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mercoledì 21 maggio 2014

Piazza Verdi: Federici vince al TAR ma perde in Democrazia!

Dopo la sentenza del TAR su Piazza Verdi, il Sindaco Federici non si è limitato, come avrebbe dovuto fare un amministratore della cosa pubblica, a gioire per il successo ottenuto di fronte alla giustizia amministrativa di primo grado.

Federici si è invece avventurato in una serie di dichiarazioni politiche che dimostrano, al di la della questione della validità del progetto in se, la cultura profondamente antidemocratica di questo personaggio politico a cui si lega una buona dose di falsità.

Vediamo di seguito le dichiarazioni di Federici ( riportate dentro i riquadri ed in corsivo) con i miei successivi commenti…..



il mio pensiero è per i funzionari così sottoposti a questo massacro, anche mediatico
Chiedere scusa ai dirigenti del Comune per Piazza Verdi? Ma stiamo scherzando?  Lasciamo perdere, per un momento,  i pini, la storia della piazza, la democrazia e tutti i temi oggetto del contenzioso politico giudiziario di questo lungo periodo. Restiamo a quello che è il compito fondamentale di un dirigente della Pubblica Amministrazione: concludere il procedimento di cui è responsabile nei tempi più celeri e nei modi più efficaci al fine della realizzazione del progetto finanziato con soldi pubblici.   Ebbene come ormai tutti sanno, il “cavillo” che venne utilizzato da Direzione Regionale per i Beni Culturali e Soprintendenza, per sospendere, sia pure parzialmente, il cantiere su Piazza Verdi, fu la mancata procedura di verifica dello interesse culturale. Mancata procedura che la Soprintendenza ordinò già con la autorizzazione del novembre 2012.  Come è noto dopo l’ultima riforma del 2008 del Codice dei Beni Culturali una volta che viene avviata la richiesta della procedura di verifica se non viene rispettato il termine di legge siamo nel silenzio inadempimento. Afferma autorevolissima dottrina: “L’unica ipotesi di silenzio oggi configurabile in tema di verifica dello interesse culturale appare, quindi, quella del c.d. silenzio inadempimento di cui all’articolo 2 comma 1[1] legge 241/1990” (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio ed. Giuffrè pag. 144)  
Qualcuno potrebbe dire ma ora il TAR ha dato ragione al Comune. Certo ora ha dato ragione, ma se i dirigenti del Comune e soprattutto il responsabile del procedimento sul progetto Piazza Verdi avessero adempiuto al compito intimato dalla Soprintendenza, entro l'inizio del 2013, il Ministro prima, nei suoi compiti di vigilanza, e la Soprintendenza poi, nei suoi compiti di amministrazione attiva, lo scorso giugno 2013, non avrebbero avuto alcun margine legale per sospendere parzialmente il cantiere avviando il contenzioso che sappiamo.
In altri e più crudi termini anche se fosse vera la malafede del Ministero e fosse vera la accusa di sudditanza della Soprintendenza verso il Ministro, il vero assist per la sospensione del cantiere lo hanno regalato quei dirigenti ai quali il Sindaco  vorrebbe che presentassimo le scuse! Un assist dovuto solo ed unicamente alla loro stupida arroganza visto che la verifica richiedeva un lavoro di compilazione di schede abbastanza semplice per degli addetti ai lavori!
 E vogliamo parlare di Piazza del Mercato, della pedecollinare, dell'Acam,  a proposito di dirigenti comunali capaci?.....meglio di no Federici, meglio di no!



Massimo Bray, nel day after di Federici. «Penso alle sue parole, e a quando parlava di
soluzione condivisa.La sua era una richiesta, io dissi “va bene”. Qualcuno l’ha più sentito? Si è mai più occupato di piazza Verdi? E ha fatto proposte per una “soluzione condivisa”?».
Anche su questo punto come è noto dopo il primo incontro a Roma del giugno 2013, il Ministro inviò la scorsa estate suoi rappresentanti a Spezia, ma il Sindaco non volle riceverli. Ma sulla reale volontà “collaborativa” di Federici con il Ministro direi che possano bastare le sue stesse parole, espresse in epoca non sospetta quando ancora tutto poteva essere mediato perché non era ancora intervenuta la revoca della autorizzazione del 2012, revoca che avverrà nel novembre 2013. Ebbene il Sindaco Federici il 2 settembre 2013 in una intervista al Secolo XIX alla seguente domanda: “Lei resta fermo sulla sua posizione: ovvero, piazza Verdi si fa, punto e basta?”, rispondeva in questo modo: “Qualunque cosa accada, impugneremo gli atti e andremo avanti.”



