SEZIONI DI APPROFONDIMENTO E DOCUMENTAZIONE

mercoledì 2 febbraio 2022

Aumento delle bollette dell’energia elettrica usato per attaccare le fonti rinnovabili: si va verso la transizione al gas

Il Ministro della Transizione Ecologica pensa di risolvere iil problema dell'aumento delle bollette energetiche proponendo di aumentare la produzione nazionale di gas naturale insieme con 1,5 mld di riduzione degli incentivi per il fotovoltaico, come emerge dalla recente audizione (QUI) parlamentare del Ministro sui prezzi dell'energia e sulla sicurezza degli approvvigionamenti, anche in relazione alla strategia europea d'intervento e di sostegno.

Conseguentemente questo indirizzo è stato tradotto nel titolo III del Decreto Legge 4/2022  (QUI) prevede una serie di misure per contenere l’aumento dei costi della energia elettrica a tutela di determinati categorie.

L’azione concertata della lobby del gas con le scelte del Governo sia attuale che quelli precedenti sta producendo uno stallo alle fonti rinnovabili come dimostrano i dati Terna sui consumi elettrici del 2021.

D’altronde un esempio clamoroso è nel proliferare abnorme di progetti di centrali a gas alla autorizzazione del Ministero della Transizione Ecologica (QUI) grazie all’uso distorto del meccanismo del capacity market (QUI).

Andiamo nel merito di queste affermazioni utilizzando documenti ufficiali ma anche degli operatori del settore delle rinnovabili…

 


LE CRITICHE DEGLI OPERATORI DELLE FONTI RINNOVABILI

Sul punto è significativa la presa di posizione del Coordinamento Free (Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica -QUI).  Secondo il Coordinamento (QUI): “siamo di fronte ad una misura che è destinata a raccogliere un quantitativo modesto di risorse, dato che la larga parte dell’energia rinnovabile viene venduta con contratti a lungo termine – dunque quella attesa nel trimestre in corso è già stata venduta a prezzi più bassi rispetto a quelli corrente –, ma in compenso si presta a ricorsi e soprattutto dà un segnale politico potente: Colpire le rinnovabili”.

Aggiunge il Coordinamento: “Prima di tutto le risorse arrivano esclusivamente dalle aste dell’Emissions trading che dovrebbero servire per la transizione ambientale e con le quali, invece, si fa cassa senza alcun criterio “ambientale”. È una scelta di campo precisa, penalizzare le rinnovabili per favorire le fossili. Non si fa menzione nel decreto, infatti, né degli extra profitti dei produttori di energia elettrica che utilizzano il gas per i quali, avendo contratti di approvvigionamento a lungo termine tuttora in vigore, nei quali esistono precisi criteri di indicizzazione, è possibile calcolare con precisione l’extraprofitto, né dei produttori di gas che sono i veri beneficiari di questa esplosone del prezzo di mercato”.

Si veda anche la presa di posizione di ANEV (associazione nazionale energia dal vento) per cui il nuovo Decreto legge: “prevede il taglio della remunerazione per i soli produttori rinnovabili al prezzo del mercato elettrico del decennio 2010-2020. Per dare una idea a chi legge il prezzo medio di borsa dell’ultimo mese è stato circa di 240 €/MWh (prezzo che hanno preso tutti i produttori di energia elettrica) mentre il prezzo che il Governo vuole riconoscere agli impianti eolici è di 60 €/MWh quando tutti gli altri produrranno e venderanno lo stesso prodotto ad un prezzo 4 volte maggiore!!!”.


 

I DATI ANCHE DELLA AGENZIA INTERNAZIONE DELL’ENERGIA DIMOSTRANO COME I COSTI DELL’ENERGIA SALGONO PER IL GAS

Un documento di Elettricità Futura (associazione delle imprese elettriche italiane di produzione con rinnovabili - QUI) dimostra che il costo dell’energia elettrica sale perché è aumentato di circa quattro volte il prezzo del gas rispetto alla media degli ultimi anni (in questi giorni è circa 80 €/MWh a fronte di 20 €/MWh in media negli scorsi anni) con cui viene prodotta la maggior parte dell’elettricità in Italia e in molti Paesi europei.

Con l’attuale assetto del mix di generazione (40% FER sul totale di generazione elettrica), la bolletta elettrica complessiva in Italia sarà di circa 75 Mld€ nel 2021 – dato preconsuntivo (+70 % rispetto al 2019, pre-COVID, in cui era pari a 44 Mld€).

Se invece avessimo, ipoteticamente, già raggiunto il mix di generazione elettrica necessario a centrare il target Green Deal 2030, cioè 72% FER sul mix di generazione elettrica, il costo complessivo della bolletta sarebbe 45 Mld€ rispetto ai 75 Mld€, cioè inferiore del -40%. E l'Italia risparmierebbe 30 Mld€ all'anno!

