SEZIONI DI APPROFONDIMENTO E DOCUMENTAZIONE

giovedì 16 agosto 2012

Inchiesta sull'outlet di Brugnato: come volevasi dimostrare


Aperto una fascicolo da parte della Procura della Repubblica di Spezia sulla costruzione dell'outlet di Brugnato. 

L'inchiesta sembra riguardare:  
1. la istruttoria svolta (da Regione e Autorità di Bacino) per il rilascio dei nulla osta relativamente al rischio idrogeologico 
2. le modalità di rilascio delle concessioni edilizie a questo progetto da parte del Comune.  




LA QUESTIONE DELLE CONCESSIONI EDILIZIE RILASCIATE DAL COMUNE DI BRUGNATO
Il Sindaco di Brugnato dichiara: "abbiamo rilasciato concessioni secondo la legge".  E' così? Non credo proprio come avevo ampiamente dimostrato in vari post dal 2011 in poi (sia nel blog speziapolis che in quello dove sto scrivendo ora). 
In questi post avevo dimostrato che: 
1. il progetto di outlet non aveva avuto una corretta valutazione di impatto ambientale (vedi qui)
2. il progetto di outlet pur costituendo variante al piano urbanistico comunale e al piano paesaggistico non aveva avuto alcuna valutazione ambientale strategica ai sensi della normativa comunitaria (vedi qui e qui)    
3. conseguentemente ai punti 1 e 2 la concessione edilizia rilasciata dal Comune di Brugnato era illegittima, perchè non poteva essere rilasciata senza tali valutazioni in particolare senza la valutazione ambientale strategica che ora è diventata obbligatoria ai sensi della nuova legge regionale sulla VAS  


LA QUESTIONE DEL MANCATO RISPETTO DELLA NORMATIVA SUL RISCHIO IDROGEOLOGICO
Ma soprattutto il dato interessante è che questa inchiesta sembra mettere in discussione le modalità con le quali è stata gestita la istruttoria per il nuovo outlet da parte delle autorità competenti (Regione, Autorità di Bacino, Provincia) sotto il profilo del rischio idrogeologico alla luce degli eventi alluvionali dello scorso autunno che hanno pienamente colpito anche l'area interessata dal futuro outlet (vedi questo video). 
Anche per la violazione di tale normativa la concessione edilizia (ora permesso di costruire) non poteva essere rilasciata. 
L'Autorità di Bacino con una giravolta lessicale ha da un lato ammesso che mancavano adeguati approfondimenti del quadro di conoscenza del territorio alluvionato e che occorrevano prioritari progetti generali di messa in sicurezza,  e dall'altro ha lasciato, in modo completamente illegittimo, al Comune la possibilità di valutare se andare avanti con la realizzazione dell'outlet. 

I Comuni (come ho spiegato qui) non possono in assenza della revisione della classificazione del rischio della aree alluvionate svolgere la “valutazione” richiesta dalla Autorità di Bacino, neppure utilizzando le loro competenze in materia di protezione civile. Questo perché secondo la vigente normativa:
1. qualsiasi intervento nelle aree a rischio esondazione (anche quelle a minor rischio peraltro): “deve prevedere l’assunzione delle azioni e misure di protezione civile di cui ai Piani Comunali di settore” (comma 1 articolo 18 delle norme attuative del Piano stralcio di assetto idrogeologico)
2. ma quelle misure e piani di protezione civile dopo gli eventi alluvionali, come quello dello scorso ottobre, devono essere rivisti. In particolare: andrebbe aggiornata la cartografia regionale delle criticità ad uso di protezione civile  (vedi DGR 829/2010). Tale cartografia riporta gli elementi di rischio sulla base dei quali si possono già fare scenari di pianificazione verosimili per il rischio idrogeologico e, in attesa di eventuali ulteriori approfondimenti scientifici che si rendano necessari per definire meglio tali fenomeni alla scala comunale, provvedere comunque alla redazione della parte di pianificazione relativa al modello d’intervento.  


Su questi gravi aspetti di illegittimità e superficialità delle azioni dei vari enti interessati la Procura sembra voler porre la massima attenzione. 


COSA OCCORRE FARE A QUESTO PUNTO
A questo punto,e a prescindere dalla evoluzione della inchiesta della Procura,  si conferma la necessità che avevo da tempo avanzato (in collaborazione con Legambiente Liguria: vedi qui) di riaprire il procedimento di autorizzazione dell'outlet: 
sia sotto il profilo della normativa sul rischio idrogeologico (vedi qui e qui)
sia sotto il profilo della valutazione di impatto ambientale del progetto che della valutazione ambientale delle varianti al piano urbanistico comunale e al piano paesaggistico per non parlare di quello al piano di bacino alla luce delle indagine per ridisegnare la mappa del rischio idrogeologico in tutta l'area alluvionata.  

Questa nuova istruttoria potrebbe dimostrare la non utilità dell'outlet di Brugnato anche sotto il profilo economico e sociale, come ho spiegato qui

Vedremo come proseguirà l'Inchiesta della magistratura. Resta il dato che ancora una volta, nella Provincia spezzina,  scelte fortemente impattanti sono oggetto di indagini giudiziarie, a conferma della superficialità con la quale vengono effettuate le scelte nell'uso del territorio, ma soprattutto della incapacità delle amministrazioni  pubbliche di gestire istruttorie autorizzatorie senza farsi pesantemente influenzare dagli interessi forti che si muovono sul territorio.   

