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sabato 25 aprile 2015

Inerti Lagoscuro il provvedimento antimafia e i danni alla salute dei residenti

Come avevo scritto, su questo blog, la Conferenza dei Servizi  del 8 ottobre 2014, convocata dal Comune di Vezzano Ligure, aveva dato via libera alla adozione (da parte della Provincia) e alla successiva approvazione (da parte del Comune) della nuova autorizzazione all’impianto gestito dalla Granulati Muto.

Un impianto situato in località Lagoscuro nel Comune di Vezzano Ligure che lavora inerti per lo più dalle cave di marmo per produrre ciottolati per giardini.
Un impianto la cui ditta che lo gestisce è ora sottoposta ad un provvedimento interdittivo antimafia con conseguenze paradossali sotto il profilo ambientale e sanitario a danno dei cittadini invece che in danno di chi è accusato di infiltrazione mafiosa ('ndrangheta per la precisione) come spiego di seguito in questo post.....



IMPIANTO INERTI DI LAGOSCURO: UNA ATTIVITÀ DA SEMPRE CONTRO LA SALUTE DEI CITTADINI RESIDENTI, NELLA INERZIA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Un impianto che da anni, nell’inerzia delle autorità preposte a cominciare dal Comune di Vezzano Ligure, produce gravi disagi sia per i rumori che per le polveri a decine di famiglie che hanno le case a pochissima distanza dall’impianto (vedi QUI). 
Un impianto oggetto di vari sequestri della Magistratura (addirittura una parte della attività è tutt’ora sotto sequestro per violazione della normativa ambientale – vedi QUI). 
Un impianto in parte dissequestrato solo ed unicamente per vizi formali nella redazione del verbale di sequestro (vedi QUI).
Un impianto che non è mai stato oggetto fino ad ora di adeguate istruttorie autorizzative che mettessero al primo posto la tutela della salute (vedi QUI) da parte in primo luogo del Comune di Vezzano Ligure e dell’Asl spezzina oltre che degli altri enti interessati  Provincia,  Parco della Magra Monte Marcello, Arpal.

Un impianto come scrivevo qualche mese fa (10 febbraio 2015) gestito da una famiglia da anni sotto la lente di indagine delle procure antimafia, indagine ora tradotta in un provvedimento interdittivo. 



I LIMITI AMBIENTALI E DI PREVENZIONE SANITARIA DELLA CONFERENZA DEI SERVIZI DELL’8 OTTOBRE 2014
Come ho avuto modo di spiegare la conferenza dei servizi che aveva dato via libera al rilascio della nuova autorizzazione prevedeva, per la prima volta, delle prescrizioni di tutela ambientale sanitaria, leggermente più significative. In particolare relativamente alla durata di esercizio della attività degli impianti per l’impatto acustico sulle abitazioni limitrofe, sul punto il verbale afferma:  le fasce orarie di funzionamento dell’impianto saranno dalle 6 alle 22 dei giorni feriali”.  Mancava comunque una seria analisi dell’impatto sanitario reale e potenziale dell’impianto, mancavano  prescrizioni più stringenti per limitare le emissioni di polveri e rumori (vedi QUI).
La Conferenza dei Servizi si è tenuta lo scorso 8 ottobre 2014 (per il testo del verbale vedi QUI, da allora sono quindi passati circa 7 mesi, ma anche quelle minime prescrizioni introdotte dalla conferenza non sono state  tradotte in una autorizzazione formale. Il risultato che la ditta Granulati Muto come risulta anche dalle foto che riproduco in questo post, continua a lavorare in condizioni di assoluta anarchia, senza peraltro rispettare neppure le fasce orarie dei feriali e il divieto di lavorare nei festivi.


Il PROVVEDIMENTO INTERDITTIVO ANTIMAFIA
La ragione per cui l’autorizzazione non è stata rilasciata ora è nota ufficialmente. La ditta è stata oggetto di un provvedimento, della Prefettura di Reggio Emilia, di informazione antimafia interdittiva ai sensi del comma 3 articolo 84 del DLgs 159/2011 (Codice delle leggi antimafia).  Si tratta del Provvedimento prot. n. 2225/2014/area i del 21.01.2015.

Come è noto questo provvedimento secondo la vigente normativa consiste: “nell'attestazione della sussistenza o meno di una delle cause di decadenza, di sospensione o di divieto di cui all'articolo 67, nonché nell'attestazione della sussistenza o meno di eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi delle società o imprese interessate.”   Quindi non è possibile rilasciare la nuova autorizzazione e la Provincia della Spezia ha dovuto emettere un provvedimento di diniego al rilascio della autorizzazione unica ambientale.


