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giovedì 28 marzo 2013

Rifiuti nella centrale Enel: ACAM ci riprova!


In una intervista a La Spezia Ogg (vedi QUIi dirigenti di ACAM Ambiente  hanno rimesso in campo la ipotesi della chiusura del ciclo dei rifiuti urbani e assimilati a Spezia con l’incenerimento nella centrale Enel del combustibile derivato dai rifiuti (CDR) che esce o dovrebbe uscire dall’impianto di Saliceti.

Ora sinceramente una questione così seria che peraltro si inserisce in un'altra vicenda altrettanto seria come quella del rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale (la c.d. AIA) alla centrale Enel di Spezia, andrebbe affrontata non con le battute ma con serietà tecnica, economica ed ambientale. Tanto più che la battuta viene da chi è per incarico professionale responsabile della gestione dei rifiuti spezzini.

La praticabilità della possibilità di bruciare il CDR nella centrale Enel deve fare i conti con:  
1. il rispetto delle norme comunitarie in materia di gestione rifiuti e di incenerimento dei rifiuti  
2. la specificità della produzione quantitativa di rifiuti dell’ambito della provincia di Spezia
3. la normativa nazionale in materia di quantità di rifiuti bruciabili in cocombustione con altri combustibili tradizionali come il carbone
4. le problematiche tecnico gestionali di una scelta di bruciare il  CDR  in una centrale a carbone come quella spezzina di vecchia generazione sia per il ciclo produttivo che per le tecniche disinquinanti esistenti o possibili.




NON E’ VERO CHE L’EUROPA VA VERSO L’INCENERIMENTO
La nuova Direttiva quadro sui rifiuti (DIR 2008/98/CE) concentra l’attenzione sugli impatti ambientali derivanti dalla produzione e dalla gestione dei rifiuti, tenendo conto del ciclo di vita delle risorse. Viene perciò istituito un collegamento tra tale obiettivo e la “gerarchia dei rifiuti”, contenuta in precedenza nell’articolo 3 della direttiva 75/442/CEE, senza peraltro modificare l’ordine e la natura della gerarchia.  In particolare si continua a privilegiare la logica preventiva di riduzione alla fonte dei rifiuti e quindi in tal senso va anche letto il comma 1 articolo 5 della Direttiva secondo il quale: “gli Stati membri adottano le misure necessarie per assicurare che tutti i rifiuti siano sottoposti a operazioni (di seguito “operazioni di recupero”) che permettano un loro utile impiego in sostituzione, all’interno dell’impianto o nell’economia in generale, di altre risorse che avrebbero dovuto essere utilizzate a tal fine, o che permettano di renderli atti a tale impiego”. Infatti tra le operazioni di recupero viene citata anche l’utilizzazione principale come combustibile o altro mezzo per produrre energia. Il che significa che per rispettare tale gerarchia occorrerà comunque promuovere raccolta differenziata e riciclaggio e vedere il recupero energetico solo ed unicamente come ultima ratio e soprattutto che la soluzione vera da impostare per Stati Membri e Regioni è quella di agire al livello del ciclo di produzione per impedire il più possibile la proliferazione dei rifiuti ed inoltre che anche il recupero energetico deve essere interpretato come operazione di recupero e non come mero tentativo di sostituzione di un combustibili tradizionale con il rifiuto vedi bruciare combustibile derivato dai rifiuti (CDR)  nelle centrali termoelettriche, visto che i produttori di energia elettrica come ENEL devono pagare il carbone ma vengono pagati per bruciare il detto CDR , un bel vantaggio a favore dell’aumento della produzione di rifiuti.  
In conclusione  chi pone la questione dei rifiuti secondo lo schema  o si fanno gli inceneritori o c’è l’emergenza dimostra di non conoscere la normativa sopra esaminata ma soprattutto dimostra di non capire assolutamente nulla di cosa voglia dire gestione dei rifiuti . In altri termini la questione non è decidiamo l’inceneritore ed il resto verrà da se ma esattamente il contrario:  impostazione di una corretta politica secondo la gerarchia sopra esaminata e solo dopo la scelta degli impianti adatti ai diversi bacini territoriali.

