In
data 11 gennaio 2016 è stata avviata la procedura di Valutazione di Impatto
Ambientale (VIA) per il progetto di nuova discarica in località Saturnia in
pieno sito di bonifica di Pitelli.
Su
rischi e le problematiche di questo ennesimo progetto in un area dove dovrebbero
solo esistere interventi di bonifica senza portare ulteriori materiali, in
questo caso rifiuti speciali, come invece prevede il progetto, ho già scritto più
volte su questo blog (vedi QUI) e a quei post rimando in attesa di approfondire la
documentazione allegata alla domanda di VIA.
A
questo ultimo proposito occorre sottolineare come nonostante l’avviso della
Regione Liguria (vedi
QUI) affermi che la domanda di VIA con la relativa documentazione sia pubblicata nel
sito della Regione sezione procedimenti di VIA in corso ad oggi questa
pubblicazione non esiste (vedi QUI).
Comunque
detto questo, è già non è poco, io credo che la prima cosa da fare, proprio per i potenziali
impatti del progetto ma anche e soprattutto per le specificità ambientali in cui
verrebbe collocato, sia quella di chiedere un immediato avvio della Inchiesta
Pubblica come previsto dalla legge regionale sulla VIA.
L’Inchiesta
Pubblica costituisce un percorso di
coinvolgimento del pubblico interessato dal progetto che dovrà svolgersi nella
zona interessata .
La Regione Liguria non ha mai regolamentato questa procedura
partecipativa pur essendo prevista come abbiamo visto dalla legge regionale in
materia di VIA.
Si tratterebbe quindi in primo luogo di istituire l’Inchiesta
con apposita delibera di Giunta Regionale che ne fissi le regole minime di
funzionamento a garanzia della trasparenza e del massimo coinvolgimento della
Comunità interessata nonché dello stesso committente dell’opera oggetto della
VIA.
Quella
che segue è la richiesta tipo di avvio della Inchiesta Pubblica con allegate le
modalità minime di funzionamento della stessa.
RICHIESTA INCHIESTA PUBBLICA PROCEDURA DI VIA PROGETTO DI DISCARICA LOCALITA' SATURNIA - LA SPEZIA
Visto
che in data 11 gennaio 2016 è stato avviato il procedimento di VIA avente ad
oggetto: “Lavori di messa in sicurezza permanente e realizzazione di un nuovo
impianto con riqualificazione ambientale” in località Saturnia Comune della
Spezia.
Visto il comma 5 articolo 11
della legge regionale 38/1998 che recita: “5. La Regione favorisce, di intesa con i
Sindaci dei Comuni interessati, inchieste pubbliche, con particolare riguardo
ai progetti assoggettati a procedura regionale.”;
Considerato
che la norma regionale sopra riportata deve essere interpretata
come attuativa del principio generale affermato dalla lettera b) comma 1
articolo 1 della legge regionale 38/1998 secondo la disciplina regionale della
VIA ha tra l’altro la finalità di: “b) garantire e promuovere l'informazione e la partecipazione
dei cittadini ai processi decisionali relativi alla procedura di VIA”;
Considerato
che il progetto oggetto di VIA a prescindere da quelle che
saranno le conclusioni del procedimento di competenza regionale, costituisce un
potenziale e rilevante impatto ambientale e sociale sul territorio interessato;
Visto
che secondo il comma 7 dell’articolo 24 del DLgs 152/2006 (testo
unico ambientale) l’Inchiesta Pubblica:
“si conclude con una relazione sui lavori svolti
ed un giudizio sui risultati emersi, che sono acquisiti e valutati ai fini del
provvedimento di valutazione dell'impatto ambientale.”;
Visto
che secondo la DGR 1660/2013 (Aggiornamento delle Norme Tecniche per la
procedura di VIA) il Quadro di riferimento progettuale del SIA deve tra l’altro descrivere: “la
gestione sociale del progetto, con riferimento ai soggetti coinvolti, agli
impatti relativi a vantaggi e svantaggi sui gruppi sociali, i beneficiari,
l’utenza diretta o indiretta, i possibili conflitti.”;
Visto che, a conferma delle problematiche di gestione sociale
del progetto, richiamate dalla DGR 1660/2013,
il Consiglio Comunale della Spezia ha
approvato nel 2001 un ordine
del giorno in cui si
dichiarava l’impegno della Amministrazione di allora di non aprire a Saturnia
come discarica di servizio o per altri fini ma solo di bonificarla con inerti
veri e propri e non con rifiuti. Tale odg è stato poi integrato con un'altra
odg del Consiglio Comunale del 28/01/2011 nel quale si impegnava il Sindaco e