ci sono state tre denunce alla procura della Repubblica, due al Tar, tre esposti all’Unione Europea. Ne siamo usciti brillantemente, non è stato trovato un solo dettaglio che non andasse bene
Mi dispiace sig. Sindaco non ne siete usciti ancora del tutto. Il 9 giugno ci sarà l’udienza preliminare relativa allo Esposto sulla relazione storica della Direttrice delle Istituzioni Culturali spezzine, relazione propedeutica al bando che ha portato alla selezione del progetto discusso e contestato.  Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale della Spezia con decreto del 8 marzo scorso ha respinto infatti la richiesta di archiviazione di detto esposto affermando che le motivazioni di opposizione e le richieste  di integrazione probatoria del Comitato contro il progetto Buren Vannetti sono: “meritevoli di esame nel contraddittorio delle parti, siccome prive di profili di inammissibilità”.  Non mi pare un “dettaglio” tutto questo vero Sindaco Federici?



ci dispiace per i commercianti che hanno dovuto subire i ritardi
Se c’è un campo in cui la Amministrazione Federici non ha diritto di parola e tanto meno di scaricare colpe su altri è proprio quello della tutela/promozione del commercio cittadino.
Questa Amministrazione con la realizzazione del centro commerciale Le Terrazze ha dato un colpo determinante al commercio cittadino senza pensare minimamente ad alcuna contropartita seria per questi operatori, non solo ma questo Sindaco si è pure rifiutato di prendere posizione, con una propria dichiarazione scritta, all'interno del ricorso dei commercianti spezzini contro la realizzazione dell'outlet di Brugnato!  
Ora i dati sulla crisi del commercio spezzino sono li da anni:  le imprese del commercio a Spezia sono calate di 400 unità da 5.344 a 4.946 con un trend negativo del 7,4%. Nonostante questi dati, nonostante il proliferare dei centri commerciali (Le Terrazze, l’outlet di Brugnato e tra poco un nuovo Megastore sempre nella ex area IP) non è stata sviluppata alcuna politica di sostegno per il commercio al dettaglio.   Come ha affermato l’Assessore all’Urbanistica della Regione Toscana Per far vivere il commercio tradizionale le scelte urbanistiche sono importanti, ma da sole non bastano – ha affermato l’assessore Marson – Occorre anche costruire e incentivare filiere locali di approvvigionamento di prodotti di qualità diversi da quelli in vendita nella grande distribuzione”. Dove sono queste filiere, ed oltre al Comune dove è la Regione , dove sono i nostri deputati locali, cosa hanno fatto per attivare misure di vera compensazione per il commercio al dettaglio spezzino di fronte alla concorrenza che produrrà la nuova Ipercoop, il nuovo Outlet e il realizzando MegaStore? 
Perché il Sindaco invece che considerare come ineluttabili i dati sulla crisi del commercio, Le Terrazze comprese, non ammette che c’è stata una gravissima superficialità della classe politica locale e regionale nel decidere la scelta del nuovo centro senza una seria politica preventiva di tutela del commercio in generale?  
Ma torniamo al commercio e piazza Verdi Come è noto in realtà i lavori nella piazza non si sono mai fermati, gli unici rallentamenti sono stati dovuti  o a errori operativi (rottura di tubazioni) o all’emergere di reperti archeologici anche qui perché non è stato tenuto in alcuna considerazione (da quei dirigenti a cui dovremmo chiedere scusa sic!) quanto contenuto nella autorizzazione della Soprintendenza ai Beni Archeologici del 25/5/2012 secondo questo atto: “la progettazione dell’opera pubblica è stata effettuata in totale difformità” con la vigente normativa in materia di vincolo archeologico.    Non solo ma come ì altrettanto noto il cantiere poteva essere aperto a lotti, come promesso ai commercianti e ciò non è stato fatto per ragioni che con il progetto non avevano nulla a che fare. Senza considerare che l’ordinanza ( vedi QUI) di chiusura/limitazione del traffico in piazza Verdi per il cantiere resterà efficace fino al 17/6/2015!