Infine la nuova Direttiva UE sui rifiuti e la nuova definizione di riciclaggio, ivi contenuta, escludono  il recupero di energia  e  il ritrattamento per ottenere materiali da utilizzare quali combustibili o in operazioni di riempimento, il che significa che  gli stati membri dovranno impegnarsi affinché i materiali riciclabili (carta, plastica raccolti nelle famose campane) non finiscano né in discarica né a recupero energetico.



LA NORMATIVA SUL COINCENERIMENTO RIFIUTI E CARBONE E’ RESTRITTIVA RISPETTO A QUELE DELLE CENTRALI CHE BRUCIANO SOLO CARBONE
La direttiva sull’incenerimento (200/76/CE) non distingue tra pericolosi e non. Questo perché la Direttiva riconosce quello che i fautori dell’incenerimento del CDR tendono a nascondere: se bruciati i non pericolosi possono provocare la formazione degli stessi inquinanti che vengono emessi durante l’incenerimento dei rifiuti considerati pericolosi.

La direttiva sull’incenerimento dei rifiuti inoltre tiene conto della normativa sull’AIA,  infatti ci sono limiti non solo per l’aria ma anche per gli scarichi idrici .

Infine i limiti di emissioni degli inquinanti previsti dalla Direttiva sono al livello del D.M. 5/2/1998 e del D.M. 124/2000 (che attuato la direttiva 94/67 sull’incenerimento dei pericolosi) ma sono più restrittivi del D.M. 503/1997 che ha attuato le Direttive sull’incenerimento dei non pericolosi 89/369 e 89/429 abrogate dalla direttiva 2000/76 in esame.

Tutto ciò rende complesso tecnicamente bruciare rifiuti nella centrale di Spezia che rischia di non poter rispettare i nuovi limiti di emissione per i microinquinanti prodotti dalla cocombustione carbone/CDR.

D’altronde, che il problema esista lo dimostra il dato per cui  nella sperimentazione di Fusina (centrale  che brucia da tempo rifiuti trattati e carbone) anche ENEL ha dovuto riconoscere un innalzamento di alcune tipologie di inquinante a seguito delle rilevazioni effettuate sotto le sorveglianze di ARPAV. In particolare la co-combustione di CDR con carbone (anche nella misura minima del 5 per cento di CDR come utilizzato per Fusina) ha evidenziato aumenti nelle emissioni di:  HFl;  HCl; metalli pesanti;  diossine e furani.



CONSEGUENZE NEL CASO SPEZZINO: QUANTO CDR SERVIREBBE  NELLA CENTRALE ENEL?
In base all'attuale normativa (che permette la sostituzione del combustibile con CDR sino al 5%) e in ragione del consumo medio della Centrale “E. Montale” (pari a 1.000.000 T/anno di carbone) si ottiene una potenzialità di utilizzazione di CDR pari a 50.000 T/anno. Poiché solo il 50% del rifiuto residuo può essere trasformato in CDR, la quantità di RSU di riferimento dovrebbe ammontare a circa 100.000 t/anno: l’attuale produzione della Provincia, con RD ferma ben al di sotto del 30%. Tale quantitativo si ridurrebbe con il previsto e auspicabile incremento della RD al 65%..  quindi a regime normativo rispettato l’impianto di saliceti potrebbe al massimo produrre meno di 30.000 tonnellate di CRD all’anno.



CONSEGUENZE DALLA QUANTITÀ DI CDR NECESSARIA PER LA CENTRALE ENEL
Quindi l’obiettivo del 5% di CDR sul totale del combustibile in centrale potrebbe essere raggiunto solo a due condizioni:
1. il non raggiungimento del 65% della raccolta differenziata
2. il trasferimento di rifiuti urbani trasformati in CDR da fuori regione/provincia; possibile considerato che il  CDR  è classificato come rifiuto speciale (con CER , il codice europeo dei rifiuti,  distinto da quello degli urbani): e quindi esportabile da una Regione all’altra senza accordi con lo Stato.  