la Giunta Comunale: “alla costituzione di un osservatorio rifiuti zero partecipato dai
cittadini e associazioni ambientaliste che avrebbe dovuto seguire tutto l’iter
relativo alla riapertura della discarica sulle colline di Pitelli”;
Considerato inoltre che l’area
interessata dalla nuova discarica, come risulta anche dall’oggetto del
procedimento di VIA, è interna al perimetro dell’attuale sito di bonifica
regionale di Pitelli
Considerato che l’area interessata dal
sito di Pitelli è tutt’ora non bonificata in molte parti e costituisce un
attuale rischio ambientale e sanitario per i cittadini residenti anche nelle
area limitrofe al nuovo progetto di discarica
Visto che nell’area interessata
dal nuovo progetto di discarica esisteva una precedente discarica nonché,
limitrofa alla stessa, una ulteriore discarica (località Monte Montada)
anch’essa ad oggi non bonificata
Considerato
che quanto sopra caratterizza l’area interessata dal nuovo
progetto in termini di significativo impatto cumulativo esistente
Considerato
che la descrizione degli impatti di cui sopra, nonché le
problematiche di gestione sociale del nuovo progetto, potranno essere
adeguatamente analizzate ed eventualmente implementate, proprio da un percorso
di consultazione organizzato sul territorio interessato come quello della
Inchiesta Pubblica;
Considerato infine
che la Regione Liguria non ha disciplinato ad oggi puntualmente le modalità di svolgimento della
Inchiesta Pubblica.
CHIEDE
CHE
1. La
Regione definisca, d’Intesa con il
Sindaco del Comune della Spezia,
l’avvio della Inchiesta Pubblica come previsto dal comma 5 articolo 11
della legge regionale 38/1998
2.
l’Inchiesta Pubblica si svolga secondo le modalità descritte nell’allegato alla
presente richiesta
ALLEGATO
L’atto
con il quale la Regione deciderà di avviare l’Inchiesta Pubblica e di nominare
il Presidente della stessa potrà
definire le seguenti regole minime di funzionamento:
1.
La nomina di un Presidente della Inchiesta Pubblica con adeguate competenze in materia e che
sia figura di garanzia per tutte le parti in causa, quindi non potrà essere un
rappresentante dell’Ufficio VIA della Regione
2.
La designazione di un Comitato della Inchiesta Pubblica che supporti il lavoro dl
Presidente e che sia rappresentativo sia della comunità locale (Comitati e associazioni) che delle sue
articolazioni istituzionali interessa dal procedimento di VIA (Comuni)
3.
La regolamentazione delle Udienze pubbliche attraverso cui dovrà svolgersi l’Inchiesta
(almeno tre come vedremo successivamente)
4.
La redazione dopo l’Udienza finale di un Rapporto
finale del Comitato della Inchiesta
(Bilancio della Inchiesta)
5.
La conclusione della Inchiesta con un Parere del Presidente della Inchiesta
6.
L’obbligatorietà che Rapporto Finale del
Comitato e Parere del Presidente siano
tenuti in adeguata considerazione dall’Autorità Competenze (ufficio VIA Regione
Liguria e Giunta Regionale), nel senso che il giudizio conclusivo di VIA dovrà
motivare il mancato, o invece
l’avvenuto, accoglimento dei contenuti
del Rapporto Finale e del Parere.
La
filosofia di fondo di una procedura come quella sopra descritta è ben
rappresentata da quanto affermato in Rapporto del Governo Canadese: “Conviene
porre come principio di base che l'udienza pubblica non è un privilegio
accordato alla popolazione, ma un servizio che lo Stato domanda al pubblico per
aiutarlo a prendere una decisione con cognizione di causa e per favorire un
rapporto armonioso fra lo sviluppo economico e la protezione della qualità
dell'ambiente. Questa affermazione comporta che l'udienza debba essere pensata
in funzione dei bisogni e della disponibilità del pubblico. Il pubblico non
deve piegarsi di fronte a problemi di disponibilità, di scadenze o di ordine
del giorno dei membri delle commissioni, dei promotori o dei ministeri. Sono le
commissioni che devono determinare le procedure migliori tenuto conto
dell'ambiente in cui si tiene l'udienza, dei suoi abitanti e delle loro
difficoltà”. ( Rapporto sulla
riforma delle procedure di udienza pubblica a cura del Gruppo di Studio
promosso dall’Ufficio federale per l’esame delle valutazioni ambientali -
Canada 1988)
Ma
vediamo più analiticamente i 6 punti sopra descritti che dovranno essere
oggetto dell’atto della Regione di convocazione della Inchiesta Pubblica.