 abbiamo battuto i professionisti del no,   quelli che usano argomentazioni giuridiche perché non hanno argomenti politici
Voglio intanto ricordare al Sindaco Federici,  sotto il profilo dei principi, che, la verifica del rispetto della legge, oltre che essere un diritto costituzionale riconosciuto a qualsiasi cittadino portatore di diritti soggettivi o interessi legittimi,  dovrebbe essere un presupposto della politica non un qualcosa di alternativo.  Ma il Sindaco ha dimostrato più volte di non avere dimestichezza con i principi democratici della nostra Costituzione come quando appena rieletto dichiarò: “sarò il Sindaco solo di coloro che amano Spezia”, frase che ricorda la peggior retorica patriottarda e antidemocratica degli anni bui del secolo scorso.  
Ma questa frase sottende un ragionamento più generale sulla c.d. politica del fare Fare  che sarebbe impedito dai cittadini attivi che contestano opere e interventi.
Intanto voglio ricordare a questo Sindaco che il conflitto dovrebbe essere il sale della democrazia,  una democrazia che non può essere tradotta in semplice decisione, questa non è democrazia ma ideologizzazione della democrazia. L’ideologizzazione della democrazia consiste quindi nella attribuzione a essa di un significato valoriale (decidere velocemente ciò che è ritenuto “giusto” e “buono” dalla elite che governa) che trascende ciò che essa promette, ovvero la uguale libertà politica[2]

Ma il teorema dei conflitti promossi dai cittadini attivi che bloccherebbero le decisioni oltre a essere in contrasto con i principi della democrazia non regge alla prova dei fatti. Ad esempio è stato presentato all’inizio dello scorso mese di febbraio l’ottavo Rapporto sulla attuazione della legge obiettivo quella sulle c.d. opere pubbliche strategiche. Ebbene solo il 13% di queste opere  è stato ultimato rispetto alle scadenze previste. Ebbene secondo questo Rapporto la ragione di questo fallimento sta nelle procedure, nei criteri di selezione delle opere  non certo nei conflitti locali.
O vogliamo parlare dei dati della Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici secondo la quale 6 gare su dieci finiscono nel nulla relative alle opere pubbliche con finanza di progetto?  O vogliamo ancora parlare dei 5 miliardi di euro di opere pubbliche bloccate dai vincoli del Patto di Stabilità per gli enti locali (dati Ance: Associazione costruttori edili)?
E comunque se vogliamo parlare seriamente di conflitti forse al teorema del “non nel mio giardino” dovremmo in buona parte sostituire quello “non nel mio mandato amministrativo”. Infatti secondo il rapporto 2013 del  Nimby Forum[3]   sui conflitti che bloccano opere di interesse pubblico ben il 30% sono contestate da Amministrazioni Comunali e non da comitati di cittadini.



Il  tema che sembra stare più a cuore di alcuni, ma sempre meno, ovvero i pini
No Sig. Sindaco, oltre ai pini,  a me sta a cuore la salute dei cittadini. Se c’è una cosa falsa che è stata pubblicizzata da parte della Amministrazione Comunale spezzina è quella per cui il progetto Buren Vannetti, prevedendo la pedonalizzazione parziale della piazza, migliorerebbe l’ambiente. E’ davvero così?
In realtà ad oggi non è dato sapere cosa succederà al traffico spostato dalla zona di piazza Verdi, nessuna valutazione è stata fatta dell’impatto ambientale di questo spostamento. Il tutto in palese contrasto con il Piano Regionale sulla qualità dell’aria. Il punto 7.1 di questo Piano (vedi QUIafferma testualmente: “Il piano rappresenta indirizzo e supporto in relazione alla pianificazione territoriale regionale  provinciale e comunale, nonché relativamente agli atti di pianificazione e programmazione dei  trasporti, dell’energia, dell’edilizia,…”. Quindi anche gli atti di pianificazione o i progetti del traffico od urbanistici, afferma sempre il suddetto Piano regionale, : “ che possono influire sulla qualità  dell’aria, dovranno essere comunicati al Settore regionale responsabile dell’attuazione del  presente Piano”; tale comunicazione risulta necessaria  al fine di poter tener conto di tali atti e/o progetti  per garantire il rispetto dei limiti di qualità dell’aria dei diversi inquinanti nelle zone interessate da detti interventi.
Ora non risulta agli atti alcuna valutazione in questo senso da parte dell’Amministrazione Comunale, ne gli stessi progettisti , presi dai loro  “ voli artistici”, hanno minimamente tenuto conto di quanto sopra.





[1] 1. Ove il procedimento consegua obbligatoriamente ad una istanza, ovvero debba essere iniziato d'ufficio, le pubbliche amministrazioni hanno il dovere di concluderlo mediante l'adozione di un provvedimento espresso.”
[2] Il risultato è divenuto più importante del modo di ottenerlo. Il divorzio tra mezzo e fini contravviene a uno dei principi fondamentali della legittimità democratica, quello secondo cui le procedure di decisione non devono essere circonvenute o violate in nome del raggiungimento di uno scopo che viene giudicato giusto  o buono in anticipo (senza alcuna vera discussione pubblica) e magari da competenti che “sanno”  (Nadia Urbinati pag. 72-73 “Democrazia in Diretta” Feltrinelli 2013)
[3] promosso dall'associazione no profit Aris - Agenzia di Ricerche Informazione e Società

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