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giovedì 18 maggio 2023

Rischio idraulico: i Commissariamenti infiniti mentre il Paese affonda nel cemento

Il Ministro Salvini dopo la drammatica alluvione in Emilia Romagna dichiara: "commissarieremo le opere".
Egregio Ministro i Commissari ci sono da "" (con provvedimenti approvati da governi dove c'era anche lei
) pure le semplificazioni per autorizzare le opere con una legislazione speciale sterminata di cui, nel seguito del post, riporto solo alcuni ultimi esempi. 

Ma sono ben altri i temi da affrontare per uscire dalla logica dei provvedimenti di emergenza. 

 


PROVVEDIMENTI DI LEGGE DEGLI ULTIMI ANNI CHE FANNO RIFERIMENTO AI COMMISSARI E ALLE PROCEDURE SPECIALI IN TEMA DI RISCHIO IDRAULICO E IDROGEOLOGICO 

1. Legge 26 del 2010 (QUI) nomina commissari per gli interventi urgenti nelle situazioni a più elevato rischio idrogeologico con poteri di deroga alla normativa ordinaria per realizzare le opere necessarie

2. comma 1028 della legge finanziaria 2019 e Delibera 1 agosto 2019 del CIPE QUI

3. Dpcm 2 Dicembre 2019 che ha approvato il Piano operativo per il dissesto idrogeologico (QUI)

4. misure di semplificazione in materia di interventi contro il dissesto idrogeologico e opere urgenti contro il dissesto idrogeologico (legge 120/2020 QUI);

5. semplificazione autorizzatorie anche in deroga al codice del paesaggio per la sistemazione idraulica forestale in aree montane e collinari ad alto rischio idrogeologico e di frana Legge 108/2021 QUI

6. misure di semplificazione e accelerazione per il contrasto del dissesto idrogeologico Legge 108/2021;

7. disposizioni urgenti contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche legge 41/2023 QUI;



COSA VIENE RIMOSSO DIETRO IL CELUDURISMO DEI COMMISSARIAMENTI

Forse il Ministro dovrebbe leggersi la Relazione (QUI)della Corte dei Conti del 2019 sul Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico 2016-2018 dove si vede nei Commissari il sintomo di una patologia della pubblica amministrazione non la soluzione infatti la relazione rileva: "la difficoltà delle amministrazioni nazionali e locali di incardinare l’attività di tutela e prevenzione nelle funzioni ordinarie e il conseguente ricorso ripetuto alle gestioni commissariali."

Mentre il ceto politico cazzeggia con le dichiarazioni celoduriste la cementificazione del territorio continua come ha dimostrato il Rapporto del sistema nazionale delle Agenzie per la Protezione Ambientale, QUI, che afferma: "le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 57,5 km2 , ovvero, in media, circa 16 ettari al giorno. Un incremento che, purtroppo, non mostra segnali di rallentamento e che, in linea con quelli rilevati nel recente passato, fa perdere al nostro Paese quasi due metri quadrati di suolo ogni secondo.". Questo Rapporto (QUI) è in continuità con quello del 2008 sempre dell'ISPRA c
he rilevava i dati di consumo di suolo, elaborati sul territorio provinciale per il periodo 1990-2000, evidenziano una crescita media nazionale pari al 5,8% con picchi anche superiori al 10% nelle province di Torino, Parma, Bologna, Pescara e Cagliari.


Il cemento avanza in un quadro di opere (commissari o meno) spesso pensate progettate male e realizzate peggio . Non a caso l'Ispra (Istituto di ricerca del Ministero dell'Ambiente e sicurezza energetica) ha prodotto recentemente QUIuna metodologia per il monitoraggio degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico che ISPRA svolge da più di venticinque anni per conto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). Nel proporre questa metodologia Ispra ha evidenziato che la progettazione degli interventi non sempre tiene conto in modo adeguato delle caratteristiche tipologiche dei dissesti e delle relazioni che intercorrono tra questi e gli elementi esposti al rischio presenti sul territorio sic!

Nel frattempo la Regione Liguria, per restare dalle mie parti, vuole costruire in zone a rischio idraulico limitato producendo apposito regolamento in un epoca in cui il rischio idraulico può cambiare nel giro di 1 mese e un piccolo torrentello può trasformarsi in una fiumana inarrestabile con l'arrivo di un ennesimo ciclone tipico di questi tempi.
Il tutto in barba a quello che dice non un comitato di ambientalisti ma la Corte Costituzionale sulla edificabilità in aree a rischio geologico o idrogeologico. Si tratta della sentenza n° 245 del 2018 (QUI)
 con la quale è stata dichiarata la incostituzionalità di una legge regionale nella parte in cui consente gli interventi di recupero nelle aree assoggettate dai piani di bacino (che sono una species degli atti di pianificazione territoriale) a vincoli diversi dall'inedificabilità assoluta o qualificate a rischio geologico o idrogeologico diverso da quello elevato, a prescindere dalla conformità di detti interventi con i piani di bacino stessi.


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