UN ATTIMO DI RIFLESSIONE……
Qualcuno però potrebbe obiettare: ma la centrale potrebbe bruciare meno carbone e quindi sarebbe più facile raggiungere l’obiettivo del 5% con minori quantità di CDR; certo ma questo comporterebbe  un uso inefficiente della centrale e soprattutto una cattiva gestione del ciclo di rifiuti (se produco meno CDR e faccio meno del 65% di raccolta differenziata avrò bisogno di altri impianti dove smaltire i rifiuti: in primis discariche). Inoltre comunque resterebbero le seguenti problematiche tecniche…….



ULTERIORI PROBLEMATICHE TECNICHE GESTIONALI
Consideriamo che un maggiore trattamento per innalzare il PCI[1]  del CDR comporta un impatto sugli obiettivi di riciclaggio e contributi CONAI, che dipendono linearmente dalla qualità dei materiali conferiti ai consorzi di filiera.
Consideriamo in alternativa  che un minore trattamento per innalzare il PCI del CDR: produce un impatto sulla qualità energetica del CDR.
Considerando quanto sopra  noi possiamo dedurre che i signori dell’Acam invece che sparare sciocchezze confuse sul CDR nella centrale dovrebbe spiegare ai cittadini che pagano la tassa sui rifiuti perché l’organico nel residuo che va a finire a Saliceti (per la produzione del CDR) è ad un livello altissimo oltre il 40%:  è chiaro che così si produce un rifiuto trattato che non potrà mai essere bruciato da nessuna parte!

Occorrerà inoltre costruire ex-novo il sistema filtrante dei fumi della centrale Enel, nato per intercettare effluenti relativi alla combustione di materiali omogenei e comunque classificati “combustibile” mentre l’immissione del CDR li trasforma in “fumi da incenerimento rifiuti” con la conseguente  applicazione delle norme ben più stringenti (si considera una riduzione di un fattore 10 sui limiti attuali).



IN REALTÀ OLTRE AI SOGNI DEI DIRIGENTI DI ACAM UN PROGETTO DI BRUCIARE RIFIUTI NELLA CENTRALE È IN CAMPO DA TEMPO
Enel dal 2006  ha presentato un progetto per bruciare alcune tipologie di rifiuti originati da biomasse nella centrale termoelettrica di Vallegrande.
Attenzione non si tratta di una semplice ipotesi ma di una vera e propria richiesta di autorizzazione contenuta all’interno della documentazione presentata al Ministero dell’Ambiente per ottenere l’AIA.
Se volete rendervi conto di persona di quanto scrivo  andate nella sezione del sito del Ministero dell’Ambiente che contiene questo documento, in particolare agli allegati Scheda C directory C6. titolata "Nuova relazione tecnica dei processi produttivi dell’impianto da autorizzare" (in particolare quarto documento in ordine di apparizione).
Ovviamente il Sindaco già nella scorsa legislatura ha affermato solennemente che il progetto è stato ritirato da Enel: FEDERICI E’ UN BUGIARDO!  Il progetto è sempre li nei documenti ufficiali della domanda di AIA nel sito altrettanto ufficiale del Ministero dell’Ambiente!

La relazione tecnica che accompagna la richiesta fa riferimento a cippato di legno vergine ma anche ad esempio sansa esausta di olive che è classificato come rifiuto nella vigente normativa.
Ma soprattutto occorre precisare che la relazione progettuale prevede una serie di interventi in vicinanza del gruppo 3 consistenti in particolare nella realizzazione di un impianto di movimentazione, stoccaggio, macinazione ed invio in caldaia della biomassa, si tratta di un impianto di polverizzazione che viene utilizzato anche per bruciare CDR nella centrale come dimostra la esperienza di Fusina (vedi citazione sopra), per la quale recentemente è stato proposto il raddoppio del consumo del CDR.
A conferma della logica che sta dietro queste soluzioni di importare quantità sempre maggiori di rifiuti fuori dell'ambito provinciale da bruciare nella centrale, risulta dal progetto Enel per la centrale di Spezia che solo il 20/30% del combustibile da rifiuto  trattato nel suddetto impianto verrà dalla zona locale il resto da fuori della provincia spezzina!
Quindi è a tutt'oggi agli atti una richiesta di autorizzazione di realizzare un impianto che oggi potrebbe servire per le biomasse ma domani, una volta realizzato, anche per il CDR.



