche e misure legislative e non legislative volte a recepire e attuare le disposizioni della Direttiva (UE) 2018/2001 sulla promozione delle fonti rinnovabili.
Specificare solidi programmi di finanziamento e regimi di sostegno per l'efficienza energetica, in grado di mobilitare investimenti privati e cofinanziamenti aggiuntivi.
Rafforzare la resilienza del sistema energetico fissando obiettivi e misure chiari per far fronte a forniture limitate o interrotte e, in particolare, fissando un obiettivo per la diffusione dello stoccaggio dell'energia e proponendo politiche e misure per integrare l'imperativo dell'adattamento ai cambiamenti climatici nel sistema energetico.
Proporre politiche e misure per promuovere lo sviluppo di progetti a zero emissioni nette, compresi quelli pertinenti per le industrie ad alta intensità energetica.
Aggiungere una breve descrizione del tipo di regimi di sostegno finanziario scelti per attuare le politiche e le misure, finanziate dal bilancio pubblico, e dell'uso di strumenti finanziari misti che si avvalgono di sovvenzioni, prestiti, assistenza tecnica, garanzie pubbliche, compreso il ruolo delle banche nazionali di promozione nei rispettivi regimi e/o le modalità di mobilitazione dei finanziamenti privati.
Spiegare quando l'Italia intende eliminare gradualmente i sussidi ai combustibili fossili. Spiegare più dettagliatamente in che modo l'Italia prevede di eliminare gradualmente i combustibili fossili solidi per la produzione di energia elettrica chiarendo i relativi impegni e misure.
Fornire informazioni più dettagliate sulle conseguenze sociali, occupazionali e sulle competenze, o su qualsiasi altro impatto distributivo, della transizione climatica ed energetica e sugli obiettivi, le politiche e le misure previsti a sostegno di una transizione giusta. Questo perché ad oggi da parte dell’Italia manca una analisi seria per la realizzazione del futuro piano sociale per il clima, conformemente al Regolamento (UE) 2023/955 (QUI) del Parlamento europeo e del Consiglio (che ha istituito un fondo sociale per il clima).
Gli sforzi dovrebbero essere indirizzati verso la decarbonizzazione della produzione di energia.
Per le riduzioni delle emissioni di gas serra si richiedono politiche e misure credibili.
Garantire che le politiche di adattamento siano monitorate e valutate in modo sistematico e regolare e che i risultati si riflettano nella progettazione e nell'attuazione delle politiche riviste.
Migliorare il coordinamento tra i diversi livelli di governance (nazionale/regionale/locale) per allineare gli strumenti di pianificazione e favorire interventi coordinati finalizzati alla trasformazione "sistemica".
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