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venerdì 18 febbraio 2022

Corte dei Conti UE: i prezzi dell’energia rimuovono i costi ambientali e le sovvenzioni alle fossili bloccano la transizione alle rinnovabili

La Corte dei Conti UE ha pubblicato rapporto (QUI) su tassazione dell’energia, fissazione del prezzo del carbonio e sovvenzioni all’energia

Il Rapporto dimostra come:

1. il prezzo dei prodotti energetici continui a non rispecchiare i costi ambientali reali delle emissioni

2. le sovvenzioni ai combustibili fossili sono rimaste stabili dal 2008 al 2019 compensando negativamente la quasi qadruplicazione degli incentivi alle rinnovabili

3. l'inquinamento atmosferico e i gas a effetto serra sono i più tassati, ma anche qui le entrate sono solo circa la metà del costo esterno totale stimato. 

 

 

La analisi pubblicata dalla Corte dei Conti UE che si concentra sui seguenti aspetti:

1. la congruenza degli attuali livelli di tassazione dell’energia e di fissazione del prezzo del carbonio con gli obiettivi climatici;

2. le sovvenzioni all’energia, ponendo l’accento su quelle destinate all’energia pulita e ai combustibili fossili;

3. la vigente direttiva sulla tassazione dell’energia, che stabilisce aliquote fiscali minime per i prodotti energetici e il modo in cui la nuova proposta della Commissione intende porre rimedio ai punti deboli di tale direttiva.

In sintesi l’analisi della Corte rileva aspetti molto significativi che stanno incidendo sul raggiungimento degli obiettivi UE della transizione alla neutralità climatica.

 

La Corte osserva che negli anni recenti, considerato l’effetto delle imposte o dello scambio di quote di emissioni, il prezzo dei prodotti energetici non ha rispecchiato il costo ambientale delle emissioni.

Nella valutazione relativa alla direttiva sulla tassazione dell’energia, la Commissione ha segnalato alcune carenze presenti nella legislazione sull’imposizione minima. Le proposte legislative avanzate dalla Commissione nel pacchetto “Pronti per il 55 %” mirano, fra l’altro, ad allineare le imposte sull’energia al contenuto energetico, nonché ad includere più settori nel sistema di scambio di quote di emissioni (Emissions Trading System – ETS) dell’UE. 

Le sovvenzioni all’energia possono essere utilizzate per procedere verso un’economia a minore intensità di carbonio.

Le sovvenzioni per i combustibili fossili, che ostacolano invece una transizione energetica efficiente, sono rimaste relativamente costanti (vedi grafico a fianco tratto dalla analisi della Corte dei Conti UE)  nel corso dell’ultimo decennio, malgrado gli impegni assunti dalla Commissione e da alcuni Stati membri a eliminarle gradualmente.

Secondo la Corte di Conti UE le sovvenzioni per i combustibili fossili ostacolano il raggiungimento degli obiettivi climatici, poiché frenano la transizione all’energia verde. Nel complesso, le sovvenzioni assegnate dagli Stati membri per i combustibili fossili ammontano a oltre 55 miliardi di euro all’anno. Sono state relativamente stabili nel corso degli ultimi dieci anni, nonostante gli inviti a eliminarle gradualmente. Alcuni Stati membri spendono più in sovvenzioni per i combustibili fossili che in sovvenzioni destinate all’energia verde.

 


ASPETTI SOCIALI DELLA TASSAZIONE SUL CARBONIO E LE EMISSIONI INQUINANTI

Anche alla luce della rivolta dei “gilet gialli” che ha portato lo stato francese a congelare la tassa introdotta sul carbonio, la analisi della Corte UE pone all’accento sugli aspetti sociali per una tassazione che favorisca la transizione energetica alla neutralità climatica.

La Corte nella sua analisi ricorda che la Commissione ha rilevato che gli importi spesi dai nuclei familiari per l’energia (riscaldamento e trasporti inclusi) variano in misura considerevole. Le famiglie più povere, ossia quelle che si collocano nel decile inferiore della distribuzione del reddito, spendono per l’energia meno del 5 % del proprio reddito in Lussemburgo, Malta, Finlandia e Svezia, contro più del 20 % del proprio reddito in Cechia e Slovacchia.

Secondo la Corte dei Conti UE per attenuare il rischio di rifiuto delle riforme fiscali, le organizzazioni internazionali30 hanno raccomandato una maggiore trasparenza nel comunicare le motivazioni delle riforme fiscali e l’utilizzo dei proventi, le riduzioni di altre imposte e le misure di ridistribuzione adottate.

Secondo gli studi, è dimostrato che, se viene definita a monte la destinazione delle entrate, le tasse sul carbonio possono risultare più accettabili.

In particolare la Corte cita:

1. studio OCSE (QUI) che fornisce un approccio sequenziale che può aiutare a fornire supporto per l'analisi a un processo di riforma ben informato. L'implementazione degli strumenti suggeriti può aiutare i responsabili politici a identificare le misure di sostegno del governo più distorcenti e le politiche alternative o complementari che realizzano gli obiettivi perseguiti in modo più efficiente ed efficace. Lo studio presentato attinge alla lunga esperienza e tradizione dell'OCSE nella misurazione e nel monitoraggio delle misure di sostegno per i combustibili fossili, principalmente nel suo Inventario delle misure di sostegno per i combustibili fossili (inventario di seguito) e nelle relazioni di accompagnamento.

2. Centre for Climate Change Economics and Policy e Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment ha presentato uno studio (QUI) su come rendere più accettabile la tassazione sul carbonio, che pone l’accento sulle modalità di comunicazione delle politiche di riduzione delle emissioni di gas serra ed in particolare sulla tassazione del carbonio. In particolare lo studio fa notare le tasse sul carbonio hanno un ruolo da svolgere anche nelle giurisdizioni che hanno già un sistema di scambio di quote di emissioni, come l'Unione Europea. Le emissioni scambiate rappresentano solo il 42% circa del totale dell'UE emissioni: il restante 58 per cento non rientra nell'EU ETS, in settori come i trasporti, l'edilizia, gestione dei rifiuti e agricoltura.

Per questo la Tassazione del carbonio, insieme ad altre normative misure, offre agli Stati membri un modo efficace per ridurre le emissioni di gas serra all'esterno del sistema di scambio quote ETS dell'UE. Oltre i confini dell'UE, è una misura efficace per ridurre l'energia e l'industria emissioni in giurisdizioni senza schemi di scambio esistenti.

3. Conferenza Tassazione Verde della UE per costruire economie eque e resilienti (QUI). La documentazione in vista di questa Conferenza dimostra come l'inquinamento atmosferico e i gas a effetto serra sono i più tassati, ma anche qui le entrate sono solo circa la metà del costo esterno totale stimato.  Altre forme di inquinamento, come l'inquinamento idrico proveniente da fonti diffuse come l'agricoltura, sono tassate ancor meno.

È evidente che vi è margine per un maggiore utilizzo. Lo studio in corso esamina un portafoglio di strumenti a livello dell'UE che aumenta le imposte verdi dal 6 % del gettito fiscale totale a circa il 6,6 % del gettito fiscale totale. Comprende esempi pertinenti per tutti i paesi dell'UE. Questo pacchetto andrebbe a vantaggio della crescita: essa raccoglie circa 30 miliardi di euro e l'utilizzo di questo importo di entrate per ridurre l'imposta sul reddito genera un impatto positivo netto sul PIL di 35 miliardi di EUR e crea 140 000 posti di lavoro aggiuntivi.   



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