CONCLUSIONI
1. Le norme europee vanno verso una visione del recupero di energia dai rifiuti come scelta residuale non principale.
2. Le norme europee sulle emissioni da incenerimento dei rifiuti anche in cocombustione rendono costosa e tecnicamente complessa la scelta del CDR in una centrale vetusta come quella Enel di Spezia.
3. La scelta del CDR nella centrale Enel è in palese contrasto con la promozione della raccolta differenziata e del riciclaggio e potrà favorire il permanere dalla attuale gestione inefficiente dei rifiuti nella nostra Provincia.
4. Le quantità di rifiuti prodotti nell’ambito provinciale spezzino rendono praticabile normativamente , tecnicamente, economicamente la scelta del CDR nella centrale Enel: solo importando rifiuti da fuori Regione o Provincia.


Nonostante tutto ciò esiste un progetto presentato all’interno della domanda di AIA per la centrale Enel di Spezia , quindi per favore spezzini VIGILIAMO!!!



[1]              Potere Calorifico Inferiore

3 commenti:

  1. Marco, forse questo è il tuo post migliore in termini di completezza e filo logico.
    Il lavaggio dei fumi è già problematico bruciando,solo carbone, figuriamoci con un CDR come ipotizzi te...
    Paolo

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  2. Non riesco a capire un passaggio del ragionamento: La quantità minima di CDR per raggiungere il 5%...
    Da un punto di vista logico e tecnico il 5% è il limite massimo di CDR che si può bruciare, per gli scopi di ENEL (produrre energia) è piuttosto irrilevante il contributo del CDR. Sembra piuttoto evidente che la disponibilità a bruciare CDR è una "disponibilità" di tipo politico a risolvere un problema locale, non ceto una scelta economica o tecnica. Non capisco perchè non dovrebbe essere possibile bruciare solo il CDR prodotto dal territorio provinciale, residuale ad una efficace ed estesa raccolta differenziata (ammesso che si rimedi alla grave compromissione dell'efficienza di ACAM originato dal suo dissesto finanziario). L'avversione alla produzione di CDR può avere giustificazioni tecniche e ambientali, nel caso si ritenga utile produrre una quantità residuale di CDR non vedo quale svantaggio ci sia nella combustione in impianti che allo scopo devono essere necessariamente adattati in termini di abbattimento degli inquinanti. Voglio dire, se si accetta da un lato la possibilità di bruciare CDR dovranno essere imposti (nella'AIA?) limiti e tecnologie per poterlo fare con sufficienti garanzie...Dove sbaglio?

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  3. allora intanto non c'è legge che vieti di far venire cdr da fuori provincia una volta autorizzato, anzi potrebbe succedere che una volta autorizzato poi con una revisione si aumenti progressivamente il rifiuto da fuori provincia.
    In secondo luogo l'adeguamento tecnologico della centrale di spezia sarebbe tutt'altro che banale
    In terzo luogo il problema quello che ho cercato di spiegare e credo di essere stato chiaro, ma come dire si può sempre spiegare meglio :-) , il problema non sta nella scelta impiantistica finale ma nel modello di raccolta spezzino totalmente inefficiente, se lo fosse la discussione sul cdr diventerebbe automaticamente ridicola in una bacino come quello spezzino.
    In quarto luogo la scelta del cdr colpisce al cuore l'obiettivo del 65% di raccolta differenziata: meno rifiuti va alla raccolta differenziata più va a Saliceti ....ma forse è proprio li che Acam vuole arrivare.
    In quinto luogo, e non è ho trattato nel post perchè atto non ancora pubblicato in gazzetta, sta per arrivare un decreto (ennesimo regalo agli inquinatore del governo "tennico" di Monti) che spazza via anche la questione del 5%. Su questo punto importantissimo tornerò a breve appena ufficializzato il decreto.

    Insomma comunque la si rigiri la scelta del cdr è da evitare come la peste,

    grazie comunque per le sue richieste di precisazioni.

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