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martedì 2 febbraio 2021

Biodigestore spezzino: Iren, l'inventata Vandea degli oppositori , la politica marketing

Mentre la Regione Liguria temporeggia (in attesa delle udienze al TAR Liguria) sulla emanazione della autorizzazione finale al progetto di biodigestore previsto a Vezzano Ligure nella provincia spezzina, Iren SpA dichiara di avere già in tasca la stessa (in barba alla autonomia della giustizia amministrativa) ed ha iniziato una campagna mediatica (come dimostra l'articolo del Secolo XIX riprodotto a fianco) di delegittimazione di tutti coloro che contestano questo progetto (Comuni, Comitati e Associazioni).


Iren cerca di disegnare il fronte che si oppone al progetto come una sorta di neoVandea contraria alle tecnologie e quindi a qualsiasi soluzione che chiuda il ciclo dei rifiuti di origine urbana.
Si tratta di una tecnica comunicativa profondamente scorretta soprattutto da parte di una società che è concessionaria di un servizio pubblico come quello della gestione rifiuti.


Ma soprattutto si tratta di un campagna fondata sulla rimozione dei veri motivi per cui ben tre Comuni (Arcola, Santo Stefano Magra, Vezzano Ligure) si oppongono a questo progetto. Una opposizione che non è ideologica verso una data tecnologia ma fondata su precisi motivi di merito:


1. i siti, il tipo di impianto, le dimensioni dell'impianto devono essere decisi dalla pianificazione pubblica;


2. la pianificazione pubblica non può adeguarsi alle esigenze di profitto delle imprese come è avvenuto nel caso del progetto di biodigestore previsto a Vezzano Ligure;


3. è inaccettabile che in Liguria si prevedano impianti sovradimensionati rispetto all'obiettivo di legge (chiudere il ciclo dei rifiuti nell'ambito regionale) favorendo la migrazione dei rifiuti da una provincia all'altra e da una regione all'altra;


4. il mercato legato alla tecnologia dei biodigestori è drogato dagli incentivi per il biometano sottoprodotto del ciclo di questi impianti e questo spiega, e solo questo, il punto 3. Un mercato degli incentivi unidirezionale (che puzza sempre più di lobby) come d'altronde si è verificato con la interpretazione italiana del meccanismo del capacity market tutto mirato a favore delle centrali a gas;


5. nelle procedure di valutazione non è il sito a dovere essere adeguato all'impianto ma viceversa, nel caso del progetto spezzino si è scelto un sito vicino al corso d'acqua Magra (a rischio esondazione) e vicinissimo ai punti di emungimento dell'acqua potabile di due terzi degli spezzini;


6. la partecipazione nel caso specifico è stata totalmente sfalsata da una Inchiesta Pubblica dove la Regione, Autorità Competente a rilasciare l'autorizzazione finale, prima ancora che iniziassero le udienze ha prodotto un documento che ne anticipava le conclusioni (quindi venendo meno alla sua figura terza rispetto allo svolgimento della Inchiesta).



Quanto sopra sarà a breve oggetto di una decisione della magistratura amministrativa. Ovviamente non so chi avrà ragione, la mia esperienza pluridecennale di vertenze legali ambientali mi ha insegnato che il diritto ambientale è materia discrezionale e oggetto di interpretazioni diverse degli organi giudicanti anche nel tempo. Su contestazioni simili il Comune di Isola del Cantone vinse la causa contro un progetto di biodigestore ma ovviamente ora siamo di fronte ad un nuovo caso, un nuovo collegio giudicante e quindi vedremo.


Resta un fatto per ora invece incontrovertibile: se questo progetto andrà in porto sarà l'ennesimo precedente gravissimo nel modo di decidere le scelte sui territori. Un modo di decidere lesivo dei principi di trasparenza, di corretta valutazione delle scelte per scenari, ma soprattutto dell'autonomia delle Autorità Pubbliche rispetto a soggetti imprenditoriali che ormai in Liguria operano come monopolisti.


Insomma il caso del biodigestore spezzino conferma sempre di più come oggi la politica non decida ma subappalti le decisioni ai gruppi di interesse per poi adeguare a quelle la pianificazione/programmazione delle scelte. Tutto questo ci auguriamo che sia dichiarato formalmente illegittimo ma anche se così non fosse, tutto questo sta facendo andare a farsi benedire la democrazia rappresentativa.
E' LA POLITICA MARKETING BELLEZZA!

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