LE PARADOSSALI CONSEGUENZE AMBIENTALI E SANITARIE DEL PROVVEDIMENTO ANTIMAFIA RIMOSSE FINO AD ORA DALLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI COMPETENTI
Il provvedimento ANTIMAFIA e quello di diniego di autorizzazione unica ambientale della Provincia spezzina sono stati impugnati dalla ditta Granulati Muto srl al TAR Liguria che con apposita ordinanza ha dichiarato la propria incompetenza a decidere rinviando la decisione al TAR Emilia Romagna sez. Parma (per il testo della ordinanza vedi QUI). Francamente risulta difficile da pensare che gli avvocati della Granulati Muto non sapessero di questo possibile vizio di competenza, quindi la cosa sembra fatta apposta per far guadagnare tempo alla ditta rispetto alla formalizzazione delle prescrizioni sui limiti orari e nei giorni festivi della sua attività..come dire "a pensare male si fa peccato ma non si sbaglia mai"!

A questo punto, e al di la delle strategie legali dei Muto e dei loro avvocati, considerato che per riassumere la causa al Tar emiliano potrebbero passare anche oltre tre mesi, il rischio per i cittadini residenti è che l’impianto in questione continui a funzionare  senza adeguate tutele ambientali e sanitarie. Anche in palese contrasto con le stesse, pur non esaustive come ho riportato sopra,  minime prescrizioni della Conferenza dei Servizi dello scorso ottobre.  
Tali prescrizioni nascevano dalla constatata continua e reiterata violazione delle prescrizioni ambientali delle autorizzazioni precedenti, violazione che perdurava anche al momento in cui si tenne detta Conferenza.  Violazioni anche della stessa Diffida rilasciata dalla Provincia lo scorso 6 agosto 2014, vedi Nota del 8/10/2014 n.46985 allegata al Verbale della Conferenza dei Servizi).

CONCLUSIONI
Si tratta di una situazione intollerabile visto inoltre che come segnalatomi da cittadini residenti la ditta lavora anche nei giorni festivi e superando gli orari serali spesso abbondantemente, non solo ma continuando a produrre emissioni polverose consistenti (vedi foto qui a fianco e all'inizio del post). 

A questo punto il Sindaco di Vezzano come massima autorità sanitaria sul territorio comunale dovrebbe intervenire con apposita ordinanza, immediatamente, per imporre alla ditta Granulati Muto srl almeno il rispetto delle prescrizioni sugli orari definite dalla Conferenza dei Servizi dell’8 ottobre 2014.  Tale verbale proprio perché frutto di una istruttoria che limitata ripeto come ho scritto sopra, ha comunque visto la partecipazione di tutti gli enti competenti. Quindi l’ordinanza del Sindaco nelle motivazioni che la devono sostenere sarebbe sostanzialmente  già pronta.

Questo atto peraltro sanerebbe l’inerzia di anni da parte del Comune di Vezzano che non può salvarsi l’anima affermando che la sua amministrazione si è costituita di fronte al TAR per resistere al ricorso della Granulati Muto srl contro il provvedimento antimafia.  Questa è, sotto il profilo della tutela preventiva della salute, una scusa vergognosa.

Se il Comune non agisse a tutela della salute dei cittadini interessati, allora lo potrebbe comunque fare la Provincia considerati i poteri di diffida/ordinanza riconosciuti dall'articolo 278 del DLgs 152/2006 (testo unico ambientale) senza considerare quanto previsto dall'articolo 5 del DPR 59/2013 che disciplina il rilascio della autorizzazione unica ambientale che permette di rivedere, integrare le prescrizioni in caso di rinnovo della autorizzazione (come nel caso in esame) al fine di: "impedire il non raggiungimento di obiettivi di qualità ambientale". 

Ma a mio avviso al caso in esame potrebbe addirittura essere applicabile la revoca della autorizzazione grazie alla quale (pur con tutte le violazioni spiegate sopra) la Granulati Muto srl continua ad agire in danno della salute dei cittadini. Ciò è previsto dal comma 2 articolo 84 del DLgs 159/2011 (Codice Antimafia), anche se sul punto potrebbe rilevare il cambio di denominazione sociale per cui la vecchia autorizzazione era intestata alla Inerti Muto srl mentre la nuova dovrà essere rilasciata alla Granulati Muto  srl che "ovviamente ha un diverso rappresentante legale". In questo caso però considerato che il Prefetto può acquisire, ai fini della emanazione della informativa interdittiva antimafia,  "accertamenti pure ai soggetti che risultano poter determinare in qualsiasi modo le scelte o gli indirizzi dell'impresa", quindi non solo il rappresentante legale della Granulati srl raggiunto dal provvedimento di interdittiva. Sul punto si tratta di capire i contenuti del provvedimento prefettizio per capire se sia applicabile, ma quasi sicuramente lo è vista la continuità operativa della ditta in questione, anche la revoca della esistente autorizzazione.   

Comunque sia o la ordinanza - diffida o la revoca della esistente autorizzazione la Pubblica Amministrazione (Provincia e Comune) ha gli strumenti per impedire una situazione paradossale per cui “grazie” ad un provvedimento così grave come la interdittiva antimafia la Granulati muto srl potrebbe continuare ad agire in totale disprezzo della salute dei cittadini.  Ma in questo territorio possono succedere anche queste cose, anzi stanno succedendo nel caso in esame!

























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