 

Secondo l’Agenzia Internazionale della Energia (QUI) dietro le presunte carenze di gas che farebbe salire i prezzi ci sono fenomeni geopolitici che potrebbero essere limitati se si fosse puntata di più in questi anni sulle rinnovabili in Europa e soprattutto in Italia. Secondo la IEA la Russia, oltre a trattenere almeno un terzo del gas che potrebbe inviare in Europa, sta prosciugando gli impianti di stoccaggio sotto il suo controllo per rafforzare l’impressione di scorte limitate.

«In termini di stoccaggio, l’attuale deficit di stoccaggio nell’Ue è in gran parte dovuto a Gazprom», ha affermato Birol (direttore esecutivo dell'Agenzia) al Financial Times, sottolineando che lo stoccaggio totale è fermo a circa il 50% della capacità rispetto al 70% normalmente registrato in gennaio: «I bassi livelli di stoccaggio nelle strutture dell’azienda con sede nell’Ue rappresentano la metà del deficit europeo, anche se lo stoccaggio di Gazprom rappresenta solo il 10% della capacità di stoccaggio totale dell’Ue».

Le dimensioni del problema sono ancora più chiare se poste in una prospettiva più ampia: il 41,1% (QUI) del gas naturale consumato in Europa proviene dalla Russia, percentuale che sale al 47,1/%  (dato Eurostat 2019 QUI) nel caso dell’Italia.

 

 

I DATI TERNA DIMOSTRANO LO STALLO DELLE RINNOVABILI ALLA FACCIA DELLA TRANSIZIONE “ECOLOGICA”

Dati Terna sui consumi elettrici del 2021 dimostrano che i consumi di energia elettrica in Italia sono tornati sostanzialmente ai valori del 2019, recuperando il forte calo fatto registrare nel 2020. Secondo i dati di Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, il fabbisogno è stato pari a 318,1 miliardi di kWh, un valore in aumento del 5,6% rispetto al 2020 e in linea (-0,5%) con i livelli pre-Covid del 2019. Le rinnovabili hanno coperto il 36% della domanda elettrica, anche in questo caso tornando sui volumi del 2019: grazie alle favorevoli condizioni climatiche, che hanno consentito di utilizzare maggiormente gli impianti, la produzione complessiva di eolico e fotovoltaico è stata la più alta di sempre, anche a fronte di un contenuto incremento della potenza installata. Significativo per le Fonti rinnovabili è che nel 2020 avevano contribuito al 38% quindi siamo di fronte ad uno stallo determinato principalmente dalla non realizzazione di nuovi impianti molti fermi ancora alla fase autorizzatoria.

Mentre i dati Eurostat (QUI) dimostrano che in Europa siamo su percentuali che vanno da oltre il 70& (Austria e Svezia) a oltre il 50% in Danimarca Portogallo, Croazia e Lettonia.

I dati in tempo reale sull’esercizio del sistema elettrico nazionale sono inoltre consultabili sull’app di Terna disponibile sui principali store:

https://play.google.com/store/apps/details?id=it.terna.energia&hl=it

https://apps.apple.com/it/app/terna/id1458535498

 

 

PARERE CONSEGNATO ALLA COMMISSIONE EUROPEA DAGLI ESPERTI DELLA PIATTAFORMA UE PER LA FINANZA SOSTENIBILE RELATIVAMENTE ALLA TASSONOMIA DEGLI INVESTIMENTI PER LA TRANSIZIONE VERSO LA NEUTRALITÀ CLIMATICA

Il documento (Response to the Complementary Delegated Act 21 st January 2022 - QUI)  conferma la bocciatura da parte dei tecnici della Commissione UE all'inclusione di gas e del nucleare tra gli investimenti con l'etichetta green.
Secondo il parere, gli impianti a gas potrebbero essere presi in considerazione solo con un'intensità di emissioni inferiore a "100 grammi di CO2 per Kilowattora" (un valore che attualmente, ricorda il parere, per una centrale a gas "è nel migliore dei casi, di 300gCO2KWh").  

Così, per fare un esempio specifico, il progetto di centrale a gas di Enel per la conversione della centrale a carbone spezzina all’allegato A allo Studio di Impatto Ambientale, afferma testualmente a pagina 133: “A parità di energia prodotta quindi la Centrale nell’assetto proposto sarà maggiormente efficiente rispetto alla configurazione attuale, consentendo di ridurre le emissioni specifiche da 906 kgCO2/MWh nello scenario attuale a 308 kgCO2/MWh nello scenario di progetto (-66%).”

 

 





 

Nessun commento:

Posta un commento