11 commenti:

  1. Ma a te non te ne frega niente che l'OUTLET potrebbe dare da mangiare a centinaia di famiglie???

    RispondiElimina
  2. io credo che quando si commenta un post ci si dovrebbe attenere al testo che si vuole criticare. Io ho posto una questione di metodo nella scelta e di rispetto delle leggi. Voglio che mi si contesti quello che ho scritto per favore, ma vedo che non siete in grado perchè oltre che inutilmente polemici siete pure ignoranti. Ma al di la di tutto mi chiedo e le chiedo signor anonimo: i posti di lavoro, da verificare comunque in rapporto a quello tolti al commercio al dettaglio, devono calpestare la legge? Allora hanno ragione la mafia in Sicilia, la camorra in Campania etc. anche queste organizzazioni danno lavoro no?

    RispondiElimina
  3. Soliti moralisti del cavolo. Vedono le paglie e non vedono le travi. Sig. Grondacci sono altri i problemi della Val di Vara e non sicuramente quello dell'Outlet. Lei che è cosi intelligente provi a vivere nei paesini della Val di Vara e veda cosa vuol dire presidiare il territorio, abitarci estate ed inverno, fare 120 km al giorno per andare a lavorare, mantenere puliti i terreni che i nostri genitori ci hanno lasciato, fare 10 km per comprare un litro di latte.......poi ci faccia sapere.
    Sicuramente è più facile scrive su un blog seduti davanti ad un pc in un comodo appartamento di città......

    RispondiElimina
  4. noto che lei non è capace di entrare nel merito delle questioni tecniche e di legittimità che pongo.....quindi è facile parlare d'altro e offendere sul piano personale come fa lei.....il che mi tranquillizza perchè o lei è uno che non sa di cosa scrive oppure lo sa ma non è in grado di argomentare criticamente sulle mie tesi. Le do un consiglio studi di più o si trovi un consulente e poi ritorni a scrivere sul mio blog. Ovviamente io non cancellerò comunque i suoi insultanti commenti perchè chiunque li leggerà e avrà un minimo di obiettività saprà giudicarla come merita..... a prescindere da come la pensi sul progetto di outlet.

    RispondiElimina
  5. .....un ultima riflessione signor anonimo....mi spiega perchè l'outlet dovrebbe risolvere il problema di chi deve farsi 10 km per comprare un litro di latte? o quelli dell'outlet lo porteranno a casa di tutti i residenti delle più sperdute frazioni della Val di Vara.....Anonimo, anonimo almeno se deve fare delle riflessioni non scriva cose di questo genere, non fanno onore ne alla sua intelligenza ne ai problemi dei cittadini della Val di Vara ai quali va il mio rispetto avendo io fino ad ora criticato il metodo con cui è stato deciso questo progetto di outlet.

    RispondiElimina
  6. Caro Grondacci le Sue sono riflessioni da avvocato, legittime ma sempre da avvocato, ovvero in ITALIA tutto è criticabile ed affondabile dal punto di vista giurdico...per il resto le persone rimangono al palo LEI compresa.
    Con rispetto ed intelligenza.

    RispondiElimina
  7. caro anonimo il suo è un modo di argomentare "furbino"....siccome non è in grado ( o non vuole?) intervenire nel merito di quello che scrivo, la butta sul relativismo: "tutto è affondabile da un punto di vista giuridico"...... eh eh troppo comodo!

    RispondiElimina
  8. una cosa poi mi fa particolarmente incavolare di alcuni commenti critici verso i mie post sull'outlet: questi anonimi mi fanno passare per un fighetto cittadino....proprio io che ho passato i primi 30 anni della mia vita in mezzo a taglialegna, mucche al pascolo, cavalli e muli..... proprio vero che quando non si hanno argomentazioni si butta tutto sulle denigrazione personale ovviamente fallendo l'obiettivo anche in questo caso!

    RispondiElimina
  9. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  10. Caro Grondacci, le sue argomentazioni sono assolutamente plausibili e anche io, leggendo fra le righe del testo risultante dalla Conferenza dei Servizi, mi sono reso conto del relativismo con il quale si trattano gli interessi di uno rispetto a quelli degli altri. Non hanno fatto la VAS. Stanno presentando arbitrariamente un Centro Commerciale (quale è di fatto l'outlet di Brugnato) in una piazza di paese composta da piccoli negozi di vicinato. Fanno guadagnare un Fondo che ha richiesto tutte le licenze e poi le affitterà come ramo d'azienda. E questa sarebbe una opportunità per il territorio? Qualche assunto a tempo determinato dal marchio famoso che poi, quando chiude il negozio, ti lascia a casa senza tanti complimenti? Se fossi nella magistratura proverei ad approfondire molto, molto bene eventuali rapporti fra la proprietà e i politici coinvolti nella concessione delle autorizzazioni. Forse non troveranno nulla, o forse si. Speriamo non trovino nulla.

    RispondiElimina
  11. ovviamente spero anch'io non trovino nulla, quello che invece è già chiaro, come lei conferma, sono le carenze istruttorie di questa decisione.

    RispondiElimina