IL PRESIDENTE DELLA
INCHIESTA PUBBLICA
Deve
essere nominato dalla Regione in accordo
con i Comuni interessati dal Progetto. Non può essere un dirigente o
funzionario del settore VIA della Regione, considerato che questo settore dovrà
svolgere un ruolo diverso e cioè di decisore della procedura di VIA , decisione
poi formalizzata dalla Giunta Regionale.
Potrà
quindi essere un funzionario di altri settori della Regione ma anche una
persona esterna che abbia comunque un curriculum adeguato alle tematiche in
oggetto: VIA, VAS, gestione rifiuti, Gestione di processi partecipativi.
IL COMITATO DELLA
INCHIESTA PUBBLICA
Deve
essere nominato dal Presidente della Regione e i membri (massimo 3) devono
essere designati rispettivamente dai Comuni interessati, dal pubblico interessato, dal committente del
progetto. I lavori del Comitato sono presieduti dal Presidente della Inchiesta
Pubblica. I
membri del Comitato devono avere competenze e curriculum
professionali adeguati alla valutazione di impatto ambientale dell’opera
sottoposta a giudizio di VIA. Il Comitato ha compiti di supporto tecnico scientifico ai lavori istruttori
dell’Inchiesta Pubblica e al Presidente nella preparazione e gestione delle
udienze nonché nella redazione del Rapporto Finale
LE UDIENZE PUBBLICHE
L’Inchiesta
Pubblica si svolge attraverso udienze pubbliche e audizioni: convocate, presiedute e regolamentate dal
Presidente.
Le
Udienze dovranno essere aperte al pubblico senza particolari restrizioni. Come
afferma il Consiglio di Stato nella
sentenza 3107/2011: “Per quel che attiene
alla dedotta strettezza dei termini della convocazione dell’inchiesta pubblica,
non può il Collegio non concordare con il giudice di primo grado laddove ha
osservato che lo svolgimento dell’inchiesta pubblica riguarda i soli soggetti
che hanno presentato le osservazioni, ossia soggetti già a conoscenza del
progetto sottoposto a VIA. Si tratta di una interpretazione restrittiva
delle tipologia di pubblico da coinvolgere nella Inchiesta”.
Dovranno
svolgersi almeno tre udienze pubbliche:
1.
una
preliminare di: presentazione del
percorso e del Comitato, di condivisione delle modalità di condivisione del
Rapporto Finale del Comitato, di definizione del calendario delle udienze
successive,
2.
Una
udienza di confronto sul progetto
sottoposto a VIA
3.
Una
Udienze finale di presentazione e condivisione del Rapporto del Comitato
dell’Inchiesta Pubblica (Bilancio della Inchiesta)
Potranno
essere previste audizioni specifiche
di apprendimento tra la data della Udienza di confronto e l’Udienza Finale.
RAPPORTO FINALE DELLA
INCHIESTA PUBBLICA
E’
redatto dal Comitato della Inchiesta Pubblica.
Il
Rapporto dovrà contenere:
a) la storia del progetto
b) la presentazione dei problemi di impatto
ambientale e sociale emersi dall’Inchiesta
c) una sintesi dei principali argomenti
presentati dai partecipanti
d) l’analisi delle osservazioni del pubblico
e le repliche del proponente
e) il registro dei verbali di Udienza
f) la lista dei partecipanti all’Inchiesta
g) la biografia ed il curriculum dei membri
della Commissione
PARERE DEL PRESIDENTE
DELLA INCHIESTA PUBBLICA
Il
parere costituisce il documento di valutazione del Presidente sui risultati
dell’Inchiesta e
conterrà
proposte di prescrizioni ed indirizzi per l’Autorità competente ai fini dell’elaborazione
del documento finale del procedimento di
VIA propedeutico alla delibera della Giunta Regionale che lo